Ci racconta il suo 2018 tra famiglia, lavoro e sport in montagna, la sua grande passione. Da leggere se ancora vi manca un buon proposito per il 2019
A volte il destino sta già scritto nel nome (o cognome) che ci si ritrova. Non potrebbe essere più azzeccato l’esempio di Christian Monti, 35enne di origini sottocenerine e da qualche anno residente a Biasca, che i monti li affronta in salita perché non riesce proprio a farne a meno. Al punto che nel 2018, dati alla mano, è riuscito a percorrere sulle sue gambe (correndo, arrampicando ed effettuando sci alpinismo con le pelli di foca) un dislivello positivo di 451’232 metri. Per capire la portata, basti pensare che Christian ha affrontato in media ogni giorno una vetta di oltre 1’200 metri. Un’impresa resa difficile, al di là della preparazione fisica, anche dalla gestione del tempo. Lavorando durante i mesi invernali nel negozio Sarci Sport di Olivone e, nel resto dell’anno, come istruttore nei corsi di guida del Tcs, il tempo libero di Christian non è molto. A ciò si aggiunge la famiglia composta da moglie e figlio di 7 anni, che quando possono lo seguono in montagna. Perciò il 35enne incastra come può le sue performance sportive tra gli impegni quotidiani, non di rado puntando la sveglia nel cuore della notte o uscendo dopo il lavoro con la pila sulla fronte. «Dormo un po’ poco ma recupererò quando sarò in casa anziani», racconta alla ‘Regione’ con contagiante entusiasmo per la sua passione che risale ai tempi delle scuole elementari, quando si recava in montagna con il padre a fare escursioni e a dormire in capanna. «All’età di 11 anni ho iniziato a praticare seriamente l’alpinismo, a recarmi sui ghiacciai e a fare pelli di foca», racconta Christian. «Poi – aggiunge sorridendo – con il passare degli anni sono peggiorato. Ora non ne ho mai abbastanza e questo è un problema». Un’attività praticata sulle vette di casa ma anche quelle più famose dell’arco alpino, come il Cervino. Una montagna che Christian ha scalato 13 volte dopo la prima ascesa avvenuta a 15 anni. In totale, negli anni Christian conta oltre 200 salite di cime oltre i 4’000 metri di altitudine. L’obiettivo raggiunto nel 2018, aggiunge, non se l’era posto a inizio anno. Solo nel mese di dicembre, accortosi del dislivello percorso fino a quel momento, si è reso conto che la soglia dei 450mila metri era vicina.
A Christian non interessa correre in pianura, su una strada. «Voglio correre in montagna perché mi fa stare bene, mi regala una sensazione di libertà – spiega – e quando sono lì riesco a vivere il presente. Alcuni mi dicono che andando di corsa non si gustano le cose, invece no, è proprio il contrario. L’ambiente che mi circonda contribuisce a creare chiarezza nella mente». «Lo so, la mia media giornaliera è da psicopatici ma non lo faccio apposta, lo faccio perché mi piace», aggiunge Christian lanciando un messaggio ai giovani. Li invita a trovare cosa piace loro fare e a seguire la loro passione. È proprio questo, e non l’aspetto agonistico di questi sport, che lo spinge a trascorrere così tante ore a sudare in salita. «Voglio essere libero di correre quando ne sento il bisogno e fermarmi quando lo decido io. In gara non sempre è possibile farlo», racconta il 35enne. Spesso Christian si allena da solo, perché spiega di riuscire a essere più attento e concentrato sull’ambiente circostante. Solo un elevato livello di attenzione, di conoscenza e di consapevolezza delle proprie condizioni, di quelle della montagna e di quelle atmosferiche – fa notare – permette di poter affrontare queste sfide in sicurezza. «Quando mi cimento in una salita sono cosciente di cosa posso fare in quel momento e in quelle condizioni. E quando non è il caso di continuare, torno indietro». Prossimo obiettivo? «Penso da tempo a effettuare il maggior dislivello possibile nel giro di 24 ore».