Una storia d’amore tra un profugo africano e una donna ticinese, di professione meccanica di biciclette. Sullo sfondo Bellinzona, dove ad agosto verrà girato il film “Quello che non sai di me”, di Rolando Colla, noto regista e sceneggiatore svizzero. Tra le sue produzioni figurano diversi cortometraggi e una decina di lungometraggi, tra cui “Oltre il confine”, che nel 2002 gli è valso un Pardo d’oro al Festival del film di Locarno. A inizio agosto, tra il 6 e il 9, il regista e la sua troupe saranno in via Murate, all’officina meccanica Salerno, che si occupa della riparazione e della vendita di moto, scooter e biciclette. «Il regista mi ha chiesto il permesso di girare alcune scene qui – racconta il titolare Giampiero Salerno –, gli ho subito detto di sì». A colpire il regista sono state le vespe e le moto dall’aria molto vintage presenti nel garage. «Mi ha detto che il posto era adatto alle scene che aveva in mente e di lasciarlo pure anche un po’ in disordine», ci dice il proprietario. Dal canto suo Salerno ha voluto mostrare all’attrice come riparare una bicicletta: «Così quando dovrà farlo nella scena risulterà credibile», spiega. Nel film l’officina fungerà da luogo di lavoro della donna, ed è proprio lì che nascerà la storia d’amore con il profugo africano. I due si erano già visti una sera in discoteca, ma sarà nell’officina dove lavora lei che si rincontreranno e inizieranno a conoscersi. Terminate le riprese in via Murate, per le quali la troupe è ancora alla ricerca di alcune comparse (africani di colore, tra cui anche un neonato), il lavoro proseguirà in altre parti della città, tra cui Pratocarasso, lungo il fiume Ticino e nei pressi della stazione ferroviaria. Anche l’officina dei Salerno in un qualche modo è legata all’immigrazione: il titolare Giampiero, 53enne nato in Ticino, ci dice che suo padre Giovanni, che ha aperto il negozio nel 1992, è di origini calabresi. Dopo aver gestito l’officina meccanica per diverso tempo, adesso a 75 anni dà una mano al figlio che ora è il responsabile. Un garage che negli anni si è affermato come punto di riferimento per i giovani bellinzonesi, e non solo, detentori di motorini che si affidano alle mani dei Salerno per le riparazioni. «L’attività funziona, ci siamo caratterizzati anche perché abbiamo determinate marche e modelli, purtroppo tra 3 o 4 anni probabilmente dovremo chiudere perché ci hanno anticipato che lo stabile in cui siamo in affitto verrà destinato ad altre attività», spiega il titolare. Nella stessa via, un destino simile a quanto riservato, ad alcuni metri di distanza, al bar Peter Pan.