Bellinzonese

Nuove officine, 'a Lucerna per avere finalmente chiarimenti'

È in programma giovedì 27 agosto l'incontro tra maestranze, Ffs e Consiglio di Stato ticinese. Gianni Frizzo: 'rivendicheremo più attività e posti di lavoro'

20 agosto 2020
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Sono determinati i rappresentanti della Commissione del personale delle Officine Ffs di Bellinzona che, insieme ai sindacalisti di Sev-Transfair e Unia, il prossimo 27 agosto si recheranno a Lucerna in occasione dalla cosiddetta riunione di piattaforma. Un incontro al quale parteciperanno anche le Ffs e una delegazione del Consiglio di Stato ticinese e in cui le maestranze - a circa un anno e mezzo dalla votazione popolare del maggio 2019 che aveva dato il via libera alla realizzazione del nuovo stabilimento a Castione - intendono sollecitare chiarezza in vista del futuro ed esporre le proprie rivendicazioni. «L’incontro di giovedì ci aiuterà a capire qual è la reale volontà delle Ffs di presentarci qualcosa di dettagliato e considerarci dunque interlocutori con i quali instaurare un dialogo costruttivo», ha affermato il capodelegazione Gianni Frizzo durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio, preceduta dall’assemblea del personale delle Officine nella quale è stata definita e approvata la scaletta dei temi da sottoporre alla Ffs. Frizzo ha ricordato come allo stato attuale nessuno abbia visto il piano industriale dell’ex regia federale, che le maestranze sperano possa essere presentato proprio a Lucerna. Sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni si parlerà naturalmente di posti di lavoro e attività che si svolgeranno a Bellinzona, sia durante la fase di transizione (che si protrarrà fino al 2026) che all’interno del nuovo stabilimento. Con le maestranze che in questo senso sono intenzionate a chiedere di più di quanto annunciato dalle Ffs.

«La nostra intenzione è di riuscire a far valere la seguente equazione: più attività, soprattutto quelle che non hanno motivo di essere trasferite, e più posti di lavoro. La riunione non sarà dunque una semplice richiesta di informazioni, ma speriamo possa essere un elemento su cui discutere. Non possiamo infatti limitarci ad accettare un'officina con soli 200-230 operai collegati al traffico passeggeri. Vogliamo riuscire a traghettare nel nuovo sito la realtà attuale, mantenendo profili e competenze. Sarà inoltre importante valutare l'introduzione di nuove attività. Purtroppo quello che perdiamo oggi non lo recupereremo in futuro. Occorre dunque ragionare su una visione di sviluppo e non di contenimento. L'obiettivo è insomma che lo stabilimento di Castione non sia semplicemente un'officina di riparazione». Dal canto suo Ivan Cozzaglio, presidente della Commissione del personale, ha sottolineato come anche il Consiglio di Stato sia in attesa di indicazioni precise. Governo, è stato evidenziato dai presenti, che durante una recente riunione avrebbe dato prova di comprendere le richieste di chiarimenti delle maestranze. «Ciò che è sicuramente positivo - ha affermato Frizzo -. Ci deve infatti essere una forte rivendicazione da parte del Ticino». 

Mercato terzi: 'importante anche il ruolo della politica'

Il segretario sindacale Sev, Pascal Fiscalini, ha poi posto l’accento sull’importanza che assume l’incontro di giovedì prossimo anche in merito a un possibile aumento del mercato terzi. «Oltre al traffico passeggeri, bisognerà capire come le Ffs intendano impegnarsi attivamente in questo senso», ha affermato Fiscalini. «Sarà importante anche il ruolo della politica», ha aggiunto Frizzo. 

'Sembra che le Ffs abbiamo carta bianca'

Per il nuovo impianto di manutenzione di Castione, lo ricordiamo, a dicembre 2017 le Ffs, il Cantone Ticino e il Comune di Bellinzona hanno firmato una dichiarazione d’intenti. Nel 2018/2019 il Municipio di Bellinzona e il Gran Consiglio ticinese hanno approvato un contributo finanziario di rispettivamente 20 e 100 milioni di franchi (l’investimento complessivo per il nuovo stabilimento industriale è di 360 milioni di franchi). Nonostante l'importante cifra stanziata, ha sottolineato Fiscalini, sembra tuttavia che l'ex regia federale abbia «carta bianca» sui contenuti della nuova officina. 

Nel futuro stabilimento annunciato come il “più moderno e performante d'Europa”, i veicoli che saranno trattati saranno i Giruno, gli Etr 610 e i Flirt/Tilo, nonché i Loc di vecchia generazione (fino al 2035) e in seguito quelli nuovi. Si stima che circa un terzo del lavoro riguarderà i lavori sulle componenti, un altro terzo la manutenzione pesante, circa il 20% di manutenzione leggera e un 15% di lavori di revisione. Il settore merci di Cargo è quello che, secondo la dichiarazione d'intenti, non dovrebbe figurare nella nuova officina. 

Le Ffs prevedono di concludere la fase di pianificazione di progetto entro il 2022 e iniziare il cantiere nel 2023. La costruzione richiederà circa 2 anni di lavoro e l'officina dovrebbe essere completamente operativa nel 2026. Non è inoltre escluso che già nel 2025 si possano adottare delle soluzioni per l'entrata in esercizio parziale.