Bellinzonese

Educare alla diversità

Bellinzona: inaugurata a Castelgrande un'esposizione sulla disabilità. Intervenuto anche il consigliere nazionale Christian Lohr con la sua testimonianza

Ti-press
29 gennaio 2018
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«Io come voi desidero esistere, desidero amare ed essere amato e anche se vivo in un ‘corpo prigione’ e faccio fatica a parlare sono una persona come voi». A parlare della sua disabilità è Piermario Fenaroli, un 56enne che sin dalla nascita vive in una situazione di handicap, che ieri è intervenuto alla presentazione della mostra “Tu! – Un percorso sulla diversità”, inaugurato nella sala arsenale di Castelgrande a Bellinzona. L’esposizione – aperta fino al 24 giugno – attraverso testimonianze video e attività interattive, metterà a disposizione del pubblico un luogo dove confrontarsi con la diversità, propria e quella degli altri, invitando a riflettere su alcune questioni fondamentali che riguardano il valore e la dignità dell’essere umano. La mostra è stata realizzata da L’ideatorio dell’Università della Svizzera italiana in collaborazione con Pro Infirmis Ticino e Moesano e sostenuta dall’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità. «Con questo progetto abbiamo fatto un viaggio profondo su cosa significa l’essere umano», ha raccontato Giovanni Pellegri, responsabile dell’Ideatorio. «Solo accorgendosi che l’uomo per sua natura è fragile e vulnerabile possiamo rapportaci a un disabile in maniera paritaria», ha osservato. Il percorso interattivo ‘Tu!’ è rivolto al grande pubblico: bambini, adulti e scuole, con l’intento di promuovere uno sguardo più attento sulla disabilità. Il progetto propone una modalità innovativa per riflettere sugli obiettivi fissati dalla Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, stimolando attraverso giochi e postazioni interattive, una riflessione su come sono percepite, considerate e trattate le persone con disabilità. Il titolo della mostra ricorda che questo processo parte da ogni singolo individuo e che le difficoltà espresse da una persona con disabilità sono comuni a ogni percorso umano. L’anno scorso la mostra era stata allestita al museo di Villa Saroli a Lugano e aveva attirato numerosi visitatori, tra cui 230 classi, dalla Scuola dell’infanzia al Liceo. A Bellinzona, dove la mostra è stata tradotta pure in tedesco, sono attese altrettante classi e un centinaio sono già iscritte. L’auspicio è che l’esposizione possa divenire anche un’opportunità di riflessione su un tema fondamentale per costruire una società inclusiva. La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni: fino al 16 marzo dalle 10.30 alle 16; dal 17 marzo al 24 giugno, dalle 10 alle 18. Il costo d’entrata è di 10 franchi per gli adulti, di 5 franchi prezzo ridotto e studenti, mentre per famiglie è di 20 franchi. Per le scuole, da lunedì a venerdì (100 franchi per classe), prenotazione obbligatoria allo: 091 814 63 12. Per informazioni : www.tu-expo.ch.

 

La testimonianza: 'Non si diventa consigliere nazionale per compassione'

A raccontare la sua storia anche Christian Lohr, consigliere nazionale e vice presidente di Pro Infirmis Svizzera, che nonostante la sua disabilità fisica siede tra i banchi del consiglio nazionale a Berna. «Sei anni fa quando sono entrato in Consiglio nazionale hanno scritto molto su di me, soprattutto sulla mia disabilità, ma non molto sulle mie idee politiche o su quanto intendevo fare», spiega Lohr. Il consigliere nazionale racconta d’aver imparato ad accettare la sua disabilità «fa parte di me, la vivo, la sento e mi rende forte». Anche se non sempre tutto è stato facile: «Quando fui eletto in Consiglio comunale alcune persone affermarono che il mio successo fosse dovuto al fatto che ero una persona con disabilità. Come se mi avessero votato per compassione», racconta. «Le mie intenzioni però erano sincere, desideravo davvero fare politica – spiega – più tardi ho capito che quel sentimento non poteva essere il fattore decisivo, perché non si diventa Consigliere nazionale per compassione». Il desiderio di Lohr è che le persone con disabilità non vengano considerate come una fonte di costi, ma come delle persone con la loro dignità e valore. «Non voglio assolutamente continuare a scusarmi perché sono disabile e quindi una fonte di costi», afferma il consigliere nazionale. «Eppure questo è un sentimento che provano molte persone con disabilità», osserva. Per Lohr l’esposizione a Castelgrande deve servire ad abbattere i pregiudizi, le paure e i tentennamenti «bisogna coinvolgere la gente e non creare confini». Dal canto suo, Piermario Fenaroli, autore del libro autobiografico “Prigioniero del mio corpo”, ha parlato della sua lotta per poter essere riconosciuto come persona con diritti e doveri e non unicamente come un uomo disabile con bisogni. «Nell’incontro con la gente il maggiore ostacolo che ho non è la sedia a rotelle, ma la parola; io vorrei comunicare ma le persone non hanno il tempo e la pazienza d’ascoltarmi», ha affermato, spiegando che ha bisogno di un po’ di tempo per riuscire a formulare le frasi.

 

Pro Infirmis e Otr: 'Si intervenga per abbattere le barriere architettoniche'

«Anche gli operatori turistici sono tenuti a sensibilizzare su questo importante tema che riguarda tutti. Non vogliamo ospitare solo esposizioni artistiche ma anche mostre che possano divulgare dei messaggi educativi», ha osservato Flavia Marone, presidente Otr Bellinzonese e alto Ticino. I castelli di Bellinzona sono patrimonio dell’umanità «e come tali devono essere aperti a tutti. Le barriere architettoniche devono quindi essere abolite», ha evidenziato la presidente dell’Otr, facendo notare che, pur essendo dotato d’ascensore, l’accesso a Castelgrande è molto difficoltoso per le persone con mobilità ridotta. L’auspicio è che una mostra come quella in corso sappia sensibilizzare anche il Cantone, proprietario dei castelli, in modo che possa intervenire – nonostante le note difficoltà quando si tratta di monumenti Unesco – e apportare gli accorgimenti necessari a migliorarne l’accessibilità. Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, ha reso noto che a tal proposito, Pro Infirmis ha appena scritto una lettera al Cantone per sollecitare un incontro in modo da trovare delle soluzioni condivise per rendere più agevole per tutti l’accesso alle mostre ai castelli. Forini ha evidenziato che ai piedi dell’ascensore di Castelgrande manca pure un’indicazione che informi i disabili che l’accesibilità in maniera autonoma non è garantita. All’uscita dall’ascensore infatti c’è una ripida rampa e in seguito degli scalini. L’accesso pedonale a Castelgrande per le persone con mobilità ridotta è quindi solo parziale e viene garantito in auto da via Orico e poi Salita Castelgrande. In caso di necessità telefonare allo: 091 825 81 45.