L'associazione di quartiere ritiene poco efficace lanciare una petizione contraria alla chiusura. E cerca alternative con l'autorità. Sondaggio in vista
Trova terreno fertile a Claro la possibilità – in fase di approfondimento da parte del Municipio cittadino – che sia il Comune di Bellinzona ad assorbire l'ufficio postale, destinato alla chiusura, inserendolo nello sportello di quartiere situato nell'ex casa comunale? L'interrogativo sarà discusso questa sera durante un incontro fissato per le 18 fra l'Esecutivo e il comitato dell'associazione di quartiere 'Claro viva'.
Come anticipato settimana scorsa dalla 'Regione', la valutazione municipale sulla possibilità di assorbire l'ufficio postale è partita a seguito della conferma della Posta di volerlo trasformare in “agenzia in partenariato“, inserendolo cioè in un negozio o in altre attività già esistenti in paese (fra le ipotesi al vaglio c'è anche la casa anziani). Qualora non si trovassero dei partner, il rischio è di ridurre il tutto a un servizio a domicilio. 'Claro Viva' ha comunicato ai propri soci di essersi attivata subito dopo la serata del 13 febbraio durante la quale i vertici della Posta hanno incontrato la popolazione, il cui malumore in sala è stato chiaramente espresso, tanto che qualcuno ha ipotizzato il lancio di una petizione e sollecitato il Municipio affinché si opponga con un ricorso alla Commissione federale delle poste (PostCom).
“Purtroppo – scrive il comitato di 'Claro Viva' – niente può fermare la decisione della Posta. Un ricorso ritarderebbe l'inevitabile, visto che un’agenzia postale assolve i requisiti minimi della PostCom. E considerato che le prestazioni dell’agenzia postale riprendono quasi tutte quelle dell’ufficio postale, riteniamo sia poco efficace lanciare una petizione per il mantenimento dell’attuale ufficio postale”. Semmai “riteniamo sia più costruttivo farci portavoce della popolazione di Claro, per proporre quella che potrebbe essere la soluzione migliore per tutti”. Con questo obiettivo l'associazione di quartiere incontrerà stasera il Municipio per valutare possibili vie da percorrere, “e da questo valuteremo l’opportunità di procedere con una petizione o con un sondaggio per raccogliere i desideri di tutta la popolazione, in modo da poter presentare al Municipio la voce del popolo di Claro”.
Un atteggiamento forse remissivo da parte del comitato dell'associazione di quartiere? In paese c'è infatti chi preferirebbe un'azione più dura contro la Posta, sollecitando 'Claro Viva' affinché lanci una raccolta di firme quale opposizione alla chiusura. “Questo nostro modo di procedere – spiega il comitato ai propri soci – è da leggere non come un calare le braghe davanti al gigante giallo, ma come l’unica possibilità concreta di mostrare alla Posta e al Municipio una comunità coesa e determinata a mantenere il servizio postale a Claro, con un approccio costruttivo”.