Bellinzonese

Ad Osogna cent'ann da (Re) Bordèll

Febbre da bagordi carnascialeschi anche in Riviera. Da festeggiare, a partire da oggi, un secolo di divertimento.

Una tradizione che resiste negli anni.
26 febbraio 2020
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Allegria, amicizia e condivisione. È questa la ricetta vincente del regno di Re Bordèll. Regno che ormai da cent’anni riscalda gli animi della popolazione locale dalle rigide temperature invernali. Ma se della manifestazione carnascialesca si hanno già notizie nel 1892, spulciando vecchi giornaletti umoristici e fotografie emerge che l’attuale dinastia iniziò nei primi decenni del Novecento. “L’elezione del primo Sovrano avvenne durante la Dieta dei ‘fanagott’ in una burrascosa nottata invernale”, testimoniano alcuni documenti custoditi da Gualtiero Pellanda, memoria storica nonché ex membro del comitato carnascialesco. La leggenda vuole che “dopo giorni di gioia e baldoria, un paiasc si alzò e pronunciò la celebre frase ‘L’è ’n bordell scte carnavee!’. E, così, ebbe inizio il regno di Re Bordèll I e regina Bordelona”. Istituita la prima società ‘Pro divertimenti Carnevale’, a mancare era solamente un nome per i fedeli sudditi: i Parüsc, termine dialettale che indica il forte attaccamento ai sovrani.

Giorni di spensieratezza che culminavano nell’imponente corteo. Imperdibile evento che iniziava, di prima mattina, con la “spazzatura di tutte le vie del paese, esposizione di addobbi e bandiere su tutte le case, installazione delle telegrafie e preparativi per il risotto”. All’una, una fiumana di persone si riversava nella Piazza Grande per organizzare il corteggio in direzione della stazione dove era attesa la regina. A guidare le truppe, il comandante delle guardie a cavallo. “Seguivano la filarmonica, la carrozza reale e numerosi carri e figuranti degni di nota. Chiude il corteo, un folto pubblico di curiosi”. Giunti a destinazione, quel che s’intravede ha dell’impressionante: centinaia di persone e carri provenienti dalla Riviera sono in trepida attesa di convogliare nel capoluogo “per continuare i festeggiamenti”.

Balli in maschera, ghirlande colorate e lotterie proseguirono a corrente alternata fino agli anni Settanta. Grazie all’Associazione calcio Osogna, i bagordi – organizzati nell’allora Osteria Berini (oggi Dal Giovann) – ripresero vigore riscontrando sempre più successo. «Nonostante le temperature rigide, gli organizzatori dimostravano una grande forza di volontà – ricorda Tarcisio Pellanda, memoria storica ed ex penna del giornalino satirico –. A riscaldare gli animi, ci pensavano poi la bandella ‘la Bisognosa’ e i raggi del sole». Numerosi gli aneddoti, come l’eccezionale nevicata del 1977. «Oltre settanta centimetri di neve! Eppure, nessuno si fece intimidire... La festa continuò come se nulla fosse». Nel
decennio successivo venne istituita l’odierna ‘Società Carnevale Re Bordèll’, il cui primo presidente fu il compianto Florio Zanella, fautore dei primi capannoni in Piazza Grande. Dopo una successione di presidenti e regnanti, il divertimento si trasferì nella palestra comunale e successivamente nell’odierno ‘Villaggio del Carnevale’ (adiacente all’infrastruttura).

Quel clima familiare

Piccolo, eppure grande. Nonostante l’importante ricorrenza, il Carnevale di Osogna vuole conservare un clima familiare. «La difficoltà principale è proprio quella di mantenere la manifestazione di dimensioni relativamente ridotte – afferma il presidente Teo Matozzo –. È facile farsi prendere dall’entusiasmo, ma per un piccolo quartiere come Osogna è controproducente. Il segreto è di organizzare un Carnevale vecchio stampo, però modernizzato». Musica dal vivo e cucina sempre in funzione, una strategia decisamente vincente: durante la settimana di bagordi, un viavai di circa 3’500 persone. «Il lavoro è immenso. La programmazione e tutto quello che è l’allestimento del capannone iniziano già nel mese di gennaio, però, la popolazione ha sempre risposto presente». Di che essere fieri.

E, dopo la tradizionale mazza e la ‘cena del secolo’, il programma della centesima edizione si veste a festa per l’occasione. A iniziare da mercoledì 26 febbraio, con la serata tartare. Giovedì, il pranzo degli anziani mentre venerdì il ‘Pomeriggio dei bambini’ e la serata hamburger. Per concludere in bellezza, sabato alle 6.30 il ‘Canto del Gallo’ cui seguirà il corteo dei bambini, la risottata e cinque giri di tombola. Appuntamento immancabile, in cui a prevalere sarà il vero spirito carnascialesco.