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Permessi falsi, governo 'piuttosto rassicurato' dai risultati dell'audit

(Samuel Golay)
27 aprile 2017
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«Il governo? È piuttosto rassicurato». Sono arrivati e si trovano da qualche giorno sul tavolo del Consiglio di Stato i risultati dell’audit sull’Ufficio cantonale della migrazione, finito nella bufera allo scoppio dello scandalo dei permessi falsi che sul fronte penale vede diciassette persone sul registro degli indagati. E il governo, per bocca del presidente Manuele Bertoli, si dice «piuttosto rassicurato» dalle conclusioni firmate da Lorenzo Anastasi, l’ex presidente del Tribunale cantonale amministrativo (Tram) chiamato per l’appunto ad analizzare l’operato della Migrazione. Anastasi che prossimamente dovrebbe quindi essere sentito pure dalla sottocommissione parlamentare ‘Vigilanza’, la quale si sta occupando sia del caso ‘Permessi facili’, sia di quello ‘Argo 1’. Quando? Con ogni probabilità dopo che la stessa sottocommissione sarà stata informata dal Consiglio di Stato sui risultati dell’audit. Si vedrà.
Nel frattempo la farà da padrone la riservatezza, dato che i contenuti della perizia sono stati consegnati solo in forma cartacea e solo ai membri dell’esecutivo. Pare tuttavia che di pistole fumanti – ossia gravi mancanze riconducibili al funzionamento dell’Ufficio migrazioni – non ne siano state trovate. E ciò darà forse luce verde alla riorganizzazione del Servizio, pensata e presentata negli scorsi mesi dal direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e successivamente congelata su richiesta dei parlamentari in attesa (anche) dei risultati dell’esame di Anastasi.
La verità sul caso ‘permessi falsi’ verrà dunque resa pubblica nelle prossime settimane. Quasi tre mesi dopo quell’8 febbraio nel quale finirono in manette sei persone. Tra di loro il presunto corrotto, un 28enne allora alle dipendenze della Migrazione, e la sua compagna, coetanea e in passato dipendente del medesimo Ufficio, oltre che una ventitreenne che lì aveva svolto uno stage. Secondo gli inquirenti, avrebbero contribuito a fornire permessi B falsi a cittadini kosovari o garantito tali documenti a chi non ne avrebbe avuto diritto. L’inchiesta è condotta dal sostituto procuratore generale Antonio Perugini.