Bellinzonese

Bellinzona, il viale Stazione perde il San Crispino

Il noto negozio di calzature e pelletteria ha chiuso i battenti a causa del fallimento della Pasito-Fricker. Stesso destino per la filiale del Serfontana.

Il San Crispino scompare dalla scena ticinese
18 maggio 2020
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È terminata l’era del San Crispino sul viale Stazione a Bellinzona. Venerdì scorso il noto negozio di calzature e pelletteria ha infatti chiuso i battenti in seguito al fallimento della catena di negozi di scarpe e abbigliamento Pasito-Fricker (con sede nel Canton Argovia e proprietaria delle filiali San Crispino). Dopo la chiusura della sede di Mendrisio nel 2017, quella di Lugano a fine dicembre 2019, anche la Turrita perde dunque uno dei suoi commerci storici. Tre le persone rimaste senza lavoro.  “Siamo molto tristi per questa notizia - afferma la presidente della Società dei commercianti di Bellinzona, Claudia Pagliari -. Vedere la chiusura di un negozio storico, presente da tantissimi anni e in cui tutti noi abbiamo fatto acquisti, è come un pezzetto della nostra vita che se ne va. Si sapeva che la società madre era in difficoltà, ma una chiusura così repentina è stato un fulmine a ciel sereno". 

Attività terminata anche al Serfontana

Il San Crispino lascia dunque la scena ticinese, dal momento che venerdì è terminata anche l'attività della filiale presso il Serfontana a Morbio Inferiore. 

Il colpo finale del Covid-19

Il turismo degli acquisti e la forte concorrenza delle vendite online hanno pesantemente influito sulla situazione finanziaria della Pasito-Fricker, che la scorsa settimana ha depositato il bilancio. In Svizzera sono 69 i dipendenti colpiti e 23 le filiali chiuse, come affermato dal presidente del consiglio d'amministrazione John Ammann. La chiusura delle filiali per diverse settimane a causa della pandemia ha aggravato una situazione che già si presentava difficile. Pasito-Fricker non ha infatti venduto articoli per settimane. Inoltre, la società non ottenuto un prestito ponte dalle banche nonostante gli sforzi. Ammann ha espresso il suo profondo rammarico, aggiungendo che le misure di ristrutturazione degli ultimi anni sono state cancellate dalla crisi degli ultimi mesi.