Bellinzonese

'Dalla nostra clausura l'invito ad essere più uniti'

L'antico monastero di Santa Maria Assunta sopra Claro è oggi ancor più isolato: 'Ma le candele accese sono più del solito'

L'abbadessa Madre Maria Sofia (Ti-Press)
15 aprile 2020
|

“Per noi la clausura è qualcosa che abbiamo scelto. È invece un’esperienza nuova e sicuramente impegnativa per chi in questo periodo è costretto a rimanere tra le mura di casa a causa dell’emergenza venutasi a creare. Dalla cima di questa montagna vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla popolazione, in particolare alla persone che stanno soffrendo, alle quali vanno le nostre preghiere”. Giunge solidarietà dalla comunità benedettina del Monastero di Santa Maria Assunta sopra Claro. Dove la vita, di lavoro e di preghiera secondo la regola 'Ora et labora', prosegue normalmente per le dieci monache; con attenzione, attraverso i giornali e una nuova televisione, osservano l’evoluzione della pandemia sperando come tutti di udire buone notizie.

Clausura non significa chiusura

“Pur essendo separate materialmente dal mondo, non lo siamo spiritualmente”, afferma l’abbadessa Madre Maria Sofia (nella foto), ribadendo il concetto che clausura non significa chiusura. “Sono in tanti che soprattutto in questo periodo ci telefonano o ci scrivono per una preghiera di consolazione, di conforto, di aiuto. Questo è il nostro compito e la nostra gioia. Numerosi anche quelli che ci contattano per semplicemente sapere come stiamo e come facciamo a rimanere isolate tutto l’anno. Fortunatamente le sorelle stanno tutte bene e le giornate qui al convento proseguono secondo i consueti ritmi, svolgendo le normali attività lavorative di ricamo e restauro di libri, documenti antichi e paramenti liturgici”.

’Con pazienza e positività'

Da parte di chi ha fatto dell’isolamento uno stile di vita, si alza l’auspicio che ognuno possa fare un uso prezioso del tempo che è costretto a passare al domicilio. “Innanzitutto bisogna cercare di avere pazienza e perseveranza. Nel limite del possibile provare ad affrontare questa situazione con serenità e positività. Con la consapevolezza che può essere un’opportunità per riscoprire alcuni aspetti della vita da cui spesso la frenesia del mondo odierno ci fa distogliere lo sguardo”. Di particolare valenza, per suor Maria Sofia, risulta l’accresciuta possibilità di relazionarsi all’interno del nucleo familiare. “In questo momento ci può essere un’occasione di maggiore unità attraverso una comunicazione più reale e profonda con gli altri membri della famiglia. Questo può avvenire anche attraverso gli strumenti tecnologici”, pensando per esempio ai numerosi anziani impossibilitati a vedere figli e nipoti. “In generale credo che bisogna cercare di trascorrere il tempo in modo utile e allo stesso tempo piacevole. I genitori hanno per esempio la possibilità di interessarsi maggiormente all’attività scolastica dei figli. Cercare di fare cose nuove per cui non sempre si riesce a trovare il tempo in situazioni normali. Uno dei passatempi migliori è sempre quello di iniziare a leggere un bel libro”.

In seguito ai decreti governativi e alle più specifiche disposizioni emanate dalla Curia vescovile, anche al Monastero si sono attuate delle misure. Ovvero la chiusura agli ospiti della foresteria e la sospensione fino a nuovo avviso del collegamento via teleferica che dal paese di Claro porta al più antico Monastero del Ticino (costruito nel 1490). Rimane aperta, unicamente per le preghiere individuali, la porta della chiesa monastica. “Le candele accese sono tante, pìù del solito. Segno che questa situazione aiuta anche a riscoprire il bisogno di trascendenza”.

Senza messa ma con una tv in più

Se in Ticino recarsi in chiesa per pregare rimane consentito (ovviamente rispettando distanze sociali e norme d’igiene), sono invece sospese tutte le messe, comportando per i fedeli un digiuno eucaristico, che al convento è in parte compensato con l’arrivo di un nuovo mezzo tecnologico in aggiunta al computer già in dotazione. “Visto che il parroco non può più salire al monastero per celebrare - afferma suor Maria Sofia - ci è stata donata una televisione per seguire le messe in diretta. Seguiamo quelle di Papa Francesco e del nostro vescovo Valerio Lazzeri”. Appuntamenti che la Rsi ha iniziato a trasmettere dallo scorso 29 marzo fino almeno al 17 maggio.