Bellinzonese

Assolto in via definitiva l’imprenditore di Cresciano

Importazione di ex elicotteri militari italiani: la Procura federale rinuncia a ricorrere al Tribunale federale dopo il proscioglimento in Appello al Tpf

Posteggiati da tre anni al punto franco di Chiasso: smantellati e innocui
24 giugno 2021
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Caso definitivamente chiuso e archiviato. Il Ministero pubblico della Confederazione ha rinunciato a ricorrere al Tribunale federale contro il proscioglimento dell'imprenditore 56enne di Cresciano accusato di tentata infrazione alla Legge sul materiale bellico per aver importato dall’Italia due elicotteri militari in disuso senza farne debita richiesta alla Segreteria di stato per l’economia (Seco). Diventa così definitiva la sentenza pronunciata oralmente lo scorso 25 settembre, e motivata per iscritto il 5 maggio 2021, dalla Corte d’appello del Tribunale penale federale di Bellinzona (Tpf) che ha respinto il ricorso interposto nel 2019 dal procuratore federale Sergio Mastroianni dopo l’assoluzione decisa in primo grado dalla corte penale dello stesso Tpf.

10 milioni per farli nuovamente volare

Contrariamente alla tesi accusatoria, i giudici di primo e secondo grado hanno chiaramente stabilito che i due velivoli, modello Agusta Bell 212 Asw, non erano affatto pronti all’uso, tanto meno militare, a meno che si procedesse con lunghe e onerose elaborazioni – stimate da un esperto nell’ordine di una decina di milioni di franchi – vista la totale assenza di motori, equipaggiamenti e armamenti. La Marina militare italiana prima di metterli all’asta nel 2018 li aveva infatti smantellati e demilitarizzati. E d’altronde l'imprenditore intendeva rivendere le carlinghe all'industria cinematografica che li avrebbe usati (in maniera statica, senza farli alzare in volo) per girare delle scene. Alla fine la Corte d’appello presieduta dalla giudice Claudia Solcà ha ordinato il dissequestro delle celle d’elicottero depositate al punto franco di Chiasso.

Al foro civile risarcimento danni per 134mila franchi

Sempre in Appello l’imprenditore rivierasco, patrocinato dall’avvocato Filippo Gianoni, ha chiesto ma non ottenuto un indennizzo per torto morale di 20mila franchi e un risarcimento per mancato guadagno a seguito dell’azione penale per 134mila franchi. Nel secondo caso la pretesa sarà inoltrata al foro civile ritenendo il 56enne di aver subìto un concreto danno economico. La Corte d’appello ha infine addossato alla Confederazione 5mila franchi di spese processuali e 10mila franchi di spese legali. Tutto questo a fronte di una proposta di pena pecuniaria esigua, che la Procura federale, infine sconfessata, aveva fissato in 20 aliquote giornaliere da 30 franchi, ossia 600 franchi.

I precedenti penali

Già in passato, ricordiamo, il 56enne aveva avuto storie con la giustizia penale. Nell'ottobre 2017 era stato riconosciuto colpevole di infrazione alla Legge federale sul controllo dei beni utilizzabili a fini civili e militari, ma prosciolto dall’altra accusa, più pesante, mossagli dalla Procura federale di aver violato la Legge sul materiale bellico. I fatti allora imputatigli (per i quali era risultato innocente) risalivano al 2007 e 2008 quando fece transitare dal punti franchi di Cadenazzo e Ginevra cannocchiali di puntamento per fucili provenienti dall’Italia con destinazione Iran; condannato invece per l’esportazione dal punto franco di Chiasso, anche in quel caso senza autorizzazione, di materiale per immersioni subacquee, con destinazione Emirati Arabi Uniti.

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