Opposizione di Pronzini, altre sono attese entro venerdì quando scadrà la pubblicazione della domanda. Il Municipio: ‘Nostro margine di manovra limitato’
Dopo le cinque opposizioni presentate contro l’antenna di telefonia mobile 5G prevista da Swisscom sullo stabile Business Center in via dei Gaggini, a Bellinzona un altro analogo progetto previsto su un edificio privato in via San Gottardo 23 – la cui domanda di costruzione è in pubblicazione fino a venerdì 7 – sta per essere interessato da un numero importante di opposizioni. La prima finora depositata, come appreso dalla ‘Regione’, è quella del granconsigliere Matteo Pronzini. Lo stesso che insieme ad altre due deputate Mps si è già opposto all’impianto al Business Center. Pronzini, domiciliato in città, ritiene di avere una legittimità attiva a opporsi “a questo grave rischio per la mia salute”. E anche perché “nel perimetro della prevista antenna vi è una forte concentrazione di costruzioni abitative, scuole, posti di lavoro e case per anziani”.
Nel testo il granconsigliere esordisce ricordando che “l’innocuità delle onde emesse da queste installazioni, che vanno ad aggiungersi alle altre molteplici fonti di emissioni di vecchia generazione, non è stata ancora provata”. Poiché uno studio ordinato dall’Ufficio federale dell’ambiente è attualmente in corso, “dev’essere applicato il principio di precauzione ancorato nella legislazione federale”. Finché i risultati dello studio non saranno stati pubblicati, “è quindi di fondamentale importanza garantire la sicurezza e la salute della popolazione e di chi lavora a Bellinzona, rinunciando per ora a ogni tipo di installazione” 5G. Peraltro – aggiunge Pronzini – nessuna pianificazione è stata stabilita riguardo all’istallazione delle nuove antenne sul territorio cantonale o comunale: “Le cose sono state fatte precipitosamente violando i principi di pianificazione e di coordinamento previsti dal diritto delle costruzioni e dalla pianificazione del territorio”. A questa opposizione se ne aggiungeranno altre, probabilmente anche sottoscritte ciascuna da più persone vista la campagna di adesione a un’azione collettiva lanciata sul profilo Facebook “Stop 5G Svizzera italiana” attivato per opporsi alle nuove antenne su tutto il territorio cantonale.
Intanto il Municipio rispondendo a due interpellanze Plr e Mps (una terza è stata presentata oggi dal Ppd) spiega che il proprio margine di manovra “si limita alla verifica dell’inserimento ordinato e armonioso dell’impianto” e all’applicazione dell’articolo 19 ter delle Napr secondo cui i gestori delle antenne devono dimostrare, caso per caso, che non sono disponibili ubicazioni nelle zone con priorità più alta. Quanto al potenziale della tecnologia 5G, l’utilità è riconosciuta, “ritenuta la salvaguardia della salute della popolazione”. Tuttavia “non è possibile negare permessi di costruzione per la posa di nuove antenne invocando il principio di precauzione, visto che i valori limite nelle norme federali sono 10 volte inferiori a quelli dei paesi confinanti”. Ciò nonostante il Ppd sollecita un’analisi sull’impatto per la salute.