Bellinzonese

Officine, contadini "Pronti a lanciare il referendum"

L'Unione contadini ticinesi vuole opporsi alla creazione del parco tecnologico delle Ffs in zona agricola a Castione

Ti-Press
21 ottobre 2018
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Il Comitato direttivo dell’Unione contadini Ticinesi (Uct) è pronto a lanciare un referendum. Lo ha deciso nella sua riunione di venerdì 19 ottobre, durante la quale ha discusso in dettaglio la situazione del nuovo stabilimento industriale delle Ffs ad Arbedo-Castione.

"Da diversi mesi ormai il tema è sulla bocca di tutti – scrive l'Uct in un comunicato stampa – e l’Uct in qualità di associazione di categoria dell’agricoltura ticinese è tenuta per statuto (art. 3) a “… promuovere e curare l’interesse generale sviluppato dall’agricoltura e dal primario in genere, specie nella salvaguardia del territorio agricolo, in quantità, qualità e proprietà …”.

L’Uct è stata recentemente ascoltata in audizione dalla Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio. Il motivo principale era il messaggio da 100 milioni di franchi (quale contributo cantonale) per la realizzazione del nuovo stabilimento, un elemento di certo importante, "che però l’Uct assolutamente non contesta in quanto non è suo compito. In un clima propositivo i rappresentanti dell’Uct hanno spiegato nuovamente l’importanza di mantenere le officine e i posti di lavoro in Ticino e in dettaglio il motivo della contrarietà al progetto, che, malgrado le numerose alternative in zone industriali, prevede purtroppo la perdita di un ingente quantitativo (circa 80'000 m2) di superfici per l'avvicendamento delle colture (SAC). Questi terreni sono di alta qualità, essendo i più pregiati e fertili. Al fine di tutelarli per l’approvvigionamento della popolazione, sono protetti da leggi, ordinanze e disposizioni specifiche a livello federale e cantonale. In questo contesto, la possibilità delle FFS di poter costruire degli impianti ovunque lo vogliano, non è più al passo con i tempi". 

"In Ticino la superficie agricola è circa il 4% del territorio, mentre a livello svizzero la percentuale è di circa il 25%. Dati impietosi che mostrano la fragilità del settore, che non può permettersi ulteriori perdite di superfici produttive".

Per concludere, scrive l'Uct "visto quanto appena esposto e in ossequio al suo ruolo, il Comitato direttivo dell’Uct è pronto a lanciare un referendum, nel caso in cui fosse necessario e la perdita di essenziale terreno agricolo SAC fosse confermata. Tutto ciò in parallelo agli iter ricorsuali già in atto".