Un ingente traffico di marijuana gestito e organizzato interamente in Ticino – con veri e propri bunker appositamente costruiti per la coltivazione indoor all’ingrosso di canapa – è stato sgominato lo scorso anno dal Servizio antidroga (Sad) della Polizia cantonale: un traffico superiore ai 200 chili di cannabis a partire dal 2013, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. È quanto emerge dal rapporto sull’attività 2015 della Narcotici ticinese. Durante lo scorso anno sono stati complessivamente sequestrati quasi 130 chili di marijuana, 16’500 piante di canapa e circa 17 chili di hashish.
Risultati importanti sono stati ottenuti anche sul fronte della cocaina e anche in questo caso, si sottolinea nel comunicato, grazie alla collaborazione dei principali partner del Sad: polizie comunali, Guardie di confine e Polizia dei trasporti. Sono stati così intercettati e e sequestrati “ingenti quantitativi di cocaina (oltre 55 chili rispetto ai 6,6 del 2014), generalmente solo in transito sul nostro territorio e quindi non destinati allo spaccio locale”. Permangono tuttavia “molto consistenti i quantitativi di droga che purtroppo riescono a raggiungere i mercati di destinazione, sia a nord sia a sud del confine”. Tra marzo e aprile è stato sequestrato circa un terzo di una partita di 100 chili di cocaina trasportata dall’Olanda con destinazione l’Italia: arrestati i tre corrieri albanesi. Sempre dall’Olanda giungeva la 'coca' smerciata in Ticino da spacciatori dominicani e in quest’ambito “sono stati sequestrati 200 grammi per un traffico totale di circa 1,5 chili”. È stato inolzre ricostruito un traffico di 9 chili di cocaina proveniente dall’Italia che tra il 2013 e marzo 2015 riforniva le città di Zurigo e Berna. Altri arresti hanno riguardato persone provenienti dall’Africa occidentale, in particolare nigeriani, per lo spaccio nel Luganese di circa un chilo di cocaina in migliaia di dosi, e alcuni trafficanti di origine sudamericana.
Capitolo eroina. Nonostante i numerosi arresti – oltre venti – e i sequestri di eroina eseguiti nel quadrto di inchieste mirate (3,4 chili), la presenza di spacciatori albanesi “resta costante”. Le organizzazioni cui aderiscono, annota la Sezione antidroga, “non trovano infatti difficoltà a sostituirli dando continuità all’attività criminosa”. Una parte delle persone arrestate “sono soggetti residenti nel nostro cantone che, attratti da facili guadagni o in cambio di eroina, si sono messi a disposizione dei trafficanti dando loro supporto logistico, favorendoli nei loro spostamenti o collaborando direttamente nella vendita al dettaglio della droga”.