Bellinzonese

Erano figlie di ticinesi le bambine uccise nel canton Soletta

Il fatto di sangue avvenuto sabato a Gerlafingen: arrestata la madre, sospettata di essere l'autrice del gesto. Attonita la comunità di Airolo

Candele e ceri lasciati davanti all'abitazione da amici e conoscenti delle due bambine uccise (foto tratta da Facebook)
18 gennaio 2021
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Piange la comunità di Gerlafingen, nel canton Soletta, per la tragedia consumatasi tra venerdì sera e sabato mattina fra le mura domestiche di una famiglia ticinese le cui figliolette di 7 e 9 anni sono state uccise presumibilmente dalla madre nel frattempo arrestata. Una triste vicenda che getta nello sconforto anche la comunità airolese, paese di origine del padre delle piccole vittime, un ingegnere da lungo tempo attivo professionalmente nel Canton Berna e con forti legami con l’alta Leventina. Conosciuto nell’ambiente dello sci e dello snowboard, il 45enne vi si recava con una certa regolarità accompagnando le figliolette sulle piste, come fatto l’ultima volta durante le recenti vacanze natalizie. E proprio questo sabato, mentre nella stazione invernale di Airolo sembra che lui stesse trascorrendo alcune ora in compagnia della prima figlia dodicenne della moglie avuta da una precedente relazione, a Gerlafingen la crisi in cui era sprofondata la quarantenne ha trovato un epilogo che lascia attoniti gli amici, i familiari e le due comunità. 

Il trasloco e la separazione

La mamma, cresciuta nel Bellinzonese, stando ai media d’Oltralpe sembrava essersi bene integrata a Gerlafingen, dov’era giunta poco tempo fa da Meinisberg, comune a soli venti minuti d'auto dove la coppia ha abitato per alcuni anni fino a quando è subentrata una crisi coniugale e lei ha trasferito il domicilio portandosi appresso le figlie. Comune il cui sindaco, interpellato dal ‘Blick’, parla di una famiglia normale, come tante altre, con la madre da tutti ritenuta nell’ambiente scolastico locale sempre molto disponibile, oltre che devota. Purtroppo col marito, come detto, da qualche tempo le cose sembravano non andare troppo bene. Sentito sempre dal ‘Blick’, in Leventina un parente della famiglia colpita si dice devastato. «Le bambine – racconta – erano così dolci e amavano venire a trovarci col papà e a sciare». L'ultima volta che si sono visti, conferma, è stato durante le vacanze di Natale. Agli inquirenti il difficile compito, in queste ore, di interrogare la madre per cercare di ricostruire i fatti e comprendere il movente. Tra i familiari qualcuno si spinge a ipotizzare l’esistenza di problemi psicologici.

Il sindaco di Airolo: ‘Un dramma che ci interroga tutti’

Affranto e scosso il sindaco di Airolo, che a nome anche della comunità locale, specie della piccola frazione di Nante, esprime il proprio sentimento di cordoglio al padre delle bambine e ai suoi genitori: «Una famiglia di qui che conosco molto bene, radicata nel nostro territorio», spiega alla 'Regione' Franco Pedrini, lui stesso di Nante. Quanto successo «porta un profondo dolore a tutti noi in questo periodo già caratterizzato da molti problemi. Non posso che essere vicino alle persone toccate e chiedermi, come tutti, quali difficoltà possano esserci a monte per indurre una madre a fare ciò che ha fatto».

Un vicino: ‘Era una piccola famiglia all'apparenza felice’

Gli stessi interrogativi che si pongono i conoscenti della coppia Oltralpe. A Gerlafingen un vicino intervistato da ‘20 Minuten’ spiega di non riuscire a immaginare come la madre possa essersi spinta fino a quel punto estremo: «Soprattutto perché si vedeva come stava con le sue figlie». All'apparenza un buon rapporto. Altri confermano che era una piccola famiglia amichevole. Il quartiere è sotto choc e all’esterno della palazzina con 45 appartamenti, dove la donna aveva trovato casa di recente, sono state depositate delle candele. Inoltre domenica sera, dopo le prime notizie diffuse dai media a seguito delle comunicazioni rese pubbliche dalla polizia solettese, un gruppo di amici e conoscenti ha organizzato una veglia spontanea per ricordare le due sorelline morte.

Care Team per le persone coinvolte

Da noi contattata, la Polizia cantonale solettese spiega che i familiari sono stati informati dei fatti. Il portavoce Bruno Gribi sottolinea che già da sabato «è stato istituito un Care Team» con il compito di assistere le persone colpite dalla tragedia. Per le forze d'intervento è invece a disposizione «il servizio psicologico della polizia cantonale», ha precisato Gribi. Particolarmente bisognosa d'aiuto è la sorella di 12 anni, assistita dagli appositi servizi. Intervistata dai media locali, l'assistente sociale Korina Stoltenberg ha evidenziato come la giovane necessiti attualmente di essere confortata: «Ci sono molte sue domande a cui non si può al momento rispondere».

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