È in corso nel Bellinzonese e l'Ordine dei dentisti lo ha segnalato all'Ufficio di sanità, che ha però le mani legate trattandosi di professionisti esteri
Partire da Bellinzona in piena notte con un pulmino diretto in Croazia e rientrare la sera successiva, dopo aver fatto una visita dentistica e aver ricevuto un preventivo sui possibili interventi necessari. Il costo? 150 franchi, tutto compreso. Il pendolarismo dentistico, conosciuto in particolare dai medici che operano nelle zone di confine, fa capolino anche nel Sopraceneri, con un’offerta mirata proprio ai cittadini di Bellinzona. La proposta è infatti contenuta in un volantino arrivato negli scorsi giorni nella bucalettere di alcune zone del Bellinzonese. Frasi con errori ortografici come “I migliori dentisti al TU servizio”, ma anche “Tutto in UN UNICA clinica” (senza apostrofo) non trasmettono l’idea di un lavoro di marketing molto curato. Non viene peraltro indicato il nome del o dei dentisti, né la città in cui ci si recherà. Unico riferimento, il nome di battesimo di un referente (con numero telefonico svizzero) e del titolare di Sdl Smile (con recapito telefonico italiano), impresa che da nostre ricerche risulta registrata in provincia di Varese. Attività dichiarata sul registro italiano delle imprese: “Procacciatore di affari in ambito odontoiatrico”. E sul retro del volantino – dove si trova la foto presumibilmente di un dentista e di due assistenti dentali – s’intravede il nome della clinica: Poliklinika Smile.
Il volantino è stato segnalato dall’Ordine dei medici dentisti del Cantone Ticino all’Ufficio di sanità. Ma in casi come questo – uno dei primi in Ticino – il Cantone si ritrova con le mani legate e non può intervenire non sottostando i dentisti esteri alle nostre regole. Il capoufficio Stefano Radczuweit fa notare che il volantinaggio in ambito sanitario viene considerato invadente e l’Ufficio sanità è dunque severo sul tema. Vi sono però visioni diverse e gli addetti ai lavori sono attualmente in attesa di una sentenza del Tribunale amministrativo per un caso ticinese sull’ammissibilità o meno del volantinaggio.
Da parte dell’Ufficio di sanità arriva inoltre l’invito a tenere ben conto del fatto che i prezzi dei servizi sanitari all’estero possono sembrare bassi e allettanti ma non vi sono certezze per quanto riguarda la qualità delle cure. La stessa raccomandazione giunge anche da Davide Ferrari, presidente della Società ticinese medici dentisti (Sso-Ticino). Interpellato dalla ‘Regione’ sottolinea che la qualità percepita – magari grazie a una clinica moderna e a una buona accoglienza – non corrisponde per forza alla qualità delle cure ricevute. «In caso di interventi odontoiatrici è importante che ogni paziente si senta libero di scegliere da chi farsi trattare ma soprattutto di conoscere il medico e di capire se può dargli fiducia», aggiunge Ferrari. Nelle cliniche estere spesso sono attivi più dentisti e sul momento «bisogna accettare che quello che arriva ti mette le mani in bocca». Tra questo approccio – basato secondo Ferrari sul maggior guadagno nel minor tempo – e quello dei medici di famiglia vi è grande differenza: questi ultimi «hanno a cuore la salute del paziente e il fatto che sia soddisfatto delle cure per decenni». Al di là di qualità e fiducia, un fattore che può pesare molto sulla scelta dei paziente è però il prezzo, ed è innegabile che all’estero si possa risparmiare. «Noi non possiamo proporre gli stessi prezzi semplicemente perché in Svizzera il costo dei materiali, degli affitti e gli stipendi del personale sono più elevati», spiega il dentista. Inoltre, rende attenti Ferrari, non è escluso che un’offerta che a breve termine sembra vantaggiosa, sul lungo periodo possa causare ulteriori costi. Anche per questo l’invito è di essere trasparenti con il proprio dentista di fiducia. «Si potrebbero ricevere dei consigli rispetto al preventivo proposto all’estero oppure trovare un compromesso per essere curati qui in base alla propria disponibilità finanziaria», aggiunge Ferrari.
Nel corso degli ultimi 8 anni, come emerge dalla statistica della Società svizzera odontoiatri, sono in aumento le persone che hanno deciso di recarsi dal dentista all’estero (dal 15 al 22% degli intervistati). È per contro in calo – pur rimanendo alta – la percentuale di chi ne è soddisfatto (dal 91 all’85%). Alla domanda se ci vogliono tornare, circa un terzo risponde però di no (31%). Sono alcuni dei dati più salienti che emergono dalla statistica pubblicata lo scorso anno dopo aver sondato l’esperienza di oltre mille pazienti svizzeri. Sui motivi che portano a propendere per un dentista estero, nel 2018 la maggior parte (58%) ha scelto questa strada alla luce di tariffe e prezzi più vantaggiosi (nel 2010 era il 37%). La statistica non presenta dati riguardanti la Croazia, bensì quelli relativi a sei Stati europei: il più gettonato lo scorso anno è stato la Germania (22% delle risposte), seguita da Francia, Ungheria, Italia e Spagna. Per quanto riguarda il grado di soddisfazione delle cure ricevute all’estero, nel 2018 il 55% si è dichiarato molto soddisfatto (46% nel 2010), il 30% soddisfatto (45), il 9% parzialmente insoddisfatto (6) e il 5% insoddisfatto (4). Il motivo? Tra chi non ha apprezzato l’esperienza, il 39% ha avuto bisogno di ulteriori cure, il 26% critica le condizioni igieniche, il 10% ha avuto difficoltà di comprensione e per il 6% le cure sono costate più di quanto previsto. Tra i motivi di soddisfazione spiccano invece il bel lavoro svolto (73%) e il prezzo più vantaggioso rispetto alla Svizzera (58%). In generale il 61% degli intervistati nel 2018 tornerebbe dal dentista all’estero (63% nel 2010), il 31% invece no (35) e l’8% non sa o non ha voluto rispondere.