Da un anno Manuel Cereda dirige l’Ente regionale per lo sviluppo. Lo abbiamo intervistato: ‘L’importanza della strategia’
Il suo motto è fare gioco di squadra e per ottenere ciò ritiene sia necessario assistere i giocatori per condividere con loro l’obiettivo comune, la direzione verso cui andare. Le metafore calcistiche stanno a cuore a Manuel Cereda, dal 1° gennaio 2020 direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli (Ers-Bv). L’anno trascorso assumendo questo ruolo (che era stato lasciato vacante da Raffaele De Rosa eletto in Consiglio di Stato) è stato segnato dalla pandemia ma, a parte questo aspetto imprevisto, Cereda ne trae un bilancio positivo e guarda al futuro, anche grazie a una serie di progetti in fase di concretizzazione o di avvio. «È un territorio con del potenziale di sviluppo enorme e sono convinto che nei prossimi 5-10 anni ciò emergerà in modo molto evidente», ci racconta dalla sua sede di Biasca. E per fare questo, la strategia è come detto il gioco di squadra tra i vari attori, pubblici e privati, che operano sul territorio. «Se uno si lamenta perché non gli passano la palla non ottiene nulla, se fa squadra con gli altri e tutti sanno qual è la strategia per riuscire a fare gol, il team è pronto ad affrontare tutti i tipi di terreno e di avversari», sottolinea.
A causa della pandemia e delle sue conseguenze più dirette la progettualità nel Bellinzonese e valli ha subito una battuta d’arresto?
Nient’affatto. È stato un anno intenso, durante il quale sono entrato nel merito di molti progetti e ho conosciuto vari attori sul territorio, anche se in tal senso la pandemia non ha aiutato. Posso dirmi positivamente sorpreso per la voglia e l’energia che c’è sia a livello di enti locali ma anche da parte dei privati di voler fare qualcosa. Ci sono persone e aziende che vogliono reinventarsi per far fronte alla situazione; hanno idee nuove e innovative. Non c’è solo chi si aspetta un aiuto contingente ma anche chi affronta in modo positivo la sfida.
Quali sono i progetti che contribuiranno allo sviluppo della regione nei prossimi anni?
I progetti faro che incidono sullo sviluppo economico hanno bisogno di parecchi anni per la realizzazione. Ma ve ne sono parecchi in fase di progettazione o di concretizzazione, a cominciare dalla copertura autostradale di Airolo che darà un impulso importante a tutta la valle, ma anche la nuova Valascia, il Ritom 2 sia per la parte energetica, sia in ambito di rilancio turistico. Anche gli impianti di risalita e il loro rilancio saranno un tema caldo, un esempio in tal senso è il progetto 365 per Campo Blenio-Ghirone. Vi è poi il previsto Centro turistico Sun Village ad Acquarossa, un progetto che inciderà su tutta la dinamica della valle, così come il nuovo Polisport di Olivone; e un risvolto regionale l’avrà anche il futuro di Riviera Airport. A Bellinzona oltre alla Fortezza, c’è fermento sulla sponda destra e sinistra, ma anche per quanto riguarda la Terrazza sul Bellinzonese a Lumino. E poi ci sono i poli di sviluppo economico della regione. Impossibile citarli tutti, ma la sfida è coordinare tutto questo, attori che hanno idee che vanno nella stessa direzione o sono sinergici e che assieme potrebbero essere più attrattivi o creare un prodotto turistico ancora più accattivante. Il ruolo dell’Ers-Bv è dare loro una mano a mettersi in rete e riuscire a sviluppare un progetto più solido e con maggiori chance di riuscita, in modo da creare maggiori indotti, diretti e indiretti, sul territorio.
I vostri interlocutori sono perlopiù enti pubblici o privati?
Si tratta di un bel mix. Ci sono imprenditori che vedono ogni sfida come opportunità per migliorare, rilanciarsi, riposizionarsi, ma ci sono anche molti Comuni con tratti imprenditoriali. L’ente locale di oggi non si occupa più unicamente di fornire i servizi di base, molti ragionano in termini di sviluppo socio-economico e di progetti di supporto all’imprenditoria privata. Un ruolo importante in tal senso lo giocano la Città di Bellinzona, quale polo funzionale della regione, e il Bellinzonese, ma anche la Riviera e le valli superiori non si tirano indietro quanto a propositività, anzi. Infatti sia la Valle di Blenio che la Leventina saranno impegnate nei prossimi mesi nell’aggiornamento (la prima) e nella creazione (la seconda) del Masterplan.
Concretamente cosa porterà alle valli questo strumento?
Se viene realizzato un Masterplan non vuol dire che già attualmente non ci siano dei progetti e non si tratterà nemmeno di elaborare una lista di questi progetti. Lo scopo è quello di riuscire a creare unità d’intenti, in modo da conoscere gli obiettivi di crescita nei futuri 5-10 anni e sapere così qual è la direzione da seguire. Ad esempio in Leventina i Comuni dovranno condividere i propri obiettivi e fare squadra. Il masterplan è un modo di ragionare e di lavorare. E proprio per gestire e implementare al meglio ciascun masterplan ognuno ha un’antenna, una persona di riferimento. Dopo quella per la Valle di Blenio introdotta 5 anni fa, a breve verrà aperto il concorso per un project manager della Leventina e aumenteremo così il nostro organico di un’unità, garantendo come ente sempre la visione d’insieme per l’intera regione.
Quali prospettive per la zona industriale della Bassa Leventina che dovrebbe diventare un Polo di sviluppo economico (Pse)?
L’idea è di creare le condizioni di base migliori affinché questo polo possa attirare nuove aziende e permettere a quelle presenti di operare in modo ancora più performante a livello nazionale e internazionale. I Comuni di Bodio, Giornico e Personico dovranno anzitutto pensare alla pianificazione. Poi enti locali, proprietari dei sedimi, Ers-Bv e Cantone devono creare una governance, un gruppo che decide le regole del gioco per stabilire chi si insedierà, chi rimane, chi esce dalla Pse. I vantaggi: oltre ad avere un territorio pianificato a regola d’arte, la governance permetterà di avere un controllo armonioso sui contenuti in modo da riuscire a creare posti di lavoro qualificati per lavoratori che risiedano nella regione. Attualmente il polo ne conta già 450 e dispone inoltre di un campus formativo che si sta ampliando.
Molte strutture ricettive come alberghi e ristoranti sono vetuste o in disuso, soprattutto nelle valli. In questo ambito manca progettualità?
All’imprenditore in ambito turistico, che si tratti di un albergatore o di un proprietario di residenze secondarie, quest’anno è servito per dare una spinta a prendere delle decisioni. È diventata un’evidenza che bisogna fare qualcosa. C’è chi non può permetterselo o non vuole, ma per chi ha i mezzi è il momento giusto per investire. Il mercato si sta infatti riorientando e questo sarà un tema fondamentale nei masterplan perché gli investimenti futuri in questo campo dovranno essere mirati. Lavorando a stretto contatto con l’Organizzazione turistica regionale percepisco dinamismo da parte del territorio, c’è gente che ha idee e mette molta cura nell’offerta di prodotti. Gli ospiti cercano tranquillità, natura, ma anche un certo stile, e quindi è necessario portare avanti un aggiornamento delle strutture che è già iniziato. La richiesta è grande e con l’arrivo del Treno Gottardo di Sob siamo ancora più connessi con potenziali visitatori: dobbiamo allargare ulteriormente gli orizzonti e cogliere le nuove opportunità. Abbiamo tutte le peculiarità per riuscire a creare nuove offerte, nuove esperienze turistiche, generando indotto per tutta la regione.