I presidenti delle due società (cittadina e giubiaschese) soddisfatti del tavolo di discussione, ma chiedono anche un po' più di coraggio
«Un gesto certamente apprezzato che in questo momento, com’è successo a Natale, mira a sensibilizzare visitatori e clientela. Ma non ci fermiamo ovviamente a un adesivo, dietro al quale si stanno muovendo i primi timidi passi di un programma concreto e corale di rilancio a lungo termine del settore commerciale ed esercentesco di Bellinzona». Claudia Pagliari, presidente della Società commercianti di Bellinzona, si rigira fra le mani l’adesivo rosso con un cuore al centro e la scritta “#iosostengobellinzona – Commercio locale” la cui ristampa in vista della Pasqua è stata finanziata dal Comune quale gesto di sostegno ai negozianti che potranno così applicarlo alle vetrine e alle confezioni consegnate ai clienti.
«Il nostro principale interlocutore – attacca Claudia Pagliari quando le chiediamo di commentare la situazione a un anno dall’inizio della crisi pandemica – è chi transita davanti alle nostre vetrine e in definitiva sceglie se e dove fare i propri acquisti. L’adesivo in questo senso ha una forte valenza simbolica: indica che chi compra da noi, preferendoci alle piattaforme online o ai negozi d’oltre frontiera quando questi prima o poi saranno nuovamente frequentabili dai ticinesi, fa una chiara scelta a sostegno del tessuto economico locale». La Città ha ristampato gli adesivi a proprie spese, iniziativa che ha preso corpo nell’ambito del tavolo di dialogo con commercianti ed esercenti. Oltre a ciò continua a sostenere materialmente il mercato del sabato, le varie rassegne enograstronomiche previste durante l’anno nel centro storico e altre manifestazioni in grado di tenere vivo lo spirito cittadino e il suo commercio. Questa primavera sarà inoltre inaugurato il nuovo Infoshop e Visitor Center in Piazza Collegiata. Non da ultimo, guardando agli attesi progetti strategici, il Consiglio comunale a inizio marzo ha stanziato il credito per progettare il rilancio turistico ed emozionale dei castelli con un investimento complessivo attorno ai 15 milioni.
Quanto basta per dire che l’autorità ha un piano per migliorare il volano turistico in grado di generare ricadute sul territorio. «Questo lo vediamo e l’impegno è ammirevole – commenta Claudia Pagliari – ma dal nostro punto di vista tutto ciò deve combaciare anche con uno svecchiamento dell’approccio generale. Due idee che abbiamo portato al tavolo di discussione: meno vincoli per gli esercizi pubblici che propongono animazione musicale serale, che sia live o karaoke; e più generosità nel concedere l’occupazione del suolo pubblico tramite regole chiare per tutti ma un po’ meno rigide e onerose delle attuali. Insomma, se vogliamo che i bellinzonesi e i turisti vivano la nostra città, bisogna cambiare marcia e gli abitanti stessi del centro devono un po’ farsene una ragione. Dobbiamo, tutti insieme, imparare a non più dipendere dal funzionariato; e in questo l’autorità deve darci una mano». Emozionare dunque il turista: che però non lo si cattura con i negozi di telefonia mobile spuntati come funghi nella Turrita. «Emozionare è il termine giusto», replica Claudia Pagliari: «In fondo il turista d’Oltralpe cerca un Ticino ‘esotico’: ci troviamo in un periodo nero e doloroso, dobbiamo saper cogliere la sfida con fantasia, intraprendenza e un po’ più di coraggio».
Concorda Igor Bruschi, presidente della Società commercianti Giubiasco, secondo cui «bisogna togliersi la paura di osare» e lo spirito aggregativo deve sapersi tradurre anche nel sostegno al tessuto economico locale andando oltre ai confini di quartiere: «Nell’ambito del tavolo di discussione attorno al quale sono invitati diversi attori – premette – si è creato un clima costruttivo a vantaggio di tutti. Vedo molta attenzione da parte dell’autorità cittadina e dei suoi funzionari nell’ascoltare e sostenere la causa comune. Si sta muovendo qualcosa e a piccoli passi si comincia ad andare nella giusta direzione. Sono fiducioso se penso a una Bellinzona, attorniata da quartieri residenziali, che sappia emozionare maggiormente i visitatori. Perciò concordo sul fatto che occorra rivedere alcune regole. Come detto, osare di più».
Spesso però quartiere fa rima con campanilismo e in questa campagna elettorale taluni candidati ripetono che quanto investito nella zona centrale toglie risorse alla periferia. «Giusto preservare l’identità locale – replica Igor Bruschi – a patto che non comporti una chiusura verso l'interessante dimensione cittadina. Se da una parte posso capire che di fronte a uno scenario così ampio ci si possa trovare un po’ confusi, dall’altra voglio ricordare che la nuova Bellinzona è una realtà concreta di cui tutti facciamo parte e tutti devono sentirsi attori; perciò anche in ambito commerciale ed esercentesco occorre uno sforzo corale nel ragionare in modo diverso. A lungo termine le ricadute positive andranno a beneficio di tutti».