Vi son aziende che stanno arrivando e altre che intendono svilupparsi. Inoltre da giugno il centro di competenza per droni proporrà i primi corsi.
Nuove aziende in arrivo, altre già presenti che si ampliano, un centro di competenza per droni e molti altri attori di svariati settori interessati a insediarsi. All’aerodromo di Lodrino il Polo tecnologico dell’aviazione della Riviera (Pavir) sta decisamente decollando. Entro fine anno il Comune dovrebbe ricevere l’autorizzazione della Confederazione per gestire le infrastrutture logistiche e operative. Intanto, però, alcune imprese legate ai droni hanno già deciso d’insediarsi nello stabile ristrutturato dell’ex torre di controllo. E questo grazie in particolare al lavoro di promozione effettuato dall’associazione Swiss Drone Base Camp (Sdbc) che mira a far diventare il comparto anche un centro d’istruzione. Infatti «a partire da giugno proporremo dei corsi, in collaborazione con dei professionisti nel campo dei droni», afferma a ‘laRegione’ il presidente dell’associazione Enzo Giannini. A essere decisamente soddisfatto ed entusiasta è pure il sindaco di Riviera, Alberto Pellanda: «Le prospettive sono molto interessanti, visto che questo progetto porterà qualcosa di concreto di cui potranno beneficiare tutta la regione e l’intero Ticino».
Un tassello fondamentale per poter partire con la ristrutturazione del comparto aviatorio è stata l’approvazione nel maggio 2020 da parte del Gran Consiglio di 3 milioni di franchi per il finanziamento delle opere infrastrutturali. In seguito «la priorità era di ristrutturare la torre di controllo per permettere l’insediamento di nuove aziende al suo interno», spiega Pellanda. «Grazie a un investimento di circa 400mila franchi, ora questi lavori sono terminati». Nel frattempo il Municipio ha inoltrato a Berna la documentazione necessaria per ottenere l’autorizzazione federale a gestire il Pavir tramite la Riviera Airport Sa, società al 100% in mani pubbliche creata nell’aprile 2020, e per convertirlo da militare a civile. «Perizie, progetti e analisi che hanno generato costi per circa 300mila franchi». Ora si prevede di realizzare entro il 2022 una prima fase del Piano generale di smaltimento delle acque (Pgs) che comprende una nuova area di lavaggio per aerei ed elicotteri (circa 900mila franchi). Il completamento del Pgs comporterà poi ulteriori 1/1,5 milioni. «Quest’ultima fase d’investimento durerà un paio di anni», precisa il sindaco, dopodiché la ristrutturazione dell’aerodromo dovrebbe essere conclusa. Insomma, il lavoro (anche amministrativo e burocratico) e i costi sono importanti, ma bisogna considerare che in pratica «è come costruire un nuovo aeroporto».
Uno nuovo aeroporto che, grazie a Sdbc, fungerà da ‘campo base’ per tutti coloro che hanno a che fare con il mondo dei droni. Infatti, questo centro di competenza – il primo dell’Innovation Park Ticino, progetto sviluppato dalla fondazione Agire su mandato del Cantone che mira a creare una piattaforma per la collaborazione di ricercatori, aziende hi-tech e startup – «ha lo scopo di promuovere le attività nel campo droni, mettendo in contatto tra di loro ditte, enti o strutture accademiche interessate», sottolinea Giannini. Anche in questo contesto vi è stato un passo importante da parte del Cantone: «Alcune settimane fa il Consiglio di Stato ha approvato il finanziamento (1,3 milioni) di questo tipo di attività nell’ambito della promozione economica». Un lavoro di promozione, coordinazione e messa in rete che avviene anche su scala nazionale (ad esempio con i Politecnici federali) e internazionale: «Finora abbiamo già ricevuto una settantina di lettere d’intenti di ditte o enti disposti a collaborare con noi. Ad esempio anche da parte dell’industria aeronautica statunitense Boeing», rileva il presidente di Sdbc.
Concretamente il centro di competenza permetterà ad esempio «a chi vuole utilizzare un drone, di trovare un pilota. Oppure permetterà di mettere in contatto una ditta che produce specifici componenti o strumenti di misurazione con quelle che producono questi velivoli», sottolinea Giannini. «All’aerodromo di Lodrino vi sarà poi anche la possibilità per aziende o scuole superiori di fare test o esperimenti oppure di effettuare corsi d’istruzione. In questo senso le università potranno beneficiare di un contatto diretto con rappresentanti dell’industria. E d’altro canto l’industria potrà accedere a competenze avanzate e innovative». Non va poi dimenticato che tutto ciò, oltre portare dei posti di lavoro altamente qualificati, innesca anche «una catena del valore, di cui beneficerà l’economia locale».
Ma quindi stiamo parlando solo di droni professionali? «In questo contesto di rete di contatti, principalmente sì», risponde Giannini. «Tuttavia uno degli scopi dell’associazione è anche quello di promuovere l’utilizzo dei droni, sensibilizzando l’opinione pubblica ad esempio sulle regole da rispettare. Prevediamo di organizzare corsi e conferenze, ma anche eventi promozionali, esposizioni e gare. Stiamo inoltre valutando di permettere a chi lo desidera, durante degli orari stabiliti, di recarsi sul comparto aeroportuale per far volare il suo drone».
Perché si è deciso di puntare sui droni a Lodrino? «Innanzitutto perché non è un aeroporto commerciale o privato e quindi il traffico aereo è limitato e gestibile», spiega Giannini. «Inoltre si è presentata questa opportunità e noi l’abbiamo colta: il mondo dei droni genera sempre più interesse in svariati ambiti, come in agricoltura, nel campo delle misurazioni, ma anche a livello accademico e di enti pubblici. Il potenziale c’è e noi vogliamo rappresentare un punto di partenza per chi vuole approfittare di questo mondo».
Ovviamente l’aerodromo di Lodrino non sarà esclusivamente orientato ai droni. Anche l’Esercito è ancora interessato a utilizzarlo per la formazione dei piloti militari e inoltre nell’area sono già presenti diverse importanti aziende, come Ruag (centro di manutenzione di velivoli), Heli-Tv e Karen (entrambe si occupano di elicotteri). Aziende che impiegano complessivamente più di 150 persone e che formano anche apprendisti. A conferma che il comparto è ritenuto interessante vi è il fatto che tutte e tre le società sembrano volersi ampliare: «Ruag rimpiazzerà un hangar vetusto con uno nuovo, consolidando così la sua posizione», sottolinea il sindaco di Riviera. Da parte sua «Heli Tv ha inoltrato una domanda di costruzione per un nuovo capannone che permetterà di raddoppiare la sua superficie, incrementando così l’attività lavorativa. E anche Karen è interessata a svilupparsi. Vi sono quindi concrete possibilità di generare ulteriori posti di lavoro che andranno a beneficio della regione e dell’intera popolazione».
Visto che saranno presenti diverse attività, come si riuscirà a evitare conflitti? «A inizio 2022 sarà nominato il capo campo che sarà dipendente della Riviera Airport Sa», spiega Pellanda. «Sarà chiamato a gestire proprio questa questione, coordinando le attività previste dai vari attori presenti sull’aerodromo».