Bellinzonese

La storia dell'Arti e mestieri tra formazione e innovazione

Inaugurata nell'atrio della scuola professionale di Bellinzona la mostra che in chiave didattica ripercorre più di cent'anni dell'istituto

Da sinistra le organizzatrici Anna Sciancalepore, Sara Di Cicco, Mariagiovanna Gianini e Camilla Delpero (Ti-Press)
11 maggio 2021
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Vive nel tempo la storia della Scuola d'Arti e Mestieri di Bellinzona. Più di cent'anni d'innovazione vengono ripercorsi grazie all'esposizione 'Di arti, mestieri e locomotive', allestita in questi giorni nell'atrio dell'istituto di viale Stefano Franscini 25. Non è un caso se il progetto – avviato nel 2020 e un po' ritardato dalla pandemia – è stato promosso nell'anno dell'inaugurazione della galleria ferroviaria del Ceneri, presente e futuro di un settore, quello ferroviario, che ha dato vita alla Sam caratterizzandone in particolare i primi decenni di formazione. Parallelamente all'inaugurazione dell'importante opera AlpTransit, gli allievi di due classi (2A e 2B) si sono immersi in una viaggio tra passato e domani, ripercorrendo le tappe e gli eventi cruciali dell'innovazione tecnica e industriale dell'ultimo secolo, senza dimenticare gli elementi storici, sociali e culturali ancorati alla presenza della Sam a Bellinzona, scuola che dal 1915 ha rappresentato una cerniera tra lo sviluppo economico del Cantone e le trasformazioni della città in cui è sorta.

Il coinvolgimento degli allievi 

Il tema della mostra è nato da un’idea di Mariagiovanna Gianini, docente di Storia, e Sara Di Cicco, professoressa di Italiano. Per lo sviluppo dei contenuti dell’esposizione e delle lezioni specifiche di approfondimento, la scuola si è avvalsa della preziosa collaborazione della fondazione Fai Swiss, ente senza scopo di lucro che dal 2012 promuove la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio organizzando e sostenendo mostre ed esposizioni. Mediatrici per conto di FAI Swiss sono state Camilla Delpero, Daphne Piras e Anna Sciancalepore. «I ragazzi – afferma quest'ultima a colloquio con 'laRegione' – hanno avuto modo di vedere la loro scuola con altri occhi, non solo come luogo dove svolgere attività scolastiche ma prendendo coscienza anche della storia dell'edificio e del contesto in cui è nato e si è sviluppato». Senza dimenticare il futuro, con ad esempio un focus sull'annunciato trasferimento a Castione delle Officine Ffs. Al di là dell'esperienza culturale, aggiunge dal suo la professoressa Gianini, per gli allievi è stata un'importante esperienza didattica. Si è ad esempio lavorato sulla capacità di tradurre in esposizione i documenti visionati e i testi letti, oppure sulle competenze linguistiche al fine di migliorare l'attitudine di parlare davanti a un pubblico. Sono infatti gli stessi allievi che guideranno le visite alla mostra riservate principalmente ai genitori e ad altre classi. «Abbiamo visto crescere la consapevolezza delle loro capacità – rileva Gianini –. Soprattutto in questi ultimi giorni di prove, si capisce che hanno assunto questo ruolo con serietà e responsabilità». Coinvolti nel progetto anche gli allievi poligrafi del 3° e 4° anno della Spai i quali, sulla base delle indicazioni ricevute, hanno curato la grafica dei pannelli. «Il progetto è stato molto interessante perché li ha messi in una situazione reale, non una simulazione come facciamo a scuola – spiega il docente Manrico Pierangeli –. È stata un'occasione per confrontarsi con delle richieste reali che implicano anche delle tempistiche. Questo è evidentemente formativo. Ovviamente vedere il frutto del lavoro in questa esposizione è stata una grande motivazione e motivo d'orgoglio». 

Come detto la preparazione dell'esposizione era iniziata nel 2020 ma a causa della situazione sanitaria ha dovuto essere messa in pausa per qualche mese. Il periodo di confinamento ha paradossalmente impreziosito la mostra, che dà infatti spazio ai pensieri degli allievi, particolarmente toccati dalle restrizioni. Una situazione, quella di una pandemia, che la Sam aveva già vissuto nel 1918 con l'influenza spagnola. 

Le origini della scuola 

Dopo l'inaugurazione nel 1882 della galleria ferroviaria del San Gottardo, seguita dall'operatività delle Officine di riparazione Ffs (1889), la ferrovia richiedeva la formazione di personale meccanico ed elettromeccanico ticinese in aggiunta agli addetti svizzero tedeschi. Fu Pietro Guerini, presidente dell'Unione operaia liberale poi divenuta Unione operaia educativa, a promuovere nel 1885 una scuola serale per apprendisti. Solo nel 1915, a seguito dell'inaugurazione di un piccolo laboratorio di meccanica (situato sul Viale Portone) a completamento delle ore in classe, il Municipio di Bellinzona dichiarò la scuola comunale e pubblica. Per iniziativa dell'ispettore scolastico Luigi Brentani, nel maggio 1916 la Sam fu assunta dal Cantone. Fino agli anni '40 l'istituto s'impose come scuola-laboratorio capace di formare operai e richiamare un numero sempre maggiore di allievi, abbinando lezioni di cultura generale e francese ai corsi teorici e pratici di meccanica. Dal 1952 la scuola si trasferisce nell'attuale sede, indirizzandosi sulla formazione dei quadri intermedi dell'industria e alla preparazione degli allievi interessanti a continuare gli studi nelle scuole tecniche superiori, fino ad offrire corsi per il conseguimento della Maturità professionale, titolo riconosciuto nel 1996 dalla Confederazione. Attualmente il Centro professionale tecnico di Bellinzona (Cpt) unifica la Sam, la Scuola professionale artigianale e industriale (Spai), la Maturità professionale tecnica (Mpt) e la Scuola specializzata superiore di tecnica (Ssst). Circa l'80% dei diplomati prosegue con una formazione universitaria professionale. 

La missione di FAI Swiss

FAI Swiss è una fondazione di diritto svizzero senza scopo di lucro, nata a Lugano nel 2012 con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale del territorio. Tra le attività dell'ente, che propone soprattutto visite guidate, c'è anche il progetto Apprendisti Ciceroni ® al quale ha aderito la Sam e che ha interessato scuole medie, licei e altre scuole professionali ticinesi. In totale sono 14 progetti realizzati in istituti ticinesi negli ultimi anni inerenti a vari aspetti del patrimonio storico-culturali. Oltre al sostegno della Confederazione, l'esposizione 'Di arti, mestieri e locomotive' è sostenuta dal progetto cantonale Cultura in movimento. Dopo la visita avvenuta oggi, il secondo appuntamento è previsto per lunedì 17 maggio alle 17. Prenotazioni sul sito www.faiswissprenotazioni.ch