Due anni sospesi a un docente in pensione che scaricava e condivideva video e immagini con atti sessuali anche pedopornografici
Aveva scaricato da internet e condiviso via telematica un numero impressionante di video e immagini pornografiche che riprendevano atti sessuali con minorenni e animali. Ben 53’304 i files totali visionati e messi in circolazione tra il 1° gennaio 2014 e il 24 luglio 2019 da un 65enne domiciliato in Riviera condannato stamane dalla Corte delle assise correzionali presiedute dal giudice Marco Villa. L’uomo, difeso in aula dall’avvocato d’ufficio Laura Rigato, è stato ritenuto colpevole di pornografia ripetuta e condannato a una pena detentiva di 24 mesi sospesa condizionalmente per un periodo di prova di tre anni; nel frattempo dovrà proseguire per altri due anni il trattamento psicoterapeutico già iniziato. Nel processo con procedura di rito abbreviato è quindi stata confermata la condanna proposta dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas.
Il 65enne all’epoca dei fatti era insegnante al Liceo di Bellinzona. Una lunga carriera terminata bruscamente. Era il dicembre 2017 quando il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) aveva aperto nei suoi confronti un’inchiesta amministrativa partendo dalla segnalazione di alcune allieve stufe di subire le sue continue battute, anche a sfondo sessuale, ritenendole improprie e inadeguate considerato il contesto educativo in cui venivano fatte. Un caso clamoroso che riempì le cronache cittadine per diversi giorni. Nelle settimane seguenti all’albo studentesco del Liceo erano apparse lettere di allievi a sostegno del docente, ma anche testimonianze che mettevano nero su bianco frasi che questi avrebbe pronunciato; allo stesso albo era poi apparsa una lunga lettera di scuse scritta dal professore medesimo. L'inchiesta amministrativa del Decs era poi sfociata in una procedura di conciliazione, richiesta dal suo avvocato di allora, e nel pensionamento anticipato.
Tra il materiale pornografico nel quale figurano atti sessuali con minorenni e animali emergono anche 778 filmati e foto pedopornografici rilevati dal Servizio di coordinazione per la lotta contro la criminalità su internet (Scoci) della Polizia federale. Il 65enne scaricava i files dal web mediante applicativi di condivisione peer-to-peer; il materiale veniva così rimesso in circolazione. «Una quantità folle d'immagini e video pornografici», ha evidenziato durante il dibattimento il giudice Villa. Materiale che l’uomo conservava su vari hard disk dei dispositivi informatici in suo uso e possesso al proprio domicilio. In aula l’uomo, che si è definito da sempre un «collezionista seriale», ha dichiarato di aver dato un taglio netto con questo mondo. Dal canto suo il giudice Villa nell'accogliere la proposta di pena formulata dall'Accusa ha evidenziato che di fatto la prognosi del medico che segue il 65enne è positiva, ma è importante che prosegua per altri due anni la terapia in modo da trovare una stabilità e scongiurare un riavvicinamento a quel tipo di contenuti.