Dopo il nubifragio del 7 agosto il sindaco Nicolò Parente fa il punto alla situazione e guarda alle opere di sicurezza idrica necessarie
«La parte di Lumino duramente colpita dal maltempo sta lentamente tornando a una certa normalità. Ora si tratta di fare tesoro del disastro per aggiornare le valutazioni sulla sicurezza idrica dei riali tracimati e agire di conseguenza». Trascorsi dieci giorni dalla sera 7 agosto, quando un nubifragio ha ingrossato i riali Bruga e Valentra la cui furia ha ben presto devastato le strade e molte proprietà private nella parte collinare sud del paese, il sindaco Nicolò Parente traccia un primo bilancio a mente fredda di quanto accaduto. Per lui, per le autorità comunali, per le imprese coinvolte e per i molti proprietari colpiti dal disastro, alle ore dello spavento sono seguite frenetiche giornate di lavoro cadenzate dall’incessante rumore degli escavatori e, nelle strettoie, dal lento via-vai di camion colmi di detriti, terra e fango. Sul posto anche diverse ditte specializzate nello sgombero e prosciugamento cantine. La strada collinare di via Rampigheta è nel frattempo tornata interamente percorribile, le canalizzazioni sono ancora parzialmente intasate, mentre si trova momentaneamente ancora fuori casa, fino al ripristino completo della sicurezza e dell’abitabilità, la famiglia subito evacuata e accolta da parenti in paese.
«Si è lavorato celermente dando prova di efficacia», commenta il sindaco. Per quanto riguarda le opere di premunizione idrica, il muro ceduto nella vasca di contenimento del riale Valentra «è stato sistemato provvisoriamente e avviata la progettazione per il suo rifacimento. Inoltre entrambe le vasche sono state subito svuotate per ripristinarne l’immediata funzionalità. Pure avviate importanti opere di pulizia boschiva sul fianco della montagna». Guardando verso l’alto, vien da chiedersi come mai il riale Grande che raccoglie le acque dal Pizzo Molinera lungo la valletta principale che sovrasta il paese non abbia causato problemi, a differenza degli altri che, solitamente asciutti, si attivano solamente in presenza di fenomeni meteorologici importanti. «Questo ci motiva ancora di più nell’ambito del Piano comunale delle zone di pericolo», annota Nicolò Parente: «Adesso è presto per dire se bisognerà incrementare la portata dei riali con delle modifiche importanti della loro sezione, ma è certo che questo tema richiederà un’approfondita riflessione insieme agli specialisti coinvolti, ai preposti servizi cantonali e al Consorzio manutenzione opere di arginatura fiumi Ticino-Moesa che si assumere l’onere di sgombero del materiale sceso». Il Municipio invierà nei prossimi giorni a tutti i fuochi un bollettino contenente una dettagliata spiegazione di quanto accaduto la sera del 7 agosto e quanto messo in campo successivamente, con lo sguardo rivolto alle sfide future.