«Siamo ancora molto lontani dalla conclusione». Richiederà ancora del tempo l'inchiesta penale aperta due anni fa nei confronti di un 41enne alle dipendenze dell'aerodromo di Lodrino contro il cui furgone di servizio nel pomeriggio del 21 agosto 2014 si è schiantato mortalmente, a una velocità di 80-90 km/h, un 20enne della Riviera a bordo della propria moto di grossa cilindrata.
Contattato dalla 'Regione' per una verifica di quanto pubblicato stamane da un quotidiano, il procuratore pubblico Nicola Respini smentisce che l'inchiesta sia chiusa. E smentisce pure che si profili un rinvio a giudizio per il reato di omicidio intenzionale con dolo eventuale (che prevede una condanna superiore ai 5 anni di reclusione), essendo questa solo uno delle ipotesi accusatorie da lui mosse, peraltro aggiunta a indagini in corso a quelle iniziali di omicidio colposo, gravi infrazioni alle norme della circolazione stradale ed esposizione a pericolo della vita altrui.
La verifica dei complementi d'inchiesta alla perizia tecnica chiesti a suo tempo dalle parti, e pervenuti al procuratore alla fine di luglio, permetterà di avere (forse) un quadro più chiaro sia di quanto accaduto due anni fa sulla pista dell'aerodromo, sia delle rispettive responsabilità. L'avvocato Brenno Canevascini, patrocinatore dell'accusato, ricevuti i complementi della perizia ha in effetti sollecitato nelle scorse settimane il procuratore affinché pronunci una decisione di merito sull'imputazione e sull'eventuale rinvio a giudizio. Il magistrato ribadisce tuttavia di non aver né chiuso l'inchiesta, né preannunciato alle parti come intenda procedere. Tanto più che le medesime parti avranno ancora la facoltà di chiedere l'assunzione di nuove prove volte a completare quelle sin qui raccolte.
Anche nei confronti dell'amico della vittima, che quel pomeriggio in sella a un'altra moto lo accompagnava durante la prova di velocità sulla pista di decollo, è stata ipotizzata l'infrazione alle norme della circolazione.