Un mese di tempo per raccogliere consenso popolare attorno all’idea che la ricucitura del paese – così come proposta dalle autorità comunali e volta a una densificazione edilizia con mandato affidato all’immobiliare Alfred Müller Ag – vada sospesa prima che sia troppo tardi, per poter individuare una soluzione alternativa meno orientata allo sfruttamento del territorio lasciato libero dal tratto di A13 nel frattempo smantellato. Questo l’obiettivo di Gionata Pieracci, Aris Tognola e Anna Cattaneo (del movimento apartitico “Un Cher per Rorè”) che nel capoluogo mesolcinese hanno lanciato oggi la petizione intitolata “Un cuore per Roveredo”.
La petizione esprime “forte perplessità per quanto riguarda il processo decisionale adottato dal Municipio, che non ha in alcun modo consentito alla popolazione di poter scegliere più varianti”. Perciò rifiuta uno “sfruttamento intensivo ed eccessivo dei terreni lasciati liberi”. Ed evidenzia una “carente comunicazione da parte del Municipio al momento della votazione consultiva e dopo il sì scaturito dalle urne per proseguire le trattative con Alfred Müller Ag”. La sistemazione attuale del sedime autostradale “consente di prendere finalmente visione del territorio e di elaborare progetti che diano al centro paese un valore aggiunto”. L’opportunità di ricostruire il cuore del paese e di riorganizzare il piano viario “dev’essere condivisa da parte della cittadinanza”. Da qui le richieste: primo, l’immediata sospensione delle trattative nel caso in cui l’accordo con Alfred Müller Ag risultasse vincolato da onerose penali a fronte di un’operazione stimata in circa 60 milioni di franchi; secondo, non procedere per il momento alla vendita dei terreni; terzo, elaborare un progetto che preveda la realizzazione di una grande piazza libera dal traffico, con spazi verdi e spazi ricreativi a beneficio della comunità e delle generazioni future.
L’iter, tuttavia, sembra in stato avanzato, perché uscire solo adesso con la petizione? Il coordinatore Gionata Pieracci spiega alla ‘Regione’ che molti abitanti si stanno accorgendo solo ora – a smantellamento ultimato da parte dell’Ufficio federale delle strade – che anche uno spazio vuoto debitamente completato da una piazza e idealmente anche da un autosilo sotterraneo potrebbe andare bene, anziché costruirci sopra una dozzina di palazzine. «Durante la votazione consultiva il Municipio – sottolinea Pieracci – ha fatto intendere che senza nuove costruzioni la situazione sarebbe diventata disastrosa. Invece proprio adesso, tolte A13 e paratie, e sistemata provvisoriamente la vasta area, molti si stanno convincendo del contrario, e cioè che anche una soluzione molto meno invasiva potrebbe essere paesaggisticamente l’ideale per la nostra comunità». Perciò «chiediamo che il Municipio valuti l’ipotesi di realizzare un’alternativa intermedia sui terreni comunali fra l’attuale nulla e l’edificato intensivo, ossia una nuova grande piazza; ancora meglio, per logica, se dotata di autorimessa sotterranea così da togliere le auto dalla superficie».
Dal canto suo, ricordiamo, il sindaco Alessandro Manzoni in un comunicato diffuso la scorsa settimana ha spiegato a nome del Municipio che le trattative con Alfred Müller “proseguono in modo serio e costruttivo”. Le parti “hanno elaborato in modo congiunto una bozza di accordo di collaborazione e cooperazione”. Nel corso del mese di settembre il testo definitivo dell'accordo sarà sottoposto per approvazione all'organo decisionale competente di Alfred Muller Ag: “Esso regola l'allestimento di un piano d'area e l'allestimento di un contratto di compravendita dei terreni necessari alla ricucitura. Dopo la sottoscrizione dell'accordo la procedura prevede, in fasi diverse, l'elaborazione del piano d'area e del contratto di compravendita che dovranno essere pubblicati e approvati dalle autorità comunali e cantonali competenti, garantendo come previsto la più ampia possibilità di partecipazione da parte della cittadinanza”.
Gli edifici previsti sono stati progettati per ospitare residenze, commerci e servizi: “La loro dimensione – evidenzia nel proprio portale lo studio Luca Gazzaniga Architetti che ha curato la progettazione – è compatibile e coerente con il contesto e sono evitati elementi fuori scala”.