Lo ha deciso il Municipio nonostante la sentenza negativa del Tf: l'impresa Savioni assumerà il 55% dell'investimento e la Fondazione Focus il 45%
Luce verde del Municipio di Arbedo-Castione alla realizzazione della ‘Residenza 100 anni’ promossa dalla Fondazione Focus costituita insieme alla Parrocchia di Castione proprietaria del terreno su cui, tramite diritto di superficie, è prevista la struttura dotata di 32 appartamenti a pigione moderata per anziani e disabili autosufficienti e nella quale troverà posto anche il nuovo ufficio postale. Come appreso dalla ‘Regione’, lunedì il Municipio ha concesso all'impresa edile Savioni di San Vittore la licenza edilizia al progetto elaborato dall'architetto Alain Poroli di Locarno. All'impresa dunque, e non alla Fondazione, essendo nel frattempo intervenute delle modifiche nell'assetto gestionale e finanziario del progetto.
«Siamo pronti a costruire, il cantiere aprirà a inizio 2021», dichiara un soddisfatto sindaco. Sempre che, ovviamente, nessuno impugni la decisione municipale. «Non credo succederà – prosegue Luigi Decarli, che presiede anche la Fondazione – dato che non sono state introdotte opposizioni al momento della seconda pubblicazione», dopo che la prima, ricordiamo, era stata cassata dal Consiglio di Stato accogliendo l’opposizione dell’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) che aveva rilevato errori nel calcolo della superficie edificabile. Sempre l’Amica in occasione della seconda pubblicazione ha poi chiesto e ottenuto di aumentare il numero di posteggi a disposizione.
«A questo punto – confida il sindaco – l’iter dovrebbe avanzare speditamente». E questo nonostante il Tribunale federale, come anticipato dal nostro giornale il 10 dicembre, abbia respinto il ricorso della Fondazione sull’assegnazione dell’appalto favorevole all’impresa edile Savioni. Secondo il Tf – che così facendo ha colmato un vuoto giuridico a livello svizzero – essendo la fondazione di diritto privato ma costituita da enti pubblici sussidianti, e considerate le norme federali sulle commesse pubbliche, avrebbe dovuto promuovere un concorso internazionale (vista anche la cifra d’investimento pari a 12 milioni) anziché optare per un concorso a invito circoscritto a tre imprese. Una di queste, la Antonini&Ghidossi, contestando la decisione favorevole alla concorrente la cui offerta risultava essere la più onerosa delle tre, aveva innescato una battaglia giuridica ora finita a suo favore. «Ma la nostra fondazione – spiega il sindaco – questo punto lo ha già risolto due anni fa costituendo nel 2018 un Ppp, ossia un Partenariato pubblico-privato con il quale l’impresa Savioni diventa l’investitore preponderante con una quota del 55%, mentre la fondazione si accollerà il 45% dei 12 milioni. Così facendo, diventando l’impresa di costruzioni l’attore principale e la Fondazione quello secondario, si può procedere con l’avvio del cantiere». Quanto infine agli otto milioni di franchi che il Consiglio comunale aveva a suo tempo stanziato quale sostegno al progetto, sarà restituita al Comune la quota parte che non verrà utilizzata essendo assunta dall’impresa Savioni.