Intervista a Simone Orlandi, nuovo presidente della sezione Udc cittadina dopo le recenti dimissioni in blocco
Classe 1987, politicamente attivo come consigliere comunale a Claro dal 2012 al 2017, dal 2018 coordinatore dell'Udc per Bellinzonese e valli, dall'anno scorso membro della Direttiva cantonale come organizzatore degli eventi dell’Udc Ticino, nell'autunno 2019 secondo miglior votato in Ticino nella lista Giovani Udc alle elezioni federali, Simone Orlandi dal 1° luglio è il nuovo presidente della sezione democentrista di Bellinzona. Subentra a Ivano Deluigi che, in rotta col presidente cantonale Piero Marchesi, ha dimissionato a inizio giugno insieme ai vicepresidenti Alessandro Torriani e Arturo Burini e al segretario Antonio Micheli.
All'assemblea sezionale dello scorso autunno in vista delle elezioni comunali 2020 poi rinviate al 2021, presente in sala Marchesi, alcuni consiglieri comunali hanno fatto autocritica sulla loro stessa passività politica. Un segnale che il vertice locale nei mesi a seguire non sembra aver colto, per infine dimissionare. Cos'è successo?
«Le autocritiche sortite in quell’occasione avevano prodotto solo un piccolo cambiamento. Ora è necessario lavorare, tutti assieme, per avere una sezione e un gruppo in Consiglio comunale motivati e attivi nel difendere gli interessi dei cittadini di Bellinzona».
E quali sarebbero gli interessi dei cittadini di Bellinzona?
«Ritengo che interessi loro avere un Municipio e delle istituzioni che lavorano in modo efficiente e che non sprecano i soldi pubblici - dopo gli ultimi scandali relativi ai superamenti di crediti dei vari progetti comunali mi pare che l’obiettivo sia lungi dall’essere raggiunto - e una politica più trasparente. Scoprire che i municipali hanno relazioni personali e professionali con aziende che ricevono mandati diretti dall’esecutivo crea poca fiducia nelle Istituzioni. E poi i cittadini vogliono servizi funzionanti a un costo adeguato. Alcuni servizi sono buoni, altri meno. Inoltre è un problema il fatto che il moltiplicatore fiscale di Bellinzona (ndr: 93%) non sia per nulla concorrenziale. Bisogna continuare a investire, ma anche migliorare l’efficienza dell’amministrazione riducendo i costi. Così si potrà anche abbassare il moltiplicatore d’imposta e lasciare qualche soldo in più nelle tasche dei contribuenti».
Lo slancio, a partire dallo scorso autunno, si è visto sul piano regionale con la nascita di alcune nuove sezioni, mentre a Bellinzona l'Udc sembra aver marciato sul posto. Oltre alla questione dirigenziale, lo si può attribuire anche al fatto di 'convivere' politicamente con la Lega?
«Parlo con molti cittadini che votano Udc e che apprezzano la nostra politica e mi chiedono maggior presenza e costanza del partito. Voglio investire le mie forze per soddisfare queste aspettative e non per guardare al passato».
Sempre a proposito di Lega, altrove i democentristi hanno deciso di smarcarsi e di correre da soli per le comunali. A Bellinzona ha ancora senso un listone unico di destra (la lista civica Liberi ha già fatto il passo...)?
«Nella maggior parte dei Comuni Udc e Lega corrono assieme. È un vantaggio per noi e lo è pure per la Lega. Anche nei Comuni dobbiamo essere in grado di replicare e migliorare i buonissimi risultati ottenuti alle elezioni cantonali e federali del 2019. Ritengo che anche a Bellinzona sia necessaria maggiore presenza del primo partito a livello nazionale, e soprattutto della sua politica che prima pensa al benessere dei cittadini svizzeri. Anche a Bellinzona su questo aspetto c’è molto da fare: se saremo capaci di unire tutti sotto un unico cappello, allora saremo più efficaci».
Negli ultimi mesi avete mosso diverse critiche al Municipio, ma dai banchi del Cc si vedono arrivare poche vostre proposte, poche mozioni. Più facile criticare che costruire?
«Il gruppo sta facendo un buon lavoro, ma sappiamo benissimo che a Bellinzona impera il 'radical-socialismo', ciò che rende un'impresa 'far passare' proposte del nostro gruppo. Dobbiamo dunque affidarci alla democrazia diretta, come fatto con il referendum sugli stipendi dei municipali, quando il popolo ci ha dato ragione. I prossimi mesi saranno fondamentali per convincere le elettrici e gli elettori sull’importanza di avere più Udc nelle Istituzioni del Comune, perché è da dentro che si cambiano più facilmente le cose che non vanno».
Via il vertice vecchio, si riparte con nuovo slancio. Come imposterà la sua presidenza? Quali i punti centrali su cui baserà il lavoro sezionale?
«Lavorare con un gruppo coeso e motivato verso le elezioni comunali, iniziare a marcare più i quartieri e ascoltare i problemi dei cittadini. Inoltre, i quartieri periferici si sentono un po' abbandonati. Udc in tedesco significa “il partito del popolo svizzero”, perciò anche a Bellinzona dobbiamo essere il partito che rappresenta i cittadini che lavorano, che si impegnano nella vita, che desiderano un futuro nel nostro Comune e che vogliono che la Svizzera rimanga la Svizzera. Libera, sovrana e indipendente».
E in vista di aprile 2021, quale strategia state abbozzando?
«Sono diventato presidente da soli 12 giorni. In settimana convocherò il comitato direttivo per approfondire temi e strategia. Quanto alla Lega, ho già avuto dei contatti col presidente sezionale Sacha Gobbi: l’obiettivo è di trovare una soluzione entro fine settembre per creare una lista forte e vincente».
Durante l'assemblea dello scorso autunno Marchesi aveva invitato la sezione a individuare tre temi forti su cui impostare la campagna elettorale. Se la strategia dev'essere ancora abbozzata, quali sono i temi su cui costruirla?
«I temi della campagna verranno definiti dal comitato. Su questo voglio aprire un’ampia discussione perché non si improvvisano in pochi minuti. Ho le mie idee, ma il presidente da solo va poco distante. Chiedo il tempo necessario per lavorarci; dopo l’estate presenteremo le nostre idee e i progetti».