Bellinzonese

I castelli di Bellinzona verso un’offerta più tecnologica

Dal Cc luce verde al credito di progettazione (1,82 milioni), mentre la fase esecutiva del rilancio ne richiederà 14, di cui metà a carico del Cantone

A passo di corsa verso (anche) la realtà virtuale (Ti-Press)
9 marzo 2021
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Avanti con la valorizzazione turistica dei castelli di Bellinzona, patrimonio mondiale dell’Unesco. Sì convinto questa sera in Consiglio comunale (con solo tre astenuti e zero contrari) al credito di 1,82 milioni necessario alla progettazione delle varie opere previste con l’obiettivo di riposizionare la Fortezza turrita in cima alle attrattive medievali elvetiche, avvicinando soprattutto le famiglie grazie a innovative e tecnologiche attrazioni in grado di rappresentare una realtà secolare in parte ormai andata persa. Il Cantone, proprietario dei manieri, farà la sua parte partecipando in questa fase con 890mila franchi. Al termine dei 12 mesi necessari alla progettazione, seguirà la richiesta di credito per le opere stimata in 14 milioni, con inaugurazione stimata fra tre/quattro anni.

Il dibattito

«È giunta l’ora di rilanciare la Fortezza sul piano internazionale», ha sottolineato la relatrice della Gestione Lelia Guscio (Lega) rimarcando anche l’aumento dei visitatori ticinesi e confederati l’anno scorso (+50%) caratterizzato dalla pandemia: «Da approfondire l’accesso veicolare ai due castelli collinari, come pure il problema del littering e la mai concretizzata trasformazione della ‘casa del vignaiolo’ al Montebello in una struttura di ristoro e vendita di prodotti tradizionali». Charles Barras (Sinistra) ha dal canto suo rimarcato che il progetto di rilancio globale «si è risvegliato quando la Città l’ha preso in mano». Pieno appoggio anche dal Ppd: secondo Ivan Ambrosini (Ppd) la rivalorizzazione «rappresenta uno dei maggiori progetti strategici della nuova Bellinzona e stimolerà la cultura imprenditoriale cittadina fra attività ricreative, economiche, culturali e ricettive. Bene anche la nuova governance tramite un'apposita fondazione: no a gestioni dilettantistiche con posti occupati per pura rappresentanza». Voce fuori dal coro quella di Giulio Deraita (Liberi) secondo cui un investimento di tale portata, a suo dire di 20 milioni, sebbene supportato per metà dal Cantone «non è al momento opportuno perché arriva nel bel mezzo di una crisi pandemica che incide sulle finanze comunali e indica la probabile necessità di aumentare il moltiplicatore d'imposta». A nome del Plr Silvia Gada gli ha risposto evidenziando «come proprio in questo delicato momento sia importante poter soddisfare la voglia di vivere e rinnovarsi. Si tratta di una risposta culturale, economica, culturale. Dopo i primi studi avviati nel 2014, è giunto il momento di concretizzare, beneficiando anche dei vari aiuti finanziari previsti». Un progetto di grande spessore culturale, a mente del sindaco Mario Branda: «L'etichetta Unesco comporta responsabilità nel curare adeguatamente il bene protetto. Siamo fieri e contenti di aver assunto la leadership del progetto. Investimento che sarebbe impensabile portare avanti senza il coinvolgimento dei vari organismi regionali, cantonali e federali». In soldoni, metà sarà a carico del Cantone e un quarto verrà coperto dal credito per l'aggregazione comunale. Confermata anche l'intenzione di ristrutturare la ‘casa del vignaiolo’, il cui recupero è calcolato in 2,5 milioni.

Buoni acquisto, la mozione non passa

Il Legislativo ha successivamente trattato alcune mozioni. In particolare bocciata quella dei Verdi (4 sì, 35 no e 8 astenuti) che proponeva di trasformare in buoni acquisto da usare nei commerci cittadini il 20% degli onorari percepiti dai municipali e il 50% delle diarie versate ai consiglieri comunali. Una soluzione che la Commissione della Gestione e lo stesso Esecutivo hanno bollato come impraticabile a fronte sia degli elevati costi di gestione del sistema (fra i 32 e i 64mila franchi annui su un valore globale dei buoni pari a 147mila franchi), sia della limitazione della libertà individuale. A sostegno dei commerci locali viene in definitiva preferita la strategia messa in campo dal Municipio con le misure urgenti Covid e la già prevista ampia paletta di aiuti comunali. Marco Noi (Verdi) ha spronato a credere nella necessità di costruire filiere corte negli acquisti, «per le quali è necessario immettere le dovute risorse iniziali che col tempo sono destinate a diminuire». Il relatore della Gestione Vito Lo Russo (Plr) parla di idea nobile ma schiacciata da troppe criticità. Anita Banfi (Plr) ha infine rimarcato il grande impegno, anche finanziario, messo in campo dai commercianti di Giubiasco e Bellinzona in concorsi e animazione, sensibilizzando così i colleghi di Legislativo a fare le giuste scelte negli acquisti. Ritenute invece irricevibili (non rientrando nelle competenze del Legislativo) due mozioni dell'Mps: la prima per riconoscere il corrispettivo salario ai dipendenti comunali costretti lo scorso aprile, durante la settimana di Pasqua, a prendere quattro giorni di libero durante il lockdown, la seconda volta a considerare tempo lavorativo l'attesa dell'esito del tampone per i dipendenti delle case anziani comunali.

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