Bellinzonese

A Pollegio l’aggregazione divide e non entusiasma

Serata pubblica sottotono martedì: allo stesso tavolo fautori e contrari, ma dalla sala semivuota pochi interventi e interrogativi

Molte le sedie rimaste vuote nel salone parrocchiale
(foto Regione)
29 settembre 2021
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A Pollegio non sembra scaldare gli animi il progetto aggregativo della Bassa Leventina che beneficiando di un contributo cantonale di 5,4 milioni mira a unire i quattro Comuni costituendone uno nuovo denominato Sassi Grossi formato da 2’900 abitanti. Sottotono la serata informativa (la prima di cinque) organizzata martedì nel salone parrocchiale alla presenza di una trentina di persone in vista della votazione consultiva in agenda il prossimo 13 febbraio. Il cui esito farà da base alle valutazioni governative sull’opportunità o meno (e in caso affermativo con quanti dei quattro Comuni coinvolti, qualora in uno o più di essi dovesse prevalere il ‘no’) di sottoporre il progetto al Gran Consiglio per la decisione politica di sua competenza impugnabile con ricorso al Tribunale federale. Solo quattro gli interventi dalla platea, mentre per il resto hanno tenuto banco le opinioni portate dal sindaco socialista Igor Righini (contrario), dal municipale leghista Michele Guerra (favorevole) e dal coordinatore del gruppo di studio Renato Scheurer (ex municipale di Giornico). Pollegio le cui autorità politiche si erano espresse negativamente lo scorso inverno, dapprima con la maggioranza socialista in Municipio e in seguito in Consiglio comunale con 8 favorevoli (Lega, Ppd e Indipendenti), 11 contrari (Ps e Indipendenti) e un astenuto. Pure negativo, ricordiamo, il voto del Cc di Personico il cui Municipio è invece favorevole; favorevoli sono anche i legislativi ed esecutivi di Bodio e Giornico.

Idea leghista indigesta ai socialisti

Al di là delle motivazioni ufficiali, nel corso degli anni e ancora martedì sera si è intuito a Pollegio che da parte socialista s’intende fronteggiare un progetto promosso e sostenuto dal ministro leghista delle Istituzioni Norman Gobbi dopo la bocciatura, da parte di Pollegio e Iragna, del precedente progetto con Biasca nel giugno 2011, anno in cui lo stesso Gobbi fu eletto in governo e prendendo in mano il dossier delle fusioni comunali in Ticino si trovò fra le mani una petizione sottoscritta da 140 persone promossa dal movimento di Pollegio ‘Cambiamento’ coordinato dall’allora neomunicipale e granconsigliere Michele Guerra. Sempre a maggioranza il Municipio, allora diretto dal sindaco socialista John Mercoli, in un comunicato del luglio 2012 si affrettò a bollare come “riduttiva” la visione di un Comune unico per la Bassa Leventina, aggiungendo che “eventuali nuovi progetti di aggregazione del nostro Comune non potranno in alcun modo fare astrazione dal polo di Biasca che, per forza di cose, in futuro catalizzerà lo sviluppo istituzionale delle Tre Valli”. Teoria di nuovo ribadita dal sindaco Righini martedì sera, e paradossalmente dallo stesso Guerra, senza però ricordare che il polo Biasca durante l’ultimo decennio ha continuato a ballare da solo (collaborazioni a parte in materia scolastica e di sicurezza), mentre nel 2012 la Bassa Blenio si è aggregata formando il nuovo Comune di Serravalle e nel 2017 pure la Riviera (Distretto di cui Biasca è parte) si è unita nel nuovo omonimo Comune. Insomma, trascorsi dieci anni a Pollegio nulla sembra essere cambiato.

‘Frammentazione e nessuna garanzia’

«Questo progetto – ha esordito Renato Scheurer riassumendo lo studio aggregativo – pone le basi per affrontare nuove sfide in un’ottica di ricerca della miglior soluzione. A sud di Pasquerio e a nord della Biaschina il mondo continua a girare con politiche economiche che ci influenzano. È necessario dunque chiederci se avanti di questo passo saremo ancora in grado, ciascuno da solo, di garantire la vivibilità odierna. È proprio questo l’elemento trainante: l’odierna frammentazione non dà le necessarie garanzie di riuscire a rispondere alle future esigenze. Presto o tardi cambieranno le condizioni quadro ed è perciò importante che le si affronti con una comunità coesa di tremila abitanti, anziché con quattro piccole entità». Tra i fattori interni su cui «occorrerà lavorare», Scheurer ha citato anche la paura di perdere l’identità locale, mentre al capitolo opportunità ha evidenziato il nuovo Piano di sviluppo economico che richiederà più sinergie e imprenditorialità; quanto agli obiettivi, spicca la volontà «di mantenere e se possibile migliorare il livello di servizi erogati alla popolazione, peraltro confermando tutti gli attuali posti di lavoro e il moltiplicatore d’imposta al 95%».

‘Il santo vale la candela’

Dal canto suo Michele Guerra ha ammesso di aver votato contro l’aggregazione dieci anni fa: «Invece oggi, vivendo le istituzioni comunali e cantonali dall’interno, sarei il primo a sostenere una fusione con Biasca. A ogni modo la nostra petizione era una risposta a quell’esito negativo e continuo oggi a ritenere che il santo valga la candela. Se da una parte Pollegio vanta un debito pubblico basso e buone riserve, dall’altra è innegabile che il quadro peggiorerebbe qualora dovessimo dotarci delle infrastrutture che qui mancano e che gli altri Comuni vicini già hanno o stanno realizzando. Mi riferisco a scuole, palestre e sala polivalente. Ma loro sono anche sede del campus formativo di Aet, del nuovo centro di controllo dei Tir, dell’area industriale con 500 posti di lavoro e inserita nei Poli strategici del Cantone. In definitiva, concordo nel dire che i nostri buoni dati finanziari odierni non sono garanzia di un altrettanto buon futuro. Un esempio è quanto successo nel ricco Croglio, aggregatosi nonostante avesse addirittura un debito negativo».

‘Salto nel buio’

Il sindaco Igor Righini, anche sollecitato da un intervento in sala e dal moderatore Luca Berti, teme invece che l’aggregazione sia «un salto nel buio. Fatico a recepire i presunti benefici elencati nello Studio aggregativo. Si tratta di una visione riduttiva rispetto a quella che già negli anni 90 indicava l’orizzonte geografico e politico delle Tre Valli. Invece oggi finiremmo per investire troppe risorse in un progetto sbagliato non raggiungendo l’obiettivo e favorendo gli altri tre. Questo mentre sappiamo bene di avere le risorse sufficienti per autogestirci adeguatamente ancora per un decennio». Gli ha fatto eco l’ex sindaco, pure socialista, Romano Rossi: «Se ci aggreghiamo svanirà il benessere di cui beneficiamo. Mentre se restiamo soli non dovremo costruire scuole e palestre perché già esistono nel comprensorio; sono passati i tempi in cui ogni Comune doveva avere tutto. E che dire del Rapporto finale che caldeggia l’aggregazione? Contiene cifre vecchie, non riporta commenti su questioni finanziarie importanti e nessuna conclusione, a parte quella già precostituita».

Scuole: chi e dove?

Dalla sala un genitore ha poi lamentato l’assenza di dettagli, per esempio su dove dovranno recarsi gli allievi dei due ordini di scuola. Scheurer lo ha tranquillizzato: ciascuno dei quattro quartieri avrà il proprio asilo mentre per le Elementari il primo ciclo alloggerà in due quartieri e il secondo negli altri due; il tutto beneficiando di un trasporto scolastico coordinato, per evitare trasferte ai genitori, e di nuove mense. «Va bene ragionare sulle cifre – ha infine replicato Scheurer – ma su temi come questo è anche giusto decidere con la pancia: l’aggregazione con Personico, Bodio e Giornico è un passo lungimirante. Bisogna crederci!».

Si prosegue a Personico

Le prossime serate pubbliche si svolgeranno a Personico lunedì 11 ottobre (ore 20 nella palestra comunale), a Bodio martedì 12 ottobre (ore 20 nella palestra Al Ramm) e a Giornico martedì 26 ottobre (ore 20 nella palestra Fantin). Si chiuderà con la riunione plenaria, alla presenza del consigliere di Stato Gobbi, prevista a Giornico lunedì 15 novembre (ore 20 nella palestra Fantin).