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Ente Sport di Bellinzona: Minotti e Soldini rinunciano

Come discusso e deciso con l'Esecutivo, i due municipali non solleciteranno la rielezione nel Consiglio direttivo. Passo indietro non senza critiche

Giorgio Soldini e Mauro Minotti (Ti-Press)
27 maggio 2021
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Un passo indietro per Giorgio Soldini e uno per Mauro Minotti. Ossia i due municipali Ppd e Lega che l’Esecutivo di Bellinzona aveva indicato quali candidati a far parte del Consiglio direttivo dell’Ente autonomo Sport, durante la legislatura appena iniziata, ma la cui designazione è tuttavia stata rinviata in occasione della turbolenta seduta di Consiglio comunale del 18 maggio quando dai banchi di Ppd e Verdi/Fa/Mps/Pop sono partite diverse critiche rispettivamente sull’opportunità politica di avere troppi municipali nei Direttivi degli enti autonomi e sulla procedura di candidatura e nomina sin qui adottata. Un passo indietro che Soldini e Minotti sono pronti a fare: lo hanno detto durante le ultime riunioni di Municipio a patto che la regola valga per tutti e non solo per loro o per il caso specifico dell’Ente Sport, sebbene nel frattempo gli altri quattro Consigli direttivi siano stati designati dal plenum del Cc. Una rinuncia, quella di Soldini e Minotti, in linea con le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Mario Branda alla ‘Regione’ quando ha spiegato di ritenere che si possa effettivamente ridurre il numero di municipali in taluni enti.

Soldini: ‘Sarà tutto più macchinoso’

La decisione, che sarà presto formalizzata, è maturata questa settimana. Ma a loro volta Soldini e Minottti pur accettandola ritengono opportuno esporre alcune riflessioni critiche su quanto sta succedendo. In primo luogo, respingono l’accusa che abbiano ‘brigato’ per accaparrarsi i due incarichi – peraltro senza che siano previste indennità finanziarie – nel medesimo ente autonomo e aggiungono che non si tratta di incarichi di mera rappresentanza ma che richiedono impegno e costanza affinché il passaggio di consegne fra ente, Municipio e dicasteri coinvolti funzioni a dovere. «Sono stato il primo presidente dell’ente al momento della sua costituzione nel 2013 col passaggio dalla vecchia entità Csb – precisa Giorgio Soldini, allora capodicastero Sport – mentre nella seconda legislatura, quella dell’aggregazione, ne ero il vicepresidente essendo passata la presidenza a Mauro Minotti, capodicastero Finanze nel quale era confluito lo sport. Ora, con la terza legislatura, avendo assunto la conduzione politica del Settore ambiente che include i Servizi urbani che collaborano nella manutenzione ordinaria delle infrastrutture sportive, mi sembrava logico, razionale e ragionevole che rimanessi ancora nel Consiglio direttivo. A questo aggiungerei la mia grande passione per lo sport, che in gioventù ho praticato intensamente a livello agonistico e che mi avrebbe portato tutt’oggi a riservargli il dovuto impegno se non fossero subentrate le nuove suggestioni giunte da una parte del Consiglio comunale». Una presenza la sua, annota Soldini, «non certo onorifica ma improntata al pragmatismo: l’Ente Sport ha delle necessità che il Settore ambiente è chiamato ad assolvere e in questo contesto il municipale agisce da ponte diretto fra i due livelli, affinché le ‘cose’ funzionino a dovere nel più breve tempo possibile. Si consideri peraltro che durante la prima legislatura oltre al municipale Christian Paglia nel Consiglio direttivo figurava anche il funzionario a capo del Dicastero opere pubbliche e ambiente». Ora, prosegue Soldini, «osservo che l’approccio è cambiato, ne prendo atto e sono pronto, se necessario e quale segno di collegialità, ad adeguarmi facendo un passo indietro a condizione che tutti lo facciano. La conseguenza, tuttavia, è che il passaggio di consegne fra ente e dicastero e viceversa, come pure la discussione su temi sensibili fra i due livelli, saranno più macchinosi, lenti e di conseguenza meno efficaci». Per ovviare, sempre Soldini ha proposto ai colleghi di Municipio una modifica dello statuto dell’ente indicando che i municipali designati possono essere da uno a un massimo due, ossia presidente (capodicastero di diritto) e se del caso un secondo municipale.

Minotti: ‘Mancherà un adeguato passaggio di consegne’

Sulla stessa lunghezza d’onda Mauro Minotti: «Lascio la presidenza dell’ente al nuovo municipale Fabio Käppeli», compito che gli spetta di diritto, in base allo statuto, essendo capodicastero Finanze, economia e sport. «Osservo tuttavia che è completamente a digiuno di politica in un organo esecutivo, un onere per lui doppio se consideriamo il carico di lavoro che lo aspetta da subito in Municipio e nello stesso Ente Sport», annota Minotti. La cui disponibilità a farvi ancora parte, sottolinea, «era dettata unicamente dal buonsenso e dalla volontà di dare una mano al collega Käppeli assicurando così un adeguato passaggio di consegne nel ruolo di presidente e una corretta continuità al lavoro svolto a partire dal 2017 durante la prima legislatura della Bellinzona aggregata e anche col nuovo direttore dell’ente che abbiamo nominato sul finire del quadriennio». Infatti nel Consiglio direttivo le questioni da affrontare «sono parecchie, importanti e richiedono ai membri tempo, energie e impegno. Si lavora per il bene della città – conclude Minotti – e non di se stessi».

Il doppio ruolo di Sacha Gobbi

Si aggiunge poi il fatto che i due municipali sembrano essere stati sfiduciati, su questo tema, dai rispettivi gruppi in Consiglio comunale. Paolo Locatelli per il Ppd, ricordiamo, durante la seduta del 18 maggio ha aperto le danze invitando a ragionare sull’opportunità di avere più di un municipale nei rispettivi Consigli direttivi; ciò che de facto metteva in dubbio l'opportunità di confermare nella funzione Giorgio Soldini. Il consigliere comunale e coordinatore sezionale della Lega, Sacha Gobbi, è stato dal canto suo proposto dal gruppo Lega/Udc quale membro del Direttivo dell’Ente Sport al posto di Minotti. Arrocco che sta suscitando dubbi negli altri gruppi, essendo Gobbi membro della Commissione della gestione chiamata a vigilare proprio sui bilanci degli enti autonomi, Sport incluso. Questo perché a differenza di un municipale che ha compiti esecutivi, il consigliere comunale – peraltro, nel caso specifico, anche membro della Gestione – ha compiti di vigilanza poco affini con una doppia funzione fra i livello di legislativo del Comune e di esecutivo dell’ente autonomo.

Cosa dice il governo

A dirlo è il Consiglio di Stato nella sentenza con cui nel marzo 2013 ha respinto il ricorso dell’allora consigliere Luca Buzzi contrario alla nomina di tre municipali nel Direttivo dell’Ente Sport. “Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente – evidenziava il governo nella decisione – il Consiglio direttivo non può essere considerato il controllore dell’attività dell’ente, bensì l’organo strategico che ne detta la politica, ne verifica l’attuazione attraverso la direzione, ne gestisce l’attività e ne rende conto al Consiglio comunale nel rapporto d’esercizio che accompagna i conti consuntivi”. Peraltro, proseguiva il governo, la scelta di designare tre municipali “trova una sua giustificazione nell’impostazione statutaria avallata dallo stesso Legislativo”. Al quale spetta “il ruolo finale di controllore”. Perciò, qualora Sacha Gobbi dovesse assumere la doppia carica, in qualità di consigliere membro della Gestione dovrebbe astenersi e uscire dalla sala ogni qualvolta venisse discussa una questione inerente all’Ente Sport.

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