Bellinzonese

‘Rete ciclopedonale potenziata con un ulteriore tassello’

La nuova passerella tra Gorduno e Castione si inserisce in un progetto più ampio di estensione dell’offerta per la mobilità lenta nel Bellinzonese

Manufatto inaugurato sabato scorso (Ti-Press/Gianinazzi)
1 novembre 2021
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Nel Bellinzonese la mobilità lenta può contare su una nuova opera: sabato scorso è stata inaugurata la passerella ciclopedonale lunga 270 metri che collega Gorduno alla stazione di Castione-Arbedo. «Si tratta di un ulteriore tassello nell’ambito dell’ampliamento della rete ciclabile della regione», conferma a ‘laRegione’ Simone Gianini, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (Crtb) e capodicastero Territorio e mobilità della Città di Bellinzona. In futuro per quel comparto è poi previsto l’allacciamento diretto alla pista ciclabile che attraversa il fiume Moesa verso sud, un nuovo collegamento tra Claro e Arbedo e l’allacciamento (grazie alla realizzazione della ciclopista tra Castione e Lumino) alla pista ciclabile della Bassa Mesolcina, recentemente approvata in votazione popolare dai Comuni di San Vittore, Roveredo e Grono. Oltre a Gianini, all’inaugurazione erano anche presenti il sindaco di Bellinzona Mario Branda, secondo cui questo nuovo collegamento migliorerà la qualità di vita di tutti i quartieri situati nella zona nord della Città, il sindaco di Arbedo-Castione Luigi Decarli che ha sottolineato l’importanza delle vie di comunicazione quali espressione di civiltà e Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale del Dipartimento del territorio, che ha rilevato come quest’opera si inserisca in una rete di percorsi ciclabili, sia utilitari che di svago.

Un’opera da 5,9 milioni di franchi

Il manufatto – il progetto era stato votato dal Consiglio comunale dell’ex Comune di Gorduno, poi ripreso dalla Città di Bellinzona dopo l’aggregazione, il cui Legislativo aveva approvato il credito di realizzazione nel 2019 –, considerando anche il recente importante rincaro del ferro a livello mondiale, è costato 5,9 milioni di franchi (anziché i previsti 5,7) ed è stato finanziato con 1,4 milioni (più Iva e rincari) dalla Confederazione, 2,15 milioni da parte del Cantone e 1,16 milioni a carico dei Comuni facenti parte della Crtb. Quello che manca è stato garantito dalla Città di Bellinzona che in totale ha quindi messo sul piatto quasi due milioni di franchi: 917’560 franchi nell’ambito della chiave di riparto della Crtb (il 79,1% dei 1,16 milioni) più circa un milione per coprire i costi restanti una volta incassati i sussidi cantonali e federali.

Verso l’allacciamento con la ciclopista in direzione sud

Il nuovo percorso – lungo in totale circa 720 metri, se si considerano anche la rampa di accesso di 150 metri a Gorduno e il nuovo collegamento di 300 metri dalla passerella alla stazione di Castione – «da un lato potenzia la rete ciclopedonale della regione grazie all’allacciamento con i percorsi nazionali e regionali, mentre dall’altro migliora l’accessibilità di Gorduno e degli altri quartieri della sponda destra del fiume Ticino al nodo intermodale di Arbedo-Castione», spiega Gianini. «Questa passerella sarà anche un elemento importante sia durante, sia dopo il cantiere legato alla costruzione del nuovo stabilimento industriale delle Ffs a Castione», i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2026. «Durante il cantiere verrà infatti interrotto il percorso ciclabile di campagna tra Claro e Arbedo, che verrà poi ripristinato con uno nuovo a fine lavori. La passerella consentirà quindi anche di aggirare questo ‘ostacolo’ temporaneo». Sempre nell’ambito di quel cantiere è poi previsto l’allacciamento della nuova passerella con la pista ciclabile che parte dal campo di calcio di Arbedo e percorre la sponda sinistra del fiume verso sud. «La Crtb ha promosso uno studio di fattibilità per rendere accessibile a tutti questo collegamento. Infatti – sottolinea Gianini – attualmente solo chi utilizza un rampichino può percorrere l’argine sotto il ponte dell’autostrada e quindi poi raggiungere, dalla nuova passerella, quel percorso ciclabile».

Unire le due sponde del fiume Ticino

Il presidente della Crtb rileva poi come «il fiume Ticino rappresenti la colonna vertebrale identitaria della regione. Ma è anche un elemento di frattura tra la sponda destra e quella sinistra. Si sta quindi lavorando per unire sempre più le due sponde: e questa è la quarta passerella ciclopedonale che attraversa il fiume nella regione, a cui se ne aggiungerà presto una quinta, in corrispondenza dell’ex ponte della Torretta, la cui realizzazione è in corso. Se si aggiungono anche i ponti per il traffico motorizzato, arriviamo a circa dieci collegamenti tra la sponda destra e quella sinistra, tutti molto utilizzati sempre di più anche dalla mobilità ciclabile».

Giorgio Masotti: ‘Far convivere le esigenze di pedoni e ciclisti’

Questa nuova passerella di 270 metri è una «tra le più lunghe in Svizzera in zona urbana», ci dice Giorgio Masotti, il cui studio d’ingegneria ha progettato l’opera ed è all’origine di diversi altri manufatti di questo genere. L’ingegnere ci ha anche illustrato alcune particolarità della nuova passerella che assicura il superamento dell’autostrada, della golena e del fiume Ticino. «Vi è stata l’esigenza di collegare il camminamento, che si svolge in sopraelevazione fra le fronde degli alberi, con la vasta area golenale. Abbiamo quindi pensato di allargare il manufatto al centro, integrandovi una scala che scende a terra». È così anche stato generato «uno spazio, dedicato alla sosta, che permette di migliorare la sicurezza dei pedoni, moderando il transito dei ciclisti». Infatti, queste passerelle a traffico misto sono da un lato molto apprezzate dagli utenti (e quelle già esistenti nel Bellinzonese lo dimostrano ampiamente), ma dall’altro possono anche generare conflitti tra ciclisti e pedoni. E con questa area di sosta, l’intenzione è quella di minimizzarli, «facendo convivere le esigenze dei diversi utenti». Un’altra particolarità riguarda il materiale usato per costruire la struttura: «L’acciaio Corten, grazie al processo di ossidazione superficiale, forma una patina che protegge il manufatto, conferendogli una colorazione rosso/bruno. Oltre a integrarsi in modo armonioso con l’ambiente naturale, questo materiale necessita anche di una ridotta manutenzione», conclude Masotti.