Importante contributo della Fondazione Helmut Horten nell’ambito di un progetto per identificare nuovi trattamenti per i pazienti con linfoma
Un milione di euro per sostenere un progetto sui linfomi rari. È il ‘premio giubileo’ conferito dalla Fondazione Helmut Horten – che lo scorso 22 ottobre ha tenuto la cerimonia per celebrare il suo 50esimo anniversario – ai ricercatori Davide Rossi dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) e Davide Robbiani dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb), unitamente al collega Thorsten Zenz dell’Università di Zurigo. La somma, comunica l’Università della Svizzera italiana (Usi) alla quale sono affiliati Ior e Irb, sarà utilizzata nell’ambito del progetto comune sul tema della medicina personalizzata del linfoma con lo scopo di identificare nuovi trattamenti mirati per i pazienti con linfoma.
“L’incidenza del linfoma – si legge nel comunicato – è aumentata gradualmente negli ultimi anni, classificandosi tra i dieci tumori più diffusi a livello mondiale. Ogni anno, oltre 1’100 pazienti muoiono di leucemia e linfoma in Svizzera. Nonostante un sottogruppo di pazienti con linfoma sia diventato curabile grazie allo sviluppo di strategie terapeutiche mirate, il trattamento dei pazienti che non rispondono alle terapie e con malattie recidivanti rimane difficoltoso. Pertanto, c’è una grande necessità di ottimizzare la selezione del trattamento per i pazienti con tumori del sangue. Le nuove strategie terapeutiche contro il linfoma si basano su una combinazione di approcci che prendono di mira sia le cellule tumorali che l’ambiente circostante che le sostiene. In questo progetto, una mappa dettagliata delle risposte cellulari ai farmaci sarà implementata e utilizzata per identificare trattamenti di precisione innovativi per i pazienti con linfoma”.
La Fondazione Helmut Horten ha sede in Ticino e mira a promuovere l’innovazione medica attraverso sovvenzioni a centri medici, ospedali e altre istituzioni del sistema sanitario. È uno dei principali finanziatori dell’Irb da oltre 20 anni, sostenendo anche diversi progetti dello Ior e contribuendo alla costruzione del nuovo edificio di ricerca in via Francesco Chiesa che, a partire da fine novembre, ospiterà a Bellinzona tutti i ricercatori dell’Irb e dello Ior, così come alcuni laboratori di ricerca traslazionale dell’Ente Ospedaliero Cantonale (Eoc).