Il nuovo presidente del Cc, Renato Dotta, si è rivolto ai 59 colleghi chiedendo qualità politica e attenzione verso i bisogni della gente e dei quartieri
Si fa presto a dire ‘consigliere comunale’. «Non sarete giudicati per quello che avrete fatto, ma per quello che avreste dovuto fare e non avrete fatto per la città: esercitare la funzione significa cambiare il destino della storia del proprio Comune». Con questo monito il liberale radicale Renato Dotta – nuovo presidente del Legislativo di Bellinzona votato con 55 sì e 4 astenuti (gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop) – ha inaugurato questa sera al Ciossetto di Sementina la legislatura 2021/24 dopo le parole introduttive del consigliere decano Enrico ‘Kiko’ Zanti (Lega/Udc). Lo ha fatto invitando i 58 colleghi (assente Nadia Ghisletta che ha rinunciato alla carica) a ricercare la qualità nel loro agire: «La preparazione e l’approfondimento dei dossier da parte di tutti noi – ha detto durante il discorso d’insediamento il 66enne di Camorino che vanta un quarto di secolo di Cc alle spalle ed è anche noto per essere dal 2014 il Re del Carnevale Rabadan – è una via obbligata per poter avere un sano e serio spirito costruttivo. Confido che l’alzata di mano nelle sedute sia l’apice di un lavoro di preparazione personale, un approfondimento costruttivo nei gruppi e nelle commissioni». Rinnovato per 29 sessantesimi, il Legislativo registra peraltro l’entrata in carica di diversi giovani: «Sarà con il supporto e l’aiuto dei consiglieri più anziani ed esperti – ha annotato Dotta, ingegnere elettrotecnico in pensione, già ufficiale dell’esercito col grado di maggiore – che potremo creare quella giusta amalgama in favore delle corrette decisioni a beneficio del nostro Comune. L’elezione di diversi giovani è anche un segnale positivo che viene lanciato verso la cittadinanza: spesso denigrata o criticata, la politica è invece ancora passione per molte persone di ogni età ed ogni estrazione sociale. È una nobilissima attività perché prefigge al bene comune».
Guardando agli obiettivi di legislatura, il desiderio di realizzare grandi progetti, ha avvertito Dotta, «non deve far perdere di vista la realtà della Città e dei cittadini che la abitano. Cittadini sempre più pervasi da un senso di sfiducia verso istituzioni e politici, cui rimproverano di promettere e non mantenere, di progettare e non realizzare. Cittadini che si sentono sempre più distanti da politici considerati parte di un’élite, che dà l’impressione di non operare più per il bene pubblico, ma di perdersi in una competizione partitica fine a se stessa». Guardando al dopo-pandemia, Dotta invita ad «ascoltare le voci che giungono dai nostri villaggi, riprendere a essere buoni comunicatori, partecipare agli eventi. Un ‘lavoro’ che prende tempo, ma che vuol essere un segnale di rafforzato avvicinamento e di ulteriore migliorata apertura». L’Ufficio presidenziale è completato dal vicepresidente Alberto Casari (Unità di sinistra) votato con la sola astensione del gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop.
Prima di designare nove membri per ciascuna delle commissioni permanenti Gestione, Legislazione, Edilizia e Piano regolatore (3 per il Plr, 2 per l’Unità di sinistra, 2 per Lega/Udc, uno per il Ppd e uno per il gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop), il Cc si è soffermato sulla richiesta formulata dal gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop affinché il plenum discutesse subito la propria proposta di costituire altre sette commissioni speciali (socialità, lavoro e sviluppo economico, giovani, discriminazione di genere, scuola, personale comunale, ambiente ed energia) così da rafforzare la vigilanza del parlamento cittadino su aree ritenute sensibili e su eventuali negligenze municipali. A larga maggioranza si è tirato dritto. Il gruppo Plr si è opposto a discutere la proposta in assenza di chiari compiti e incarichi attribuibili alle singole commissioni e considerando anche i costi che ne scaturirebbero. L’Unità di sinistra ha invitato a distinguere fra commissione ‘operativa’ (che analizza messaggi municipali e mozioni) e commissione puramente consultiva (che discute di temi settoriali) e ha invitato a riapprofondire la questione più avanti sulla base di un’eventuale mozione. Il Ppd ha ritenuto la proposta declamatoria e astratta evidenziando anche il rischio di accavallamenti fra commissioni permanenti e speciali su temi puntuali; evidenziato anche il rischio di atomizzazione dell’attività del Cc e di specializzazione su temi con conseguente perdita d’occhio della globalità dei problemi. Lega/Udc si è schierata per una riflessione da fare più avanti nel tempo.