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Non toccate gli uccellini

(©Ti-Press/Samuel Golay)
19 aprile 2017
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Come ogni primavera Ficedula, l'associazione che si preoccupa di proteggere i volatili, rilancia l’appello ai cittadini a non raccogliere giovani uccelli “caduti dai nidi”. Nonostante il colpo di coda dell’inverno – si precisa in un comunicato – la stagione riproduttiva di molte specie di uccelli è già in stato avanzato. I merli sono già alla seconda covata e così anche molte famiglie di cince. Capita quindi di trovare qua e là pulcini saltellanti apparentemente abbandonati dai genitori. In effetti in gran parte dei casi non si tratta di poveri uccellini abbandonati. Gli adulti che portano loro l’imbeccata sono nelle vicinanze, anche se non ce ne accorgiamo, e stanno insegnando loro a procurarsi il cibo. Raccogliere questi piccoli spesso significa provocarne la morte o costringere i centri di recupero ad un lavoro estenuante, inutile e dall’esito incerto. “La natura ha fatto bene le cose! Il nido per un gruppo di nidiacei diventa con il passare del tempo un posto molto pericoloso. I richiami per la richiesta di imbeccata rivolti ai genitori – precisa Ficedula – diventano un indizio prezioso per i predatori che si trovano così una pietanza pronta e ben pasciuta. I piccoli di gran parte delle specie escono volontariamente dai nidi quando sono appena in grado di compiere piccoli svolazzi. Così facendo per il predatore la situazione si complica e la probabilità che i piccoli, o almeno una parte di loro, si salvino aumenta nettamente”. Quando però una mano umana interviene per “salvare” i nidiacei perduti o “caduti dal loro nido”, succede che si modifica la dinamica naturale credendo di fare del bene.