Bellinzonese

Maestro di Arbedo, direttore accusato di favoreggiamento

Decreto d’accusa firmato dal pp Respini: incontrò e informò l'insegnante la sera della segnalazione fatta dai genitori. In vista processo alle Correzionali

Ti-Press
6 febbraio 2018
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Anche il direttore dell’istituto scolastico comunale di Arbedo-Castione dovrà comparire davanti a una corte del Tribunale penale cantonale nell’ambito dell’inchiesta avviata nel giugno 2015 nei confronti dell’insegnante condannato in Appello la scorsa primavera a 24 mesi di detenzione sospesi con la condizionale per ripetuti atti sessuali con cinque allievi maschi, ripetuta coazione, violazione del dovere d’assistenza o educazione e vie di fatto reiterate contri due bambini. Nei confronti del direttore il procuratore pubblico Nicola Respini, lo stesso che ha posto sotto inchiesta il maestro, ha firmato alcune settimane fa un decreto d’accusa per il reato di favoreggiamento. Avendo il direttore inoltrato opposizione e contenendo il decreto impugnato un numero di aliquote compreso fra 90 e 180, il processo si terrà davanti alle Assise correzionali del Tribunale penale e non alla Pretura penale, competente per i reati minori sotto le 90 aliquote. La decisione del pp Respini è maturata al termine di nuovi interrogatori eseguiti a fine 2017 e a suo tempo sollecitati dal difensore, avvocato Niccolò Giovanettina, attivo nello studio legale dell’avvocato Luigi Mattei, il legale dell’insegnante. Il direttore respinge l’accusa mossagli di aver violato l’articolo 305 del Codice penale (favoreggiamento) secondo cui è punibile “chiunque sottrae una persona ad atti di procedimento penale”.

Violata la Loc?

Nella fattispecie, il giudice dovrà valutare l’agire del direttore in base all’articolo 104a della Legge organica comunale, secondo cui “il membro del Municipio, delle sue commissioni e delegazioni, e il dipendente che nell’esercizio delle sue funzioni ha notizia di un reato di azione pubblica è tenuto a farne immediato rapporto al Municipio o al Ministero pubblico, trasmettendogli i verbali e gli atti relativi; qualora ne informi il Municipio, esso è tenuto a trasmettere immediatamente la segnalazione al Ministero pubblico”. Nel caso specifico, a mente del procuratore la segnalazione fatta al direttore dai genitori di un allievo sul comportamento tenuto in classe dall’insegnante andava sottoposta all’autorità di nomina (il Municipio) oppure all’autorità giudiziaria (Polizia cantonale o Procura). In effetti dall’inchiesta risulta che il direttore si sia dapprima correttamente rivolto al sindaco Luigi Decarli; tuttavia la sera stessa, di propria iniziativa, si è anche recato dal maestro per informarlo di quanto stava accadendo. Con quale obiettivo? Il direttore assicura di non aver voluto favorire in alcun modo il docente, peraltro già a suo tempo più volte richiamato all’ordine dall’Ispettorato scolastico per ripetuti atteggiamenti ritenuti eccessivamente duri. Secondo il procuratore invece quell’intervento è stato inopportuno. Quanto all’Esecutivo, il sindaco durante un verbale d’interrogatorio ha spiegato che il direttore ha comunque informato tempestivamente il Municipio, a sua volta attivatosi il giorno dopo sospendendo il maestro e mettendo in sicurezza la classe senza ‘coprire’ i misfatti.