Bellinzona: l'incendio del 13 giugno, che ha portato al decesso di una 67enne, indurrà la proprietà a dotare i futuri appartamenti di rilevatori antifumo
“Non sono imputabili allo stabile” le cause dell'incendio scoppiato all'alba dello scorso 13 giugno a Pratocarasso di cui è rimasta vittima un'inquilina 67enne, deceduta la sera stessa nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Zurigo dov'era stata ricoverata nel corso della mattinata con un volo Rega. Lo spiega in un comunicato la proprietà del Centro abitativo e di cura Tertianum Turrita citando l'esito dell'inchiesta penale che sta volgendo al termine. Cosa avrebbe dunque innescato il rogo, il direttore Stefan Brunner, interpellato dalla 'Regione', non lo dice non avendo ricevuto un'informazione in tal senso dagli inquirenti.
Un'ipotesi circolata nelle ore successive l'incendio indicava che l'inquilina potrebbe aver dimenticato una sigaretta accesa: taluni residenti nella struttura avevano infatti spiegato che si trattava di una fumatrice, secondo altri aveva invece smesso di fumare da qualche tempo. Uno dei figli della vittima spiega oggi alla redazione di non avere ricevuto comunicazioni sull'esito dell'inchiesta e conferma che «nostra madre non fumava più da tempo. Inoltre nel monolocale non teneva sigarette». Stando a quanto appurato nelle prime fasi delle indagini, «le fiamme si sono sviluppate nella zona del letto. Un letto elettrico di sua proprietà e di cui necessitava». Inoltre, aggiunge, nella zona del letto «non risultano esserci state altre fonti di calore o elettriche che possano aver innescato l'incendio».
Il rogo è scoppiato al terzo piano dello stabile Gottardo che si affaccia sulla strada cantonale: “Il personale presente sul posto, allertato immediatamente, ha prestato in modo repentino i soccorsi”, sottolinea la proprietà. Un'affermazione che fa sobbalzare il figlio della vittima: «Mi risulta che l'intervento sia scattato grazie al fatto che un pompiere di passaggio in strada ha notato fumo e fiamme fuoriuscire dal monolocale. E sono stati infatti i pompieri a recuperare nostra madre sul terrazzo: era ustionata e ancora cosciente. Quindi è stata trasportata dalla Croce Verde all'ospedale San Giovanni. Da quanto abbiamo capito, dev'esserci stato qualche disguido perché l'ambulanza avrebbe avuto un ritardo. Inoltre l'elitrasporto a Zurigo è avvenuto dopo alcune ore perché la Rega quella mattina era già impegnata in un altro intervento. Un lasso di tempo che ha impedito al Centro grandi ustionati di prendersi cura tempestivamente di nostra madre. Ci è stato spiegato che un ritardo anche di poche ore riduce sensibilmente le probabilità di sopravvivere. La mamma è quindi morta verso le 21.30».
La direzione generale del Gruppo Tertianum “si è subito chinata sull'accaduto e, affinché il rischio che una tale tragedia sia ulteriormente minimizzato, ha deciso di munire tutti i futuri appartamenti di rilevatori antifumo, sebbene la legge attuale non lo preveda”. «Una valutazione – aggiunge Brunner – sta interessando anche gli attuali appartamenti dislocati in Ticino. Decideremo prossimamente se dotate anche quelli di rilevatori». Il meno che si possa pensare – replica il figlio della vittima – è che «i vertici di Tertianum abbiano sottovalutato la situazione al momento di allestire l'apparato di sicurezza di una struttura che ospita anziani. Che senso ha installare i rilevatori di fumo solo nei vani comuni come le scale e non negli appartamenti? Considerato l'oneroso affitto richiesto, ci si aspettava un approccio più performante».
In Ticino il Gruppo Tertianum gestisce attualmente sei strutture: Residenza Al Parco a Muralto, Residenza Al Lido a Locarno, Turrita a Bellinzona, Parco Maraini a Lugano, Al Vigneto a Tenero. Nel mese di luglio 2019 ha aperto i battenti Tertianum Comacini a Chiasso mentre nel 2020 verrà aperta la nuova struttura di Tertianum Cornaredo a Lugano.