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Biasca, rilevate lacune nei lavori di AlpTransit

I problemi all'impianto di drenaggio della linea ferroviaria congelano il trapasso di alcune infrastrutture al Comune

12 maggio 2020
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Inghippi di ordine strutturale che implicherebbero per il Comune di Biasca il ritiro di opere con problemi tecnici. Questo il motivo per il quale il locale Municipio ha avviato delle trattative con AlpTransit Gotthard AG al fine di rivedere le modalità di cessione dei sottopassi e delle strade sterrate adiacenti alla linea ferroviaria oggetti di lavori negli ultimi anni.

La questione verte sull’impianto di drenaggio del rilevato dei binari, che secondo l’Ufficio tecnico presenta della lacune. Era stato l’allagamento del sottopasso situato nella zona industriale e dei terreni adiacenti - avvenuto nell’estate del 2017 a causa di una violenta precipitazione - che aveva fatto sorgere un dubbio ai servizi comunali. Ciò poco prima di firmare la convenzione per il passaggio di proprietà delle infrastrutture da AlpTransit al Comune di Biasca. Il Municipio aveva quindi deciso di affidare un mandato a una ditta esterna per svolgere un’analisi dalla quale era emersa una mancanza dal punto di vista del drenaggio alla base di tutto il rilevato della linea ferroviaria toccata dai lavori, da Osogna a Pollegio. “Le discussioni in corso riguardano la modalità di cessione delle infrastrutture per le quali il Comune rischierebbe a questo punto di assumersi importanti oneri di manutenzione e conservazione in futuro - afferma alla ‘Regione’ il sindaco Loris Galbusera -. Abbiamo fatto alcune proposte; ora bisogna vedere se da parte di AlpTransit vi è la volontà di trovare un accordo”. Quello che chiede il Municipio, annota il sindaco, “è che tali lacune vengano sistemate da Alptransit e che si possa trovare un accordo sul contributo finanziario da parte loro per gli interventi che si renderanno necessari in futuro. Quello che non vogliamo - chiarisce il sindaco - è che ci rimanga l’incombenza di sostenere autonomamente tali costi”. Da nostre informazioni, ci sono dei ricorsi pendenti in merito a un primo progetto proposto da Alptransit al fine di risolvere la situazione, tuttavia non giudicato conforme a corrette procedure da parte dell’Ufficio tecnico. Un ricorso che andrebbe a cadere nel caso in cui Alptransit Gotthard Ag accettasse di ripristinare le opere secondo la pubblicazione originale del progetto e concedere al Comune oneri per la manutenzione futura.

Si discute pure sul biotopo in zona Medie

Nella discussione si inserisce anche la modalità di cessione del biotopo naturale realizzato con gli inerti della lavorazione nella zona delle scuole medie. “Anche per questa circostanza - annota Galbusera - è necessario un certo onere per la manutenzione. Che il Comune preferirebbe non avere a proprio carico. In questo caso potrebbe essere il Cantone ad assumersi i costi”.

Due ricorsi ai progetti Ffs

Dal messaggio del Consuntivo 2019 licenziato negli scorsi giorni, emergono inoltre le opposizioni da parte del Municipio a due progetti su suolo comunale promossi dalle Ffs. Il primo riguarda il progetto denominato 'Zeb' nell’ambito dello sviluppo delle infrastrutture ferroviarie. “Si tratta dell’ipotesi di creare un centro dove poter svolgere lavori di pulizia e sistemazione dei convogli Tilo. Dopo l’opposizione alla licenza edilizia, abbiamo avuto alcuni incontri con le Ffs; alcuni aspetti vengono condivisi, altri no. A nostro parere si tratta un progetto che potrebbe arrecare disturbo alla popolazione dal momento che sarebbe proprio all’entrata del paese". L’altra opposizione concerne il progetto per realizzare una grande tettoia a protezione del Centro manutenzione intervento (ubicato in via alla Centrale), che insieme a quello di Erstfeld rappresenta una delle due basi per il personale addetto alla manutenzione all’interno della galleria di base del San Gottardo (oltre che dei treni di spegnimento e salvataggio). Il progetto è a scopo protettivo degli impiegati, tenendo conto della frana caduta in quella zona nel 2019. “Il progetto iniziale prevedeva tuttavia un tetto con moltissimi ancoraggi e pali che filtravano nel terreno. Ciò che aveva fatto sorgere un problema dell’inquinamento della falda. Abbiamo quindi inoltrato il ricorso per capire se si poteva trovare una soluzione diversa, magari riducendo il numero di perforazioni”.