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Sottoccupazione ticinese, quando il lavoro è poco

(Sara Solcà)
18 ottobre 2016
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Spesso donne, qui residenti, occupate a metà tempo se non meno. Che vorrebbero però lavorare di più, per bisogno o per piacere, e non ci riescono. Sono i “sottoccupati” per forza e non per scelta, un piccolo esercito che in pochi anni è raddoppiato almeno in Canton Ticino passando dalle 8’400 unità registrate nel 2004 (primo anno di rilevamento del fenomeno in Svizzera) alle 17’400 del 2015. È il quadro della precarietà economica ticinese, così come lo presenta Omar Gonzales dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) in uno studio pubblicato ieri. Poco lavoro e molto spesso malpagato. È un fenomeno che sta coinvolgendo l’intera Europa, ma che in Ticino assume caratteristiche singolari perché confrontato con una forte crescita dell’occupazione che ha coinvolto tutti i lavoratori, ma in particolare i frontalieri. Crescita occupazionale, precisa Gonzales, che ha conosciuto un significativo aumento anche degli impieghi part time. “È importante tener presente – scrive il ricercatore – che l’aumento degli impieghi a tempo parziale si inserisce in una tendenza generale di maggiore flessibilità del lavoro”. Finché scelta condivisa fra dipendente e datore di lavoro, tutto bene. Ma non è sempre il caso. Negli ultimi undici anni, infatti, si è assistito a “un notevole aumento” scrive Gonzales, di persone occupate a tempo parziale che vorrebbero lavorare di più, sino a un tempo pieno. Detta in breve, il mercato ticinese offre lavoro a tempo pieno a quasi 116mila occupati e un impiego part time a 55mila persone: per 17’400 (9%) di queste ultime, però, non si tratta di una scelta ma di un obbligo. Vi è stato un sensibile aumento, come detto, rispetto al 2004: ben 9’000 unità in più, ovvero poco meno della metà della crescita complessiva della manodopera
residente. Stiamo parlando soprattutto di donne (quasi 70 per cento) svizzere (60 per cento) in un’età che oscilla fra i 30 e i 50 anni con una formazione secondaria superiore (52 per cento). Si tratta come detto di un fenomeno nazionale, ma in Ticino “il fenomeno appare più marcato” si precisa nel testo dell’Ustat. Nell’insieme del Paese, infatti, il numero di sottoccupati in undici anni è cresciuto di una volta e mezzo, passando da quasi 239mila a 338mila casi, “mentre in Ticino è piùche duplicato”.