L'Istituto di medicina legale dell'Università di Berna chiede una proroga per esigenze di supervisione del documento atteso dalla Procura ticinese
Il procuratore pubblico Moreno Capella, titolare dell'inchiesta sulla morte della giovane eritrea caduta o gettata dal terrazzo di casa lo scorso 3 luglio in via San Gottardo 8 a Bellinzona, dovrà attendere ancora qualche settimana per visionare la perizia giudiziaria commissionata in autunno all'Istituto di medicina legale dell'Università di Berna. Sebbene i tempi per la realizzazione della perizia siano stati rispettati (la consegna era attesa per inizio marzo), a richiedere alcune settimane di tempo in più è la supervisione del documento da parte dell'ateneo. Si tratta di un processo di certificazione interno per il quale sono stati incaricati due professori; ad allungare i tempi sono inoltre le esigenze di traduzione dal tedesco all'italiano del testo definitivo, una volta letto e certificato.
La perizia si è resa necessaria per stabilire la dinamica dell'accaduto, in assenza di testimoni oculari: l'ipotesi di omicidio intenzionale mossa dagli inquirenti al compagno 35enne della vittima, pure lui eritreo, è che durante l'ennesima lite fra i due, lui l'abbia scaraventata dal terrazzo del loro appartamento situato al quinto piano. Arrestato la sera stessa, e tutt'oggi in stato di detenzione preventiva nel carcere giudiziario della Farera, da sempre si professa innocente: ha ammesso che quella sera fosse in corso un diverbio, ma ha spiegato di aver semmai tentato invano, afferrandola per un braccio, di trattenerla dal gettarsi dal terrazzo per suicidarsi. Interrogato più volte, ha sempre ribadito questa versione dei fatti. La perizia mira quindi a stabilire la traiettoria avuta dalla giovane, considerando il punto di caduta dal terrazzo e quello di impatto al suolo. Grazie alla traiettoria si dovrebbe quindi accertare se la 24enne sia stata spinta o se si sia trattato di un gesto estremo, ed eventualmente se il compagno sia intervenuto per impedirlo.