Al termine del primo anno di Città aggregata, il sindaco Branda traccia un bilancio positivo di quanto fatto, nonostante lo stop ai salari dei municipali
Direi positivo. L’aggregazione, che ricordo essere la più importante mai realizzata in Ticino e forse anche in Svizzera con queste modalità, non si è esaurita il 2 aprile 2017. L’implementazione richiederà l’intera legislatura. La costruzione istituzionale della nuova Bellinzona poggia su regolamenti, messaggi e trasformazioni organizzative che il Legislativo ha approvato, mentre soltanto il Regolamento comunale non ha superato lo scoglio del voto popolare, peraltro sull’unico punto degli onorari e dei rimborsi spesa che abbiamo nel frattempo rivisto e sui quali dovrà presto ripronunciarsi il Consiglio comunale. Finora quindi il tabellino di marcia è rispettato e, anzi, si è potuto già sottoporre al Cc il messaggio sul Masterplan, necessario a impostare la pianificazione territoriale del futuro. Uniformati i vari servizi con relative tasse, attualmente si sta pianificando il nuovo modello di raccolta rifiuti previsto per il 2019; pure in corso l’aggiornamento dei rapporti con i vari soggetti che interagiscono col Comune, penso a parrocchie, patriziati, associazioni ed enti vari.
Riteniamo di sì. Ci stiamo lavorando e in effetti alcuni agenti sono in formazione. Tirate le somme di questo primo anno di unificazione dei due precedenti Corpi, faremo le debite valutazioni.
Dotarci di un centro socioculturale per giovani rientra tutt’oggi fra gli obiettivi, come quello di avere un referente che interagisca con i giovani sul territorio.
Un aumento c’è già stato, ma come anche per l’aggregazione i risultati si vedranno soprattutto a medio-lungo termine. AlpTransit da sola non basta, occorre che sia accompagnata da un progetto politico a livello locale. Noi l’abbiamo: penso alla valorizzazione dei Castelli, al progetto Carasc, al nuovo polo della ricerca, a quello della tecnologia e della formazione. Vogliamo una Bellinzona dinamica e orientata al futuro. Quanto alla presenza di gru e cantieri edili, sono indicativi del fatto che la nostra rimane una città molto interessante per venirci ad abitare, sicuramente adatta alle famiglie. L’aumento di popolazione registrato negli ultimi anni lo prova.
(Sorride) In effetti più di un anno fa avevo espresso questo auspicio. Una provocazione... E forse un giorno ci riuscirò! Comunque il Museo civico e l’Ente autonomo stanno sviluppando un discorso di qualità e di coerenza sul piano artistico ed espositivo. È chiaro che non avrà mai i numeri di un grande centro espositivo e non possiamo permetterci di offrire esposizioni di grandissimo richiamo. E infatti analoghe strutture d’Oltralpe registrano le medesime sue cifre. Un’interessante prospettiva culturale si porrà quando Armasuisse avrà liberato l’ex ospedale di Ravecchia, un complesso ampio e di pregio che potrebbe contribuire a dare nuova linfa alla politica culturale di Bellinzona.
Bisognerebbe prevedere investimenti consistenti per garantirne l’idoneità a fronte delle nuove esigenze. Se da un lato stiamo seguendo con trepidazione il percorso dei granata, tuttavia, a meno di clamorose promozioni in Super League, un nuovo stadio non rientra nei piani e anche in quel caso sarebbe difficile da immaginare senza una partecipazione importante di privati. Per quello attuale prevediamo intanto il rifacimento integrale della pedana di atletica.
L'intervista integrale nell'odierna versione cartacea del giornale a pagina 10