Bellinzonese

'La crisi non è finita: solo uniti la supereremo'

L'incertezza e la preoccupazione per la pandemia al centro dell'allocuzione del Consigliere federale Alain Berset, ospite d'onore a Monte Carasso

Il Consigliere federale durante la sua allocuzione (Ti-Press/Crinari)
1 agosto 2020
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Circa trecento le persone che previa iscrizione hanno avuto la possibilità di partecipare ai festeggiamenti sul piazzale dell’Antico convento delle Agostiniane. In occasione di un Primo agosto diverso, come sottolineato a più riprese da coloro che hanno preso la parola, segnato inevitabilmente dall’emergenza sanitaria con la quale tutto il mondo si sta confrontando. 

Il Consigliere federale Alain Berset, ospite d'onore della serata organizzata dal Comune di Bellinzona, è giunto a Monte Carasso accompagnato dalla moglie Muriel poco dopo le 18.30, accolto da un applauso dei presenti e dal saluto delle autorità comunali (presenti anche i membri del Consiglio nazionale Bruno Storni e Fabio Regazzi).  

Filo conduttore della sua allocuzione, la necessità di rimanere uniti e continuare a impegnarsi nella lotta al virus, che in particolare nelle ultime settimane - all’immagine dell’aumento dei casi positivi in tutta la Svizzera - è tornato a preoccupare. «La crisi non è ancora superata - ha esordito il Capo del Dipartimento federale dell'interno -. La crescita dei contagi non giunge inattesa. La gente si sposta di più, viaggia di più e soggiorna di più all’estero. Ora si tratta di combattere con decisione la nuova impennata. Tutti insieme. Bisogna di nuovo ridurre il numero delle infezioni e interrompere le catene di contagi. Conosciamo le regole d’igiene e di distanziamento sociale, che sono importanti ed efficaci. Dappertutto: in vacanza, al lavoro, sui mezzi pubblici e nei ristoranti». Un’estate, quella del 2020, che è periodo di «attesa, speranza e apprensione. È desiderio di normalità, ma è anche disillusione, perché osservando la situazione mondiale, sappiamo che potrebbe durare ancora a lungo». 

'Non siamo sempre la nazione immune che spesso crediamo di essere'

«Quest’anno ci ricorda brutalmente una cosa - ha ricordato Berset -: non siamo sempre la Nazione immune che spesso crediamo di essere. E che effettivamente spesso siamo stati. Neutralità, fortuna e abilità strategica ci hanno fatto attraversare indenni persino la prima – terribile – metà del XX secolo. Il virus, ovviamente, non è paragonabile alle guerre mondiali. Però ha un forte impatto sulle nostre vite. E diffonde una grande incertezza su come cambierà la nostra vita, il nostro quotidiano, la nostra situazione economica. Forse - ha aggiunto Berset  - è proprio questa incertezza ad essere difficile da sopportare, per noi Svizzeri; un’isola di stabilità in mezzo a un continente storicamente in tumulto». 

Dal Consigliere federale sono giunti messaggi di vicinanza e stima verso il Ticino, in particolare per avere «dimostrato in modo straordinario di essere una comunità unita e solidale». Se a volte, ha ricordato Berset, non si riesce a scacciare il sospetto che per certi aspetti il valore della coesione nazionale celebrata il Primo agosto sia soltanto una funzione, quest’anno «la nostra solidarietà è autentica: quando il pericolo incombe, la nostra comunità fa quadrato. In tutta la Svizzera abbiamo dimostrato che quando è necessario ci aiutiamo l’un l’altro. È stato necessario e lo è ancora. Ci aiutiamo l’un l’altro a superare la crisi sanitaria. Non importa quanto durerà. Ci aiutiamo l’un l’altro ad affrontare al meglio la recessione che ci attende. Non importa quanto sarà dura».  

'Pensiamo più in grande, al di sopra delle differenze'

Quest’anno i valori del Natale della Patria assumono un valore di grande attualità, ha ricordato il sindaco di Bellinzona Mario Branda durante la sua allocuzione. Branda ha infatti sottolineato come dal 1899 si celebri la Festa nazionale proprio per «la necessità di consolidare e rafforzare il sentimento di unità nazionale, rinsaldare il vincolo fra i Cantoni e la solidarietà tra i suoi abitanti». Un Primo agosto, ha continuato il sindaco, «che in questo momento di crisi ci induce anche a pensare e sentire più in grande, avere il senso dell’unità al di sopra delle differenze, renderci conto che l’amore per il paesaggio che si vede dalla propria finestra è vivo solo se si apre al confronto con ciò che sta attorno». 

In vista di una possibile seconda ondata, «vi è il forte rischio di una recessione economica nazionale e forse mondiale: occorreranno molte energie e pazienza e, naturalmente, senso di solidarietà: tra ricchi e meno abbienti, tra sani e malati, tra giovani e anziani. Credo che il nostro Paese, il nostro Cantone ma anche la nostra Città siano attrezzati per questo, ma non bisognerà farsi trovare impreparati».  

La pandemia, ha proseguito Branda, «ci ha anche ricordato che non di rado le cose accadono indipendentemente dai nostri piani e meno ancora dai nostri desideri. Le malattie, le epidemie sono parte della vita del nostro pianeta. Il punto è imparare dal passato, capire dove stanno i veri rischi, evitando di inventare nemici su cui inutilmente scaricare rabbia e paura; sapere anche che la natura va rispettata e che quando la malattia si presenta occorre non farsi cogliere alla sprovvista. Una consapevolezza che ci tornerà utile». 

Dal sindaco è giunto infine un pensiero di sincera riconoscenza al personale sanitario e a tutti coloro che con il loro operato hanno in questi mesi permesso alla Città di Bellinzona «di funzionare anche nel momento di più acuta crisi».  

Le allocuzioni sono state precedute con la firma da parte di Berset del libro degli ospiti della Città. Dopo i discorsi la serata è proseguita con musica e il risotto preparato dai cuochi della Società Rabadan. 

La contestazione dell'Mps 

Berset è stato accolto a Monte Carasso anche da un gruppo di donne del Movimento per il socialismo (Mps) le quali, attraverso uno striscione, hanno manifestato il proprio disappunto sulla politica del Consiglio federale. “Il Profitto, ormai, tutto governa e tutto gestisce, compresa la salute dei popoli”, si legge nel comunicato diramato. “Per questo ci presentiamo ad accogliere Berset con una dimostrazione per contestare l'ostinazione del Consiglio Federale nel proseguire il cammino sulla strada di questa normalità”. Secondo le manifestanti, una potenziale pandemia “era già stata paventata a settembre, e allertava i Paesi a prepararsi sottolineando che le strutture sanitarie mondiali non fossero adeguate. Insomma: tutti sapevano e nessuno ha agito per tempo, Svizzera compresa., insomma, «tutti sapevano e nessuno ha agito per tempo, Svizzera compresa”.