Proposta interpartitica di Ppd, Plr e Sinistra sollecita una valutazione al Municipio cittadino
Sondare la fattibilità di un servizio regionale unico di educatori di strada (di prossimità) con gli altri Comuni del distretto; e in caso di riscontri positivi presentare al Consiglio comunale un progetto di massima condiviso in modalità intercomunale, che ne definisca la struttura, l’organizzazione, le modalità di funzionamento e un’equa ripartizione dei costi. Lo chiede al Municipio di Bellinzona un’interpellanza interpartitica (Ppd, Plr e Sinistra) dopo l’avallo in Consiglio comunale, lo scorso novembre, della mozione Lo Russo per l’istituzione del servizio nel comprensorio cittadino aggregato impiegando due persone al 50% ciascuna. Contemporaneamente una decisione simile veniva presa dai legislativi di Arbedo-Castione e Lumino per un servizio in comune tramite l’assunzione di un operatore al 50%.
Ora, considerato che l’esigenza per un servizio rivolto al disagio giovanile è abbastanza sentita in tutto il comprensorio indipendentemente dai confini giurisdizionali dei singoli Comuni, dalla politica arriva la proposta di valutare l’ipotesi di una collaborazione intercomunale. “Appare logico e funzionale alla sua efficacia, ipotizzare un servizio sociale di prossimità con una struttura e un’organizzazione allargata ove possano collaborare e partecipare il maggior numero possibile di Comuni dell’intero Distretto”, scrivono gli interpellanti Emilio Scossa Baggi, Paolo Locatelli, Vito Lo Russo, Silvia Gada, Alessandro Lucchini e Charles Barras. Il valore aggiunto di una struttura organizzata su un territorio più vasto, aggiungono, “consisterebbe nel beneficiare di conoscenze accresciute del fenomeno, nella possibilità di svolgere interventi mirati coordinati volti a un’efficace integrazione delle risorse del territorio”. Una simile struttura “oltre ad attivare sul terreno la presenza coordinata di più persone (esigenza ritenuta fondamentale dagli specialisti in materia) offrirebbe alla popolazione un’organizzazione più efficace”. Ne gioverebbe – sono convinti i sei consiglieri – l’operatività del servizio e, in una visione di breve-medio termine, pure il carico finanziario annuo. L’attività degli educatori di prossimità “risulterebbe più efficace, meglio pianificata, organizzata e coordinata su tutto il territorio, con supplenze e presenze sempre garantite. Prendendo inoltre spunto da analoghe esperienze fatte in altre città svizzere, si evince chiaramente come sia imprescindibile poter operare in team e non singolarmente”.