Grazie a uno studio sono emerse alcune criticità sulla gestione ma la situazione risulta migliore rispetto al passato. Assunto un direttore ad interim
La casa anziani di Biasca tra qualche mese verrà presa in gestione dall’ente autonomo la cui costituzione è stata approvata dal Consiglio comunale nella seduta dello scorso dicembre. Per affrontare questa fase di transizione nel migliore dei modi, e alla luce del fatto che il direttore Giancarlo Soldati assunto nel 2011 è in congedo malattia da tempo e il suo rientro non è previsto a breve, lunedì il Municipio (attuale referente per la gestione dell’istituto) ha presentato al personale il direttore ad interim nominato negli scorsi giorni. Si tratta di Gianluigi Rossi, già direttore dell’ospedale regionale di Locarno, di quello di Lugano e già direttore ad interim della casa anziani San Carlo di Locarno.
La nomina ha scatenato la reazione del Movimento per il socialismo (Mps), i cui deputati in Gran Consiglio hanno inviato un’interpellanza al Consiglio di Stato esternando criticità su alcuni aspetti. In particolare, secondo l’Mps Rossi non avrebbe la formazione né l’esperienza per un ruolo del genere. Da noi contattato, il sindaco di Biasca Loris Galbusera spiega che la decisione è stata presa alla luce dell’esito dello studio che il Municipio ha commissionato a un’apposita azienda. «Prima di consegnare la gestione all’ente autonomo volevamo avere una visione completa della situazione all’interno della casa anziani – sottolinea il sindaco –.
Le criticità emerse riguardano questioni organizzative e gestionali del personale. Per poter implementare le raccomandazioni e i suggerimenti era dunque necessario disporre di un direttore ad interim». E la figura di Rossi, spiega, è stata scelta in base alle sue esperienze passate e alla necessità di poter disporre di qualcuno per un periodo limitato di tempo. Per il futuro, se Soldati non dovesse rientrare è previsto un concorso pubblico.
Un aspetto fondamentale che emerge dallo studio, aggiunge Galbusera, è che gli ospiti della casa anziani comunale vengono trattati molto bene. «I collaboratori fanno un lavoro egregio nei loro confronti», sottolinea.
Oltre a quest’ultimo esito positivo, ne emerge anche un altro. Contrariamente alla situazione del 2015 ricordata nell’interpellanza, ora il clima tra dipendenti è buono e risulta dunque migliore rispetto al passato. Lo conferma il sindacalista Vpod Fausto Calabretta, che ha seguito da vicino i lavoratori nel corso degli anni. Assieme all’Ocst i due sindacati sono anche stati coinvolti nell’avvicinamento alla nascita dell’ente autonomo. Dopo che l’Mps aveva annunciato nel 2017 di volersi opporre alla creazione dell’ente (se necessario anche con un referendum), i due sindacati hanno infatti mediato tra Comune e dipendenti riuscendo a ottenere la garanzia che venissero mantenuti i diritti acquisiti relativi a percentuali di lavoro, assunzioni e salario. «Si trattava di motivi di preoccupazione giustificati da parte del personale. Siamo anche riusciti a far modificare i contratti a ore facendoli diventare impieghi con percentuale fissa basata sulla media dell’anno precedente», spiega Calabretta.
Per quanto riguarda l’audit da parte del laboratorio di psicopatologia del lavoro citato dall’Mps nell’atto parlamentare, stando a nostre verifiche emerge che si tratta di un caso isolato e dunque non relativo a una parte o a tutti i dipendenti (in totale sono una settantina quelli attivi nella struttura).