Dal Ceresio il Municipio frena la fuga in avanti del vicesindaco Badaracco: ‘Solo su richiesta di Bellinzona, che finora non ha mostrato tale esigenza’
La mano tesa mostrata ieri al Rabadan dal vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco – secondo cui il padiglione Conza potrebbe ospitare qualche serata del Carnevale bellinzonese qualora non fosse possibile organizzarlo all’ombra dei Castelli – nel giro di poche ore viene rimessa oggi in saccoccia dal Municipio ceresiano guidato dal neo sindaco Michele Foletti. Il quale in un comunicato lascia comunque aperta la possibilità di un apprfondimento, tuttavia a una precisa condizione. Di certo rappresenta comunque un passo indietro rispetto all’entusiasmo mostrato dal capodicastero Cultura, sport ed eventi. “In merito all’ipotizzato trasferimento provvisorio del Carnevale di Bellinzona a Lugano – attacca la nota stampa firmata da Foletti – la Città precisa che il Municipio non è mai stato contattato dalla Società Rabadan per valutare tale eventualità. Dal 2012 il carnevale bellinzonese figura nella lista delle Tradizioni viventi in Svizzera, progetto che tutela il patrimonio culturale immateriale dei territori elvetici. Considerato, quindi, come l’identità stessa del Rabadan coincida con quella di Bellinzona (che lo ospita in questa forma dal 1863), il Municipio di Lugano non vede oggi come
corretta l’opzione di spostarlo - anche per un solo anno - a Lugano. Un eventuale intervento a sostegno della tradizione del Rabadan da parte della Città di Lugano – e qui, come detto, si apre uno spiraglio – potrebbe essere approfondito esclusivamente su richiesta e con l’accordo del Municipio di Bellinzona che, al momento, non ha manifestato tale esigenza”.
Intervistato mercoledì da ‘Ticinonews’, Badaracco aveva parlato di “Padiglione Conza pronto a ospitare il carnevale”. In particolareil vicesindaco ha dichiarato di essere disposto a offrire – qualora il Municipio di Bellinzona non dovesse giungere a trattative positive con il Rabadan – il padiglione Conza che è “estremamente grande” e quindi in linea con le ricerche della Società Rabadan volte a individuare una location al chiuso che assicuri il mantenimento delle disposizioni di sicurezza anti Covid. “Il Rabadan è un carnevale importantissimo e tutto il Cantone è interessato a farlo, come Città abbiamo le strutture”, aveva sottolinea Badaracco assicurando tuttavia che “non vogliamo portare via il Rabadan da Bellinzona. Gli organizzatori cercano una struttura al chiuso e noi potremmo offrire il padiglione Conza che è estremamente grande e che ha gli accessi e le uscite distinte. Lugano non ha il suo carnevale e il fatto di poterlo ospitare sarebbe un richiamo incredibile per la Città”.
Dal canto suo il Municipio turrito ha dedicato al tema una parte della riunione settimanale di mercoledì. Sul tavolo a Palazzo Civico la ponderazione di tutti gli scenari in gioco di fronte alla possibilità di una quarta ondata di contagi da coronavirus durante il prossimo inverno. Un rischio cui si guarda con preoccupazione in molti ambiti e che implicherebbe anche decisioni dall’alto (Confederazione e Cantone) sull’eventuale necessità di limitare gli eventi a grande richiamo e relativo afflusso di pubblico. Dalla riunione settimanale è uscita una fumata nera. La decisione, approfonditi gli ultimi aspetti, sarà presa e comunicata presumibilmente lunedì sera 8 novembre. Fino ad allora il sindaco Mario Branda e colleghi hanno deciso di non rilasciare dichiarazioni. Idem il presidente del Rabadan Giovanni Capoferri.
Il quale Capoferri, sentito informalmente mercoledì dalla ‘Regione’, ha elencato le difficoltà cui il Rabadan andrebbe incontro qualora non si potessero organizzare il corteo della domenica e almeno due o tre serate con accesso controllato. L’incasso registrato dalle serate, ha rimarcato, «sarebbe utilissimo a evitare l’erosione del nostro capitale proprio. Abbiamo infatti importanti spese fisse cui dobbiamo far fronte anche qualora non si organizzi nulla. Spese che se non compensate da introiti, finiscono per assottigliare in modo preoccupante il nostro conto in banca». Non si tratta di arricchire il Rabadan, ha assicurato il presidente, «ma di avere i fondi necessari a organizzare l’edizione 2023, che si spera priva degli attuali problemi pandemici». Un esempio su tutti: le ditte che lavorano per il Carnevale bellinzonese «vengono solitamente pagate in tre rate: con un anticipo, una seconda rata e a opera conclusa o consegnata. Se non abbiamo liquidità, nessuna ditta accetta di non incassare l’anticipo e la seconda rata aspettando la fine del Carnevale per vedere se può ottenere quanto le spetta». Sullo stesso piano delle ditte si pongono i vari cantanti e gruppi musicali che si esibiscono nel capannone di piazza del Sole: «Anche in questo caso i contratti firmati con largo anticipo prevedono da parte nostra la necessità di onorare quanto firmato». Infine i carristi e le guggen: «Considerati gli annullamenti dei cortei di Tesserete e Biasca per il 2022, rimarrebbero quelli di Bellinzona, Chiasso e Roveredo, quest’ultimo di dimensioni limitate. Se venisse perciò a mancare quello di Bellinzona – avverte Capoferri – vedo male che i gruppi si mettano ad allestire i carri satirici facendosi carico di spese ingenti che molto difficilmente riuscirebbero a recuperare». Il cane insomma si morde la coda e lo spinoso dossier richiede risposte in tempi brevi. Come dichiarato dallo stesso presidente durante l’ultima assemblea del Rabadan, «attendavamo una decisione entro fine ottobre. A questo punto confidiamo di poter conoscere il nostro destino entro l’inizio della prossima settimana».