L'Ufficio federale della pianificazione territoriale contesta il Piano regolatore definitivo, ma con anni di ritardo. I giudici ticinesi: 'Disattento'
Se l’Ufficio federale della pianificazione territoriale (Are) è disattento nella gestione dei dossier, non può pretendere di far valere le proprie ragioni con anni di ritardo. Questo, come appreso dalla 'Regione', il succo della decisione con la quale il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) alla fine di ottobre ha ritenuto irricevibile un ricorso dell’Are interposto nel novembre 2019 contro la risoluzione adottata ben quattro anni e mezzo prima, nel marzo 2015, dal Consiglio di Stato approvando il Piano regolatore definitivo della Val Malvaglia (Comune di Serravalle). Dal canto suo l’Are, ritenendo dal profilo procedurale il proprio agire corretto, nei giorni scorsi ha impugnato la decisione del Tram con un ricorso interposto al Tribunale federale.
Nel merito della questione, il Pr definitivo della Val Malvaglia stabilisce la zona edificabile degli insediamenti storici comprendente 17 nuclei antichi principali. Al Pr definitivo si è giunti – al termine di una procedura comunale e cantonale che ha coinvolto anche gli uffici federali – affinando una variante risalente al 1994. Ora l’Are chiede l’annullamento della decisione governativa ritenendo violati sia i principi riguardanti la delimitazione delle zone edificabili; sia le disposizioni transitorie entrate in vigore nel 2014 con la revisione parziale della Legge sulla pianificazione territoriale che ha inasprito i requisiti necessari per includere nuovi terreni in zona edificabile; e sia le norme concernenti le possibilità d’intervento su edifici situati fuori zona edificabile. Contestazioni inoltrate con quattro anni e mezzo di ritardo asserendo l’Are di essere venuto a conoscenza della risoluzione governativa sul Pr della Val Malvaglia soltanto il 7 novembre 2019 nell’ambito di un procedimento edilizio riguardante un edificio situato nel nucleo di Dagro.
In definitiva, Berna rimprovera al Ticino di non averle mai notificato la risoluzione del 2015. Ma a questo riguardo, carteggi alla mano, il Tram rileva che “perlomeno a partire dal 2010 l’Are era al corrente delle peculiarità territoriali e insediative della Val Malvaglia e della sua situazione pianificatoria”. Questo nell’ambito dei contatti intervenuti fra Are e Cantone nell’ambito del Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti (Puc-Peip), nel quale si evidenziavano per la Val Malvaglia e la Val Bavona le necessarie misure a tutela del paesaggio e del patrimonio edilizio rurale tradizionale. Quanto al Pr della Val Malvaglia, nella primavera 2015 la risoluzione governativa è stata pubblicata sul Foglio ufficiale. I dodici ricorsi allora inoltrati al Tram sono stati evasi nel dicembre dello stesso anno, con copia delle decisioni subito notificate all’Are.
“Appare pertanto inconciliabile con la diligenza richiesta dalle circostanze – conclude oggi il Tram – che, perlomeno al momento della notifica delle sentenze, l’Are non si sia attivato presso il Cantone chiedendo lumi circa la risoluzione del marzo 2015, esigendone la notificazione integrale”. Il fatto che l’Are asserisca di essere venuto a conoscenza della risoluzione governativa soltanto nel novembre 2019, “è da ricondurre esclusivamente alla sua disattenzione”. Non da ultimo, conclude il Tram, considerato che nel frattempo il Pr della Val Malvaglia è entrato in vigore, ammettere la possibilità di impugnarlo quattro anni e mezzo dopo la sua approvazione “appare inconciliabile col principio della sicurezza giuridica”.