Bellinzonese

'Prima o poi le direzioni delle case anziani dovranno chiedere scusa'

La rabbia dei famigliari degli ospiti deceduti per Covid-19 emerge anche in occasione della serata pubblica organizzata dal Movimento per il socialismo

L'introduzione del granconsigliere Matteo Pronzini (foto Ti-Press/Gianinazzi)
3 luglio 2020
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Sala gremita all'Antico convento delle Agostiniane di Monte Carasso in occasione della serata pubblica organizzata dal Movimento per il socialismo (Mps). L'obiettivo dell'incontro di questa sera era quello di discutere in merito alla gestione del coronavirus all'interno della case anziani ticinesi, che non ha mancato di alimentare polemiche e discussioni alla luce dei pesanti bilanci di contagi e decessi registrati in alcune strutture. Una questione che ha visto in prima linea l'Mps, autore di numerose interpellanze all'indirizzo di Municipio di Bellinzona (per l'eclatante caso di Sementina) e Consiglio di Stato. 

Dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime della pandemia, la serata è cominciata con l’introduzione della Consigliera comunale Mps a Bellinzona Monica Soldini, che ha ricordato la significativa frase pronunciata l'11 giugno dal dottor Franco Tanzi ai microfoni della Rsi: “È tempo di cercare la verità”, aveva detto il geriatria e coordinatore del gruppo di lavoro case anziani in seno allo Stato maggiore cantonale di condotta, sottolineando l'importanza di imparare dagli errori commessi. 

Soldini ha poi passato in rassegna gli aspetti che secondo l'Mps potrebbero essere la chiave di lettura di una presa a carico lacunosa: il divieto d'ospedalizzare gli ospiti; non aver attrezzato il personale con sufficiente materiale di protezione; non aver tempestivamente sottoposto ai test gli ospiti e il personale; non aver diviso per tempo gli ospiti positivi da quelli negativi; non aver rafforzato e potenziato il personale infermieristico; essere intervenuti con notevole ritardo nell'adottare le necessarie misure di prevenzione. Una serie di misure - è stato sottolineato - di carattere organizzativo e direttivo «la cui decisione di messa in pratica sarebbe spettata alle direzioni delle case per anziani e ai responsabili politici di questi istituti e la cui vigilanza competeva al medico cantonale». 

Le testimonianze

È poi giunto il momento più delicato della serata, quando a prendere la parola sono state le persone accorse in sala, molte delle quali toccate da un lutto familiare dovuto al decesso della madre o del padre all'interno dei ricoveri. Persone che, oltre all’impossibilità di stare vicino ai propri cari, lamentano gravi lacune di comunicazione. Particolarmente toccante lo sfogo della figlia di un padre deceduto poiché contagiato da personale asintomatico, al quale è seguita la rabbia di una signora che ha perso la madre degente presso la struttura di Sementina: «mi hanno nascosto moltissime cose», ha esclamato, sottolineando la mancanza di informazione sul peggioramento della condizioni cliniche e sui medicinali somministrati alla mamma (in particolare morfina). «Quando si ha a un genitore di una certa età, si è consapevoli che prima o poi potrebbe arrivare quel giorno, ma mai avrei immaginato di perdere mia madre in questo modo, senza poterle stare vicino in nessun modo».

«Una telefonata fredda, senza nemmeno porgere le condoglianze», ha aggiunto un'altra donna presente in sala, riferendosi al momento in cui - dopo 18 giorni senza vederlo - la struttura di Sementina le ha comunicato il decesso del marito. La stessa signora ha poi sostenuto di essere entrata nella casa per anziani il 9 e l'11 maggio (in pieno periodo di chiusura) senza che nessuno le abbia impedito l'accesso. Si è poi parlato della struttura di Cadro, pure criticata in sala per mancanza di comunicazione, lacune nell'approvvigionamento di materiale sanitario monouso e dal punto di vista della tempestiva chiusura della casa. «Prima o poi, le direzioni dovranno metterci la faccia e chiedere scusa», è stato sottolineato. 

Presenti in sala anche il sindaco di Bellinzona Mario Branda e il municipale Roberto Malacrida, nonché il capodicastero Servizi sociali Giorgio Soldini, finito sotto il tiro del Movimento per il socialismo insieme al direttore della casa per anziani di Sementina Silvano Morisoli. Per loro, i consiglieri comunali Mps di Bellinzona avevano infatti chiesto la sospensione dai rispettivi incarichi. Un provvedimento che non si rende necessario per l’esecutivo cittadino, che ha tuttavia aperto un’inchiesta amministrativa nel corso della quale sono già stati interrogati tutti i collaboratori dei due piani Covid della struttura, dove i decessi per Covid sono risultati ben 21. Gli esiti, una volta noti, saranno messi a disposizione delle autorità penali e amministrative cantonali che lo richiedessero, ha reso noto Branda durante l'ultima seduta del Consiglio comunale. 

Tornando alla serata di questa sera, per voce del deputato Matteo Pronzini, in ottica futura l’Mps ha auspicato in particolare una gestione cantonale delle strutture (e non più affidata a Comuni o enti privati), favorendo una maggiore voce in capitolo per i parenti degli ospiti e in generale più risorse per quanto riguarda l'organico del personale. «Bisogna uscire dalla logica molto economica con cui vengono gestite queste strutture» - ha chiosato Pronzini - Dobbiamo chiederci che tipo di case per anziani vogliamo», ha aggiunto il deputato, esponendo la tesi secondo cui le cifre più elevate si sono verificate nelle strutture che già presentavano problematiche di natura organizzativa e di gestione. «Un muro di gomma», ha poi affermato il deputato, alludendo alle dichiarazioni (apparse anche su questo giornale) delle direzioni delle case per anziani toccate in maniera rilevante dal virus. «Non basta affermare di aver applicato in maniere rigorosa le misure indicate dall’Ufficio del medico cantonale».

Una pandemia che per l'Mps si poteva prevedere in maniera più tempestiva, permettendo una reazione più adeguata e di consegunza una presa a carico più accurata all’interno delle case per anziani. Mps che aveva chiesto al Consiglio di Stato di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta per fare luce sull'agire delle case per anziani durante la fase d'emergenza. Una richiesta giudicata tuttavia prematura dagli altri partiti. Su questa ipotesi il parlamento dovrà però esprimersi nel mese di settembre.