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Il femminicidio, una drammatica realtà europea

23 giugno 2017
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Il dramma di questa mattina ad Ascona è soltanto l'ultimo di eventi tragici che riguardano donne. Stando agli ultimi dati della Statistica criminale di polizia (Spc) diffusi alla fine dello scorso marzo delle 19 persone uccise durante il 2016, ben 18 erano donne. Ogni venti giorni, di fatto, c'è stato un'omicidio di una donna. Nelle vicina Italia si è coniugato un neologismo ('femminicidio') per indicare quei delitti passionali in cui la vittima è una donna. Atti scellerati generalmente commessi da uomini che non accettano un fallimento della vita di coppia. Un fenomeno in aumento in tutti i paesi e la Svizzera, stando ai dati della Spc, non fa eccezione. Fidanzati gelosi o che si sentono respinti, ma anche uomini maturi stanchi della vita matrimoniale. Tutti gli episodi hanno come comune denominatore il fatto che la donna viene vista come il nemico per eccellenza. La sua eliminazione rappresenta – nella folle visione degli assassini – l'unica soluzione possibile per un universo maschile allo sbando. Un fenomeno che riguarda la nostra società a tutti i livelli, a prescindere dall'età e dal ceto sociale o cultura di provenienza.

In Europa i Paesi in cui le donne sono più vittime di violenza sono – a sorpresa – quelli del Nord. Stando ad alcuni dati diffusi dall'Istat (l'Istituto di statistica italiano) nei mesi scorsi sul fenomeno della violenza sulle donne in Italia e Europa, sarebbero proprio Danimarca e Norvegia con il 26,9% e il 22,19% di donne che hanno denunciato abusi o violenze. In Italia si è fermi al 12,2%. Questo non vuole dire che ci siano meno episodi. Molto probabilmente si denuncia di meno.

Per quanto riguarda i femminicidi, per il 2016 il primato spetta all'Europa dell'Est: Lettonia (3 donne uccise ogni 100 mila abitanti); Bielorussia, Moldavia, Lituania (due ogni 100 mila). La Svizzera con le 18 uccise lo scorso anno segna uno 0,46 ogni 100 mila abitanti.