Dopo la partenza della Elcotherm potrebbero insediarsi nuove imprese produttive innovative. Il manager Melera ne spiega i criteri
La zona industriale di interesse cantonale di Biasca (Ziic) ha perso un pezzo ma potrebbe guadagnarne di nuovi. Dopo l’annunciata partenza della Elcotherm dell’Ariston Therm Group, la cui produzione terminerà a fine agosto, giunge la notizia positiva di altre quattro aziende interessate a insediarsi nell’area. Si tratta di imprese provenienti dal Ticino ma anche da Italia e Svizzera tedesca, attive in vari settori della produzione industriale. Da noi raggiunto, il ‘manager d’area’ della Ziic Stefano Melera, assunto recentemente dall’Ente regionale di sviluppo Bellinzonese e valli col cofinanziamento di Cantone e Comuni, precisa che le trattative sono in corso, e che questo segnale è incoraggiante e denota un certo fermento. Va detto che, essendo una Ziic, per le aziende ci sono vincoli più restrittivi e delle clausole. Chi è interessato, spiega Melera, deve rispondere a criteri d’insediamento e di permanenza ben precisi. Le aziende devono essere innovative, promuovere attività ad alto valore aggiunto e orientate all’esportazione; sono quindi esclusi magazzini e depositi. Prendendo spunto dalle proposte di uno studio strategico sulla Ziic, elaborato dalla Supsi, si sta inoltre valutando l’applicazione di nuove regole del gioco. Ad esempio, una volta che un’azienda avrà ottenuto il via libera dalla Commissione di gestione – composta da rappresentati di Cantone, Patriziato, Comune di Biasca ed Ers–, dovrà avviare l’attività entro un certo periodo. Si potrebbe prevedere la stipulazione di assicurazioni o di fondi di garanzia a tutela del proprietario per la bonifica del terreno in caso di inquinamento. Il terreno Ziic è di proprietà del Patriziato che lo cede in diritto di superficie al Comune che a sua volta lo cede alle aziende. «L’idea è mettere in rete le aziende tra loro, dando così la possibilità di condividere le risorse». E per quanto riguarda l’energia, si fa notare che nella Ziic c’è una centrale a legna per teleriscaldamento. Tra i punti critici evidenziati, Melera osserva che spesso chi è interessato a insediarsi nella zona si ritrova a dover entrare in capannoni non più al passo coi tempi e strutturati per rispondere alle esigenze di aziende precedenti. La zona ha comunque interessanti opportunità di sviluppo, pensando soprattutto alla rarefazione di aree produttive nel Sottoceneri. Biasca presenta inoltre costi di insediamento attrattivi. «Pure il fatto che il sedime abbia un unico proprietario è un punto a favore, perché permette d’avere un unico interlocutore e una burocrazia più snella». Per quanto riguarda i nuovi insediamenti, Melera fa presente che si punterà sull’ottimizzazione degli spazi, all’interno degli stabili e delle superfici, per una migliore gestione del territorio.
La zona industriale di interesse cantonale è stata concepita su di una superficie che si estende su 134mila metri quadrati. Nella zona, osserva Melera, c’è spazio ancora per alcune aziende. Una volta sfruttato tutto lo spazio della zona, ci sarà la possibilità di una sua ulteriore estensione. Come previsto dal progetto pilota, da subito il ‘manager d’area’ si occuperà della Ziic di Biasca per poi estendere le competenze e i servizi ad altri potenziali poli di sviluppo economico del Bellinzonese e valli.
Melera sarà a disposizione per contribuire allo sviluppo anche di altri comparti quali Bodio-Giornico, la Piana di Ambrì, Riviera (zona aeroporto a Lodrino), Arbedo-Castione, la nuova Bellinzona, oppure dei Comuni a sud (Cadenazzo e Sant’Antonino). Tuttavia già ora, quando vi sono aziende interessate a Biasca ma senza i requisiti per insediarsi in una Ziic, il manager d’area mette in contatto gli imprenditori con altri Comuni con terreni industriali disponibili. «A livello regionale l’idea è di creare un polo di sviluppo economico diffuso».