Il PS "esprime la sua disapprovazione riguardo ai tentativi di squalificare a mezzo stampa l’importanza di una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sullo scandalo ‘Argo 1’. La vicenda, i fatti e le zone d’ombra riconducibili ad ‘Argo 1’ vanno sviscerati e chiariti una volta per tutte, fornendo delle risposte alla popolazione senza gettare nel discredito né l’attendibilità dei testimoni né il lavoro sindacale."
In un comunicato diffuso oggi e firmato dal presidente Igor Righini, il Ps "esprime il proprio disaccordo riguardo ai recenti tentativi volti a metterla in dubbio e screditarne il valore a mezzo stampa. Se dotata di mezzi e risorse sufficienti, così come previsto dalla Legge sul Gran Consiglio, la Commissione parlamentare d’inchiesta può infatti valutare le responsabilità politiche e la necessità di correttivi a livello politico e legislativo."
"Le affermazioni e le insinuazioni relative a dei presunti 'complotti politici' e i tentativi di banalizzazione della vicenda - prosegue il comunicato - non possono essere accettati, così come non è ammissibile cercare di squalificare l’attendibilità dei testimoni e il lavoro sindacale con lo scopo di sviare l’attenzione dalla gravità del caso e dai quesiti che ancora non hanno ottenuto delle risposte chiare e attendibili. Il PS si unisce perciò ai sindacati Unia, Syndicom, Ssm e all’Associazione Ticinese dei Giornalisti i quali hanno criticato il modo e i termini con cui il “Corriere del Ticino” ha trattato in prima pagina i fatti relativi ai testimoni del caso ‘Argo 1’ e che appaiono giustamente 'marginali, se non irrilevanti, rispetto ai gravi problemi sollevati dalla vicenda'. Non è accettabile che dei lavoratori che denunciano delle malversazioni e delle irregolarità al proprio sindacato vengano definiti 'infiltrati' né che il lavoro sindacale di Unia sia descritto alla stregua di entità o di organizzazioni che nulla hanno a che fare con l’attività e il lavoro di un sindacato."
"Gli ultimi fatti denunciati da UNIA, relativi a delle mancanze del 30% nella busta paga dei dipendenti di ‘Argo 1’ e delle minacce di licenziamento da loro subite, sollevano ulteriori e gravi quesiti poiché configurano l’ipotesi di reato di usura. Va inoltre evidenziato il fatto che l’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) si sia costituito parte civile e accusatore privato, com’è prassi quando è ipotizzato un mancato versamento dei contributi sociali. È stato infatti appurato che l’agenzia ‘Argo 1’ non disponeva del personale necessario per assicurare il delicato mandato affidatogli quando è stata designata e che 8’000 ore di lavoro, per un importo di 190mila franchi, sono state pagate in contanti senza essere state dichiarate. In più non è stato ancora spiegato perché ‘Argo 1’ sia stata scelta benché, quando è stata designata, non esistesse, non avesse alcuna referenza né le credenziali indispensabili per operare nell’ambito dell’asilo."