Viste la lievitazione dei costi e la difficoltà della fondazione nel reperire fondi, è il credito chiesto dal Municipio dopo l'aiuto concesso dal Cantone
Detto, fatto. Dopo averlo preannunciato lo scorso autunno presentando il Preventivo 2020 della Città, il Municipio di Bellinzona conferma oggi la decisione di voler aiutare con un ulteriore contributo finanziario di 450mila franchi - la decisione è di competenza del Consiglio comunale - la Fondazione Casa Marta impegnata nella realizzazione di una struttura d'accoglienza per senza tetto recuperando la malconcia proprietà comunale ex Ostini, accanto alla sede centrale di Banca Stato. Talmente malconcia, ricordiamo, che il primo preventivo di circa 3 milioni è lievitato, dopo approfondimenti tecnici, a 4 milioni e mezzo. Ciò che ha spinto la Fondazione, presieduta da Luca Buzzi, ad avviare un'ulteriore campagna di raccolta fondi volta a rimpolpare il prestito ipotecario a sua volta garantito da precedenti donazioni
private. Attualmente la Fondazione Casa Marta dispone di un capitale di 800'000 franchi, cui si aggiungono i 200'000 già stanziati nel 2015 dalla Città di Bellinzona, 250'000 messi a disposizione dalla Fondazione Göhner di Zugo, 180'000 tramite promesse di versamento fatte da altre fondazioni, 320'000 di donazioni varie (fondazioni o privati). Considerando il credito ipotecario massimo di 1,9 milioni, si arriva a un totale di 3,65 milioni. Mancano all'appello 850mila franchi.
Perciò Cantone e Città - desiderosi di sbloccare la situazione di stallo - rispondono presente riconoscendo la bontà e la validità del progetto sociale. Il Gran Consiglio lo scorso dicembre ha destinato a Casa Marta 400mila franchi - derivanti dallo stanziamento di un credito d'investimento di complessivi 900mila franchi quale sostegno cantonale alla costruzione e alla manutenzione straordinaria di alloggi per persone momentaneamente senza fissa dimora - e l'Esecutivo cittadino fa ora la sua parte. "Sebbene il messaggio non sia direttamente dipendente dalla situazione di emergenza determinata nel nostro Cantone, quindi anche a Bellinzona, dalla diffusione del contagio da Covid-19, il contributo accordato vuole costituire, oltre che un segnale di sostegno ed attenzione alle persone in condizioni di vulnerabilità, pure una risposta ai problemi sociali che questa crisi inevitabilmente comporta", premette il Municipio. Il nuovo messaggio fa seguito alla concessione da parte della Città, nel 2015, di un diritto di superficie per 50 anni relativo alla proprietà comunale e di un contributo di 200'000 franchi cui si aggiungono aiuti indiretti per 833mila franchi.
Attualmente - evidenzia il Municipio nel messaggio - su territorio bellinzonese non esistono strutture apposite per l’accoglienza di
persone in difficoltà che si ritrovano improvvisamente senza una soluzione abitativa stabile: "Queste situazioni di emergenza che si presentano a intervalli regolari, vengono ora gestite tramite l’inserimento in strutture alberghiere presenti sul territorio o anche in altre zone del cantone che offrono camere a prezzi contenuti e che rientrano nei parametri fissati dall’Ufficio per il sostegno sociale e l’inserimento". È innegabile - annota ancora l'Esecutivo - che in queste strutture vengono convogliati tutta una serie di casi sociali, senza che vi sia necessariamente la presenza di personale formato per gestire le criticità che possono venirsi a creare: "Il recente fatto di cronaca che ha visto coinvolto, e purtroppo perire, un cittadino con domicilio a Bellinzona è un triste esempio della precarietà di queste situazioni di emergenza". Da qui pertanto "la necessità e l’impellenza di creare qui una struttura di questo genere", analogamente a quanto concretizzato a Mendrisio con Casa Astra e a Locarno con Casa Martini recentemente inaugurata. Numericamente parlando, "non è stato possibile ottenere dati dettagliati e aggiornati relativi alla situazione bellinzonese, se non quelli relativi al mese di novembre 2019, che contava 36 persone inserite in strutture a livello cantonale, di cui 10 con domicilio a Bellinzona". La necessità - annota infine il Municipio - è comunque confermata anche dai dati del servizio sociale comunale, che nel 2019 si è occupato di collocare in simili strutture 20 persone con domicilio a Bellinzona.
L’obiettivo dei promotori di Casa Marta - progetto che ha già ottenuto la licenza edilizia - è quello di offrire 18 posti letto, ripartiti su otto camere, in un’ala dello stabile oltre a diversi appartamenti per famiglie, coppie o persone singole per ulteriori 14 posti. Quest’ultima offerta è indirizzata ad assicurare una prima accoglienza a famiglie con bambini, ma anche per rispondere a bisogni particolari di maggiore indipendenza o per soggiorni prolungati per un totale di 30/32 posti letto.