Bellinzonese

Amianto, gli operai vogliono vederci chiaro

Incontro tra Suva, sindacati, CoPe e Giù le mani. Dubbi sulla gestione dei dossier dei dipendenti. Segnalati altri 40 casi potenzialmente a rischio

Ti-Press
8 ottobre 2019
|

La Suva incontrerà nella sua sede di Bellinzona i sindacati Unia e Sev, la Commissione del personale delle Officine Ffs di Bellinzona (CoPe) e l’associazione Giù le mani delle officine lunedì 14 ottobre. Un incontro voluto e organizzato dalla Suva Ticino e Lucerna a seguito della conferenza stampa indetta settimana scorsa da sindacati, CoPe e associazione Giù le mani. Si discuterà verosimilmente dell’amianto presente in passato alle Officine, dell’esposizione dei dipendenti alla sostanza, delle malattie contratte e dei controlli svolti. «Metteremo sul tavolo le domande e i dubbi sorti tra i dipendenti in queste settimane», spiega Ivan Cozzaglio, presidente della Commissione. In particolare, i dipendenti intendono sapere come vengono trattati i casi da parte della Suva, perché vi siano determinate differenze, e più precisamente perché è stato deciso di convocare alcuni operai al controllo medico annuale eseguito tramite Tac ogni anno e altri solo ogni cinque anni solo perché non fumatori.
Negli ultimi giorni la CoPe e l’associazione Giù le mani stanno ricevendo molte segnalazioni da parte di operai ora in pensione «c’è forte disorientamento», osserva Cozzaglio. In poche parole, ci viene spiegato, molti di coloro che prima erano tranquilli perché venivano convocati dalla Suva e facevano il loro esame, ora si pongono tante domande. Si chiedono ad esempio se i controlli che fanno sono sufficienti o se dovrebbero essere più approfonditi oppure se vengono sottoposti a controlli inutili che possono rivelarsi addirittura dannosi per la salute. «Vogliamo che si faccia chiarezza e che gli operai riescano a capire come vengono trattati i casi dalla Suva», spiega il presidente della CoPe.

Segnalati altri 40 casi potenzialmente a rischio

La mobilitazione innescatasi dopo i servizi giornalistici ha portato alla segnalazione di una quarantina di nuovi operai all’Ufficio della sicurezza attivo nello stabilimento cittadino dal 1992: appositi formulari con i dati e le informazioni su ciascun dipendente saranno poi trasmessi alla Suva che attualmente sottopone a test diagnostici una quarantina fra operai ed ex operai.
L’incontro con la Suva si terrà il giorno prima della serata aperta alla popolazione prevista martedì 15 ottobre, alle 20.30, all’hotel Internazionale di Bellinzona. Una serata che vuole essere un punto di partenza per impostare una mobilitazione orientata a istituire un gruppo, o un ente o un comitato di specialisti ‘super partes’ che sappia vigilare sul fenomeno in generale e sui singoli casi, facendosi parte attiva e consigliando una consulenza professionale per la risoluzione di qualsiasi problema, da quelli medici a quelli relativi alle rendite per malattia professionale connesse a quelle pensionistiche.
Nel frattempo, oggi la direzione delle Officine e la CoPe hanno inviato un comunicato congiunto a tutti i dipendenti dell’azienda, ribadendo l’invito a farsi avanti, e rivolto a tutti coloro che pensano di avere avuto contatto con l’amianto in questi anni di lavorazione. «Dopodiché, come Commissione, sarà nostra premura chiedere di avere la lista di chi si annuncia, in modo da poterne avere traccia», rileva Cozzaglio.

Un fondo per le vittime

Dal canto suo, la Fondazione fondo per le vittime dell’amianto (Efa) tiene a ricordare i servizi e le prestazioni offerte. In particolare fornisce alle persone affette da mesotelioma e alle loro famiglie un rapido sostegno finanziario e, attraverso la Lega polmonare ticinese, servizi di consulenza di natura psicosociale. Le prestazioni si orientano principalmente a persone la cui malattia non è riconosciuta come malattia professionale ai sensi della Legge federale sull’assicurazione contro gli infortuni (Lainf). Dalla sua nascita, due anni e mezzo fa, la Fondazione ha accolto 65 domande di persone colpite o famigliari. Alla fine di giugno 2019, l’importo dell’indennizzo ammontava a 7,5 milioni di franchi.
Il servizio di assistenza è raggiungibile allo 091 973 22 80. Per ulteriori informazioni sulle prestazioni o sulla domanda di risarcimento: www.fondazione-efa.ch.