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Si valuta una nuova Scuola media anche a sud di Bellinzona

Il Cantone ha segnalato un eventuale interesse per il Seghezzone di Giubiasco, ambìto anche dalla Città per il suo Centro di pronto intervento

Il terreno giubiaschese del Seghezzone, oggi area di sosta dei nomadi svizzeri
4 settembre 2021
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Non solo a nord di Bellinzona nella zona che va fino a Claro, ma anche a sud della capitale il Cantone sta verificando l’ipotesi di costruire una nuova Scuola media. Questo considerando che si pone la necessità di potenziare l’offerta di aule e infrastrutture connesse essendo gli spazi a disposizione tutti saturi o quasi. Un quadro esaustivo è atteso dagli studi avviati dalla Sezione cantonale della logistica, responsabile dell’edilizia scolastica, nei comprensori di Bellinzonese, Locarnese e Luganese. Per la nostra regione nulla è stato deciso, ma per la zona sud che va da Cadenazzo a Giubiasco e da Gudo a Monte Carasso iniziano a circolare alcune ipotesi. 

Se ci fosse la luna...

Andiamo con ordine partendo da nord, dal progetto di ampliamento delle Medie di Castione elaborato dall’architetto Edy Quaglia, battezzato ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ e osteggiato da due ricorsi pendenti dal 2018 davanti al governo cantonale contro la modifica di Piano regolatore e il credito di progettazione votati dal Consiglio comunale di Arbedo-Castione. Ricorsi firmati dall’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica): il primo con l’appoggio di una cinquantina di confinanti preoccupati per l’impatto che il previsto nuovo edificio di 200 metri e alto 12 e mezzo, ma con tutto il pianterreno aperto, potrebbe avere sulle loro abitazioni; nel secondo caso criticando lo stanziamento di 630mila franchi necessari all’allestimento del progetto definitivo della prima tappa di competenza comunale – ritenuta urgente dal Municipio e anche dal Cc espressosi all’unanimità – dove troverebbero spazio quattro nuove sezioni di asilo e una mensa. La perdurante situazione di stallo (vedi ‘laRegione’ del 18.01.2021) ha indotto la Sezione della logistica ad avviare l’approfondimento di due alternative qualora il progetto di Castione venisse affossato dal governo o proseguisse la via ricorsuale davanti al Tribunale amministrativo cantonale allungando oltremodo i tempi. Una variante prevede la costruzione di una nuova Scuola media in un luogo imprecisato fra Bellinzona e Claro e la demolizione dell’attuale edificio di Castione; l’altra il risanamento della vecchia struttura castionese diminuendone la capienza. In entrambi i casi una parte degli allievi di Arbedo-Castione e Lumino oggi iscritti a Castione dovrebbero recarsi in una sede più lontana. Ovvero: nell’ipotetica nuova sede indicata fra Bellinzona e Claro, oppure alle Medie 2 di Bellinzona Nord frequentate anche dai ragazzi di Monte Carasso.

A volte ritornano

In questo caso, ma anche senza tale ipotesi, sembra rafforzarsi la necessità di potenziare l’offerta anche nella parte sud di Bellinzona. Tuttavia non nella sede di Bellinzona 1 (non ampliabile essendo monumento protetto) e nemmeno in quella di Giubiasco essendo già la più capiente del Ticino. Da qui la ricerca di alternative. Fra le ipotesi dell'ultima ora spicca quella del Seghezzone di Giubiasco, ipotesi che rischia di rovinare (o modificare) i piani della Città di Bellinzona: situata sulla sponda destra del fiume Morobbia fra la golena e via al Piano, l’area verde di 34’500 metri quadrati di proprietà del Consorzio correzione fiume Ticino ospita talvolta carovane di nomadi svizzeri e dal 2001 è soggetta a diritto di superficie per la durata di 99 anni a favore del Cantone che versa annualmente al Consorzio 90’000 franchi. Diritto istituito quando il Consiglio di Stato intendeva realizzarvi il nuovo Comando della Polizia cantonale il cui costo ipotizzato, raggiunti i 45 milioni di franchi, aveva indotto il governo a optare nel 2007 per soluzioni alternative ma non per forza meno onerose (Centrale comune d’allarme e Polizia Scientifica realizzate all’ex Arsenale delle Semine; altri servizi inseriti nell’ex Pretorio cittadino il cui cantiere è iniziato questa estate). Diritto di superficie che il Gran Consiglio, su richiesta governativa, ha estinto a fine 2012, ma che rimane tutt’oggi valido (il Cantone continua a versare 90’000 franchi l’anno) fino a quando sarà formalizzato un nuovo diritto di superficie a favore di un terzo ‘superficiario’ che potrebbe essere appunto la Città di Bellinzona e, insieme ad essa, una ditta della zona. D’altronde il Cantone potrebbe anche tornare sui propri passi e confermare l’interesse a usare il Seghezzone per proprie infrastrutture, per l'appunto una nuova Scuola media.

Scuola e Pronto intervento insieme?

Ma il Seghezzone, che a Piano regolatore figura come zona Ap/Ep per attrezzature ed edifici pubblici, da un anno è finito sotto la lente della Città che medita di realizzarvi la propria Centrale di pronto intervento riunendo in un’unica struttura Pompieri, Croce Verde, Protezione civile e Azienda multiservizi (non la Polizia comunale che resterebbe dov’è ora). A fare da capofila è l’Amb che ha recentemente incaricato uno studio tecnico d'indicare il corretto inserimento della cubatura di ciascuna componente. Quanto alla ditta della zona, un ricorso inoltrato due anni fa al Tram dalla Città medesima chiede di arricchire il vasto terreno di una componente artigianale/industriale, così come pianificato prima dell’aggregazione dall’ex Municipio di Giubiasco per spostarvi l’Edilcentro Wullschleger situato a ridosso della zona abitata in via del Tiglio e incendiatosi nel 2013; soluzione mista tuttavia osteggiata dal ricorso di un privato che in prima battuta aveva ottenuto ragione dal Consiglio di Stato, il cui giudizio come detto è stato impugnato dalla Città davanti al Tram (con scarse, a quanto pare, possibilità di riuscita). Sempre per realizzare la Centrale di pronto intervento, ricordiamo, la Città aveva inizialmente posato gli occhi su un terreno non distante situato lungo l’autostrada e di proprietà dell’Ufficio federale delle strade; approfittando del diritto di prelazione concessogli, il Cantone lo ha esercitato intendendo realizzarvi un’area di sosta per i nomadi fino a oggi, come detto, alloggiati al Seghezzone. 

C'era una volta Monte Carasso

Ora, non è dato sapere se il Cantone intenda effettivamente edificare una nuova Scuola media al Seghezzone; ha comunque segnalato a taluni servizi della Città un eventuale interesse in tal senso. Ma non è la sola opzione: negli anni passati i fari si erano infatti già posati (e sembrano esserlo tutt’oggi) anche sull’altro lato del fiume Ticino dove il Patriziato di Monte Carasso è proprietario di un vasto prato situato al confine fra Sementina e Monte Carasso, accanto alla residenza Morenal. Il Patriziato si vedrebbe onorato di poter contribuire a risolvere una necessità di edilizia scolastica, considerando anche il circostante tessuto residenziale affamato di posteggi (ipotesi: prevedere sotto la scuola un’autorimessa pubblica) e la possibilità di accogliere gli allievi di Monte Carasso (che oggi frequentano le Medie 2 di Bellinzona Nord), Sementina (diretti alle Medie di Giubiasco) e forse anche Gudo (l’attuale sede di riferimento è Cadenazzo, pure confrontata con una carenza di spazio). Stando a nostre informazioni né i vertici patriziali, né quelli del Consorzio correzione fiume Ticino, sono stati per il momento contattati dalla Sezione della Logistica. Se son rose, fioriranno.

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